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È UN BEL REBUS! – 16. GIOCARE CON LE PAROLE PER IMPARARE L’ITALIANO

Al Festival dell’Enigmistica di Bagnolo in Piano (Reggio Emilia) si discute dell’uso dei rebus come strumento didattico, nelle scuole medie e non solo: per l’apprendimento delle sfumature di significato delle parole, della loro etimologia, della collocazione corretta degli elementi della proposizione

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Sedicesima lezione del corso che viene pubblicato ogni due domeniche sulla Gazzetta di Parma, 9 ottobre 2022 – V. anche la quindicesima lezione [1], dalla quale è possibile risalire a ciascuna delle precedenti 

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Venerdì prossimo alle tre del pomeriggio, nell’ambito del Festival dell’Enigmistica che avrà come epicentro Bagnolo in Piano, alle porte di Reggio Emilia, tra le molte altre iniziative ce n’è in programma una che – per quel che ne sappiamo – non ha precedenti né in Italia né altrove. È organizzata in collaborazione con il Provveditorato agli Studi e intende sollecitare la partecipazione di numerosi insegnanti di scuola media inferiore e superiore. Il tema è l’utilizzo del rebus come strumento didattico per l’insegnamento della lingua italiana, in particolare dell’uso appropriato delle parole, della loro etimologia, dell’analisi logica, della struttura appropriata della proposizione in funzione delle sfumature di significato che con essa si vogliono comunicare.

L’idea è che questo gioco enigmistico, il quale trova nella lingua italiana il suo terreno di coltura ideale, possa facilitare l’apprendimento rendendolo addirittura divertente.

Un primo gioco didattico che verrà proposto è quello della ricerca della parola che rappresenta in modo più preciso la sfumatura di qualità di una persona o di una cosa. Consideriamo, per esempio, il bellissimo rebus di Sabina (Giuseppe Magnarapa) che riproduciamo qui per gentile concessione della Settimana Enigmistica, nel quale è rappresentato un notaio mentre legge un testamento a tre parenti del defunto. Come qualifichiamo i due eredi TA, al confronto del terzo rappresentato sulla destra?

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I due non sono soltanto abbigliati con un’eleganza un po’ artefatta e ricercata, ma soprattutto mostrano una mestizia poco sincera. L’aggettivo più appropriato per questo atteggiamento è “affettati”. E questa è una parola bisenso, che consente di arrivare alla soluzione: TA gli eredi affettati = Tagliere di affettati.

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Un altro gioco che verrà presentato al Festival dell’Enigmistica è la gara dei “bisensi”. Dopo aver presentato agli allievi i bisensi più belli e sorprendenti – come “elèttrici/elettrìci”, o “lèggere/leggère” – l’insegnante indice (un altro bisenso!) la gara a chi ne trova di più. La gara può durare anche un mese intero, con attribuzione di un punto per ogni coppia di bisensi trovata, cinque punti per le terne e dieci per le quaterne. Sì, perché ci sono anche parole che hanno ben quattro significati diversi! Come quella che costituisce una delle chiavi in questo rebus del grande Paolino (Paolo Ogheri).


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La donna BL usa un “colo”, la donna R, invece, usa una scopa di saggina, che può chiamarsi anche “granata”. Donde la metamorfosi testuale, sorprendente nella sua semplicità: BL usa colo, R granata.

Ogni bisenso trovato da uno studente sarà l’occasione per studiare la diversa etimologia dei vari significati: perché ovviamente non può considerarsi “bisenso” la coppia di parole che hanno al tempo stesso la stessa radice etimologica e significato affine (come per esempio il sostantivo “porta” e la terza persona singolare del presente del verbo “portare”). Nel caso della parola “granata”, i significati possibili, oltre ai due con i quali essa compare nel rebus, sono anche quello di “bomba a mano” (dal latino grana, cioè granellini) e quello del “carminio”, che essendo anche il colore della maglia  del Torino nel linguaggio calcistico indica per metonimia la squadra, i suoi giocatori e i suoi tifosi.

Al Festival dell’Enigmistica verranno presentati e sperimentati anche altri modi in cui il rebus può essere utilizzato per insegnare l’italiano. Assai frequentemente nella frase risolutiva, ma talvolta anche in quella di prima lettura, compare una figura retorica come la metafora, l’iperbole, la metonimia o la sineddoche e così via: come in ogni altro campo, anche nello studio della lingua il gioco, attraverso il divertimento, facilita molto l’apprendimento.

Verrà mostrato come il rebus consenta di rendere divertente anche l’analisi logica.
Infine, non ultimo per importanza, verrà mostrata la sua utilità per insegnare ai ragazzi a usare la disposizione degli elementi della proposizione nel modo non solo più corretto sul piano stilistico, ma anche più efficace in relazione a ciò che intendono comunicare: un’arte, questa, che la scuola sempre meno sembra capace di trasmettere alle nuove generazioni.

 (www.pietroichino.it – La prossima lezione sarà pubblicata domenica 23 ottobre 2022)

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