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È UN BEL REBUS! – 14. UOMINI E CAPORALI: QUANDO LA CHIAVE È IL COMANDO

Accade sovente che il soggetto della proposizione e/o i complementi in prima lettura siano rappresentati dai soli rispettivi grafemi, mentre la chiave è costituita dalla sola azione, qundi dal verbo che la esprime

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Quattordicesima
 lezione del corso che viene pubblicato ogni due domeniche sulla Gazzetta di Parma, 11 settembre 2022 – V. anche la tredicesima lezione [1], dalla quale è possibile risalire a ciascuna delle precedenti

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Oggi proponiamo ai nostri lettori due giochi, entrambi creati appositamente per questo corso e disegnati da Laura Neri, ed entrambi caratterizzati per questi due aspetti: la “chiave” è costituita da una o più azioni, in particolare dall’emanazione di ordini; e in tutti e due i casi nella prima lettura il soggetto della proposizione non ha bisogno di essere qualificato: svolge la funzione del soggetto il puro e semplice grafema che individua nell’immagine il “comandante”.

Nel primo gioco la chiave è costituita da ben due azioni compiute dal protagonista B, che indossa una uniforme militare ed è chiaramente qualificato come capitano dalle tre stellette che compaiono sulle sue spalline: egli affida al sergente N la cassetta TI e contemporaneamente impartisce un altro comando al caporale RI.

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La scansione della prima lettura che ci è offerta dal diagramma (tra parentesi sopra l’immagine) pone a nostra disposizione, nella prima parte, due sole parole di una certa lunghezza: rispettivamente 6 e 7 lettere. Con tutta probabilità queste indicano le due azioni costituenti altrettante chiavi, mentre soggetto e complementi di ciascuna delle due sono rappresentati soltanto dai grafemi. In altre parole, non abbiamo bisogno di qualificare chi compie le due azioni, né i suoi interlocutori, dare loro un nome o indicare una loro qualità. Allo stesso modo, anche il complemento oggetto della prima azione resta indicato dal solo grafema TI. Dunque: “B affida a N TI, comanda RI”.

Poi ci sono due sacchi di noci. Come ormai ben sappiamo fin dall’inizio di questo corso, nei rebus accade normalmente che la qualità di una chiave venga evidenziata nell’immagine mediante l’espediente della giustapposizione tra due oggetti o soggetti della stessa specie, ma differenziati per quel che riguarda un aspetto particolare. Nel nostro caso, un sacco contiene delle noci grosse, l’altro delle noci più piccole, individuate dal grafema SE. Dunque: “nocine SE”.

Per concludere: B affida a N TI, comanda RI; nocine SE = Baffi da antico mandarino cinese.

Anche nel secondo rebus l’azione è evidentemente costituita da un comando. Questa volta, però, esso proviene da un agente della Polizia Stradale, E, il quale lo pronuncia in modo molto arcigno e minaccioso: il povero automobilista è pallido e impaurito.

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Dalla scansione della prima lettura apprendiamo che il comando è costituito da una frase, quella le cui tre parole, ciascuna di una sola sillaba, sono comprese tra le virgolette. Il movimento del dito del poliziotto indica chiaramente ciò che egli sta dicendo all’automobilista, in riferimento al libretto di circolazione che questi ha in mano: “Me lo dia!”; e la sua grinta sta a indicare che egli non si limita a chiederlo, ma lo fa in modo brusco e ultimativo, dunque lo “intima”. È questa una parola bisenso; e noi sappiamo che nei rebus i bisensi forniscono prezioso materiale testuale per la costruzione della soluzione; torneremo su questo tema in una prossima lezione.

A questo punto, procedendo come sempre da sinistra a destra, dobbiamo innanzitutto collocare nella prima lettura il grafema E, indicante il soggetto, mentre nella soluzione esso diventa una congiunzione. Il soggetto sta sulla moto B, dunque “su B”; nella soluzione queste sono le prime tre lettere del secondo aggettivo qualificativo. Le altre quattro lettere del secondo aggettivo, a questo punto, si trovano molto facilmente, essendo ormai evidente quale sia l’ultima parola della soluzione; esse ci sono fornite dal grafema M posto sul passante che si trova sulla scena per caso: “lì M è”.

Dunque: “Me lo dia!” intima E su B; lì M è = Melodia intima e sublime.

 

(www.pietroichino.it – La prossima lezione sarà pubblicata domenica 25 settembre 2022)

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