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GOL MANCATO

In materia di politiche attive del lavoro il Governo presenta alla UE dei dati che rispecchiano soltanto una attività burocratica e non un miglioramento dei servizi per l’incontro fra domanda e offerta di manodopera

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Editoriale pubblicato sui quotidiani Gazzetta di Parma, L’Adige e Alto Adige il 13 novembre 2022 – In argomento v. anche
Far funzionare il mercato del lavoro [1] 

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[2]Una delle molte conseguenze positive del nostro appartenere alla UE, nel campo delle politiche del lavoro, è che questa appartenenza ci obbliga a misurare i risultati delle politiche del lavoro per le quali utilizziamo finanziamenti europei. Fino a qualche anno fa in Italia questo non si faceva mai. Ora, uno dei capitoli del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza concordato dal Governo italiano con la Commissione UE, e da questa finanziato, denominato GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori), prevede l’ “attivazione” di 300mila persone nel mercato del lavoro entro quest’anno. E la relazione presentata al Parlamento certifica che questo obiettivo è stato già raggiunto, addirittura con due mesi di anticipo rispetto alla fine dell’anno. Tutto bene, dunque? Mica tanto.

Perché un articolo di Lucia Valente pubblicato nei giorni scorsi sul sito lavoce.info [3] ci informa che, per contabilizzare una persona come “attivata nel mercato del lavoro”, anche se non ha instaurato alcun rapporto di lavoro, secondo i criteri adottati dal Governo basta che essa abbia partecipato alle procedure di accoglienza e prima informazione, dichiarazione di immeditata disponibilità al lavoro (DID), profilazione e aggiornamento della scheda anagrafica professionale, orientamento di base e patto di servizi personalizzato. L’elenco di attività può fare qualche impressione; ma, in parole povere, per essere computati tra i beneficiari di GOL – avverte la giuslavorista – “basta aver varcato la soglia del Centro per l’Impiego, aver fatto un colloquio di orientamento di base per l’assessment e aver sottoscritto il patto di servizio o il patto per il lavoro”. Di fatto, dei 300mila indicati come beneficiari, nemmeno uno risulta effettivamente avviato al lavoro. Di vera “politica attiva del lavoro”, intendo dire di quella efficace, che davvero promuove l’occupabilità delle persone e di cui si parla nel progetto GOL, ancora nulla.

Per la neo-ministra del Lavoro Marina Calderone, insomma, di lavoro da fare ce ne è ancora molto.

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