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IL CROLLO DEL CONTENZIOSO IN MATERIA DI LAVORO

Con la legge Fornero e il Jobs Act si è sgonfiata l’ipertrofia del contenzioso giudiziale in materia di lavoro, che aveva costituito per decenni un’anomalia italiana rispetto agli altri Paesi della UE, senza intaccare il primato italiano della tutela del lavoro

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Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 570, 11 luglio 2022 – In argomento v. anche, più ampiamente, l’articolo pubblicato sul sito lavoce.info, Cosa significa la riduzione delle cause di lavoro [1] .
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[2]La notizia è che dal 2012 – anno della riforma Fornero – al 2021 i procedimenti giudiziali in materia di lavoro si sono dimezzati: meno 47,4 per cento. E che a questo dimezzamento ha contribuito soprattutto la riduzione delle cause in tema di contratto a termine, meno 91,2, e in tema di licenziamento per motivo economico, meno 66,4.

Nell’arco del decennio la quota di rapporti a termine sul totale è leggermente aumentata, come in tutti i Paesi sviluppati, ma rimanendo comunque intorno a un sesto del totale dei lavoratori dipendenti. Ed è rimasto sostanzialmente invariato il rischio di essere licenziati, per i lavoratori italiani, per i quali la legge prevede ora un indennizzo massimo di 36 mensilità, a fronte delle 24 spagnole, delle 20 francesi e delle 18 tedesche. I lavoratori italiani continuano, dunque, a essere fra i più protetti in Europa. Se il contenzioso giudiziale è crollato, ciò è dovuto al fatto che le riforme attuate nella XVI e nella XVII legislatura hanno sostituito l’obbligo della “causale” per il contratto a termine, fonte di grande incertezza sull’esito del controllo giudiziale, con un limite temporale rigido e un altrettanto rigido limite riferito alla quota di personale a termine rispetto al totale; e hanno predeterminato nel minimo e nel massimo l’indennità dovuta al lavoratore licenziato nel caso di insufficienza del motivo addotto dall’imprenditore, riducendo così drasticamente l’alea circa il possibile esito del giudizio in proposito: ora le parti si accordano molto più facilmente senza bisogno dell’intervento del giudice.

Con la legge Fornero del 2012 e il Jobs Act del 2015, dunque, si è sgonfiata l’enorme ipertrofia del contenzioso giudiziale in materia di lavoro che aveva costituito per decenni un’anomalia italiana rispetto agli altri Paesi della UE: ben possiamo presentare a Bruxelles questa come una riforma strutturale molto incisiva. E si è smentita l’idea che la protezione di chi lavora non sia veramente tale se non passa per le aule dei tribunali.