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I TEMI DELLA FESTA DEL LAVORO

Per la quindicesima volta la riflessione di apertura è dedicata al Primo Maggio; e questa volta è una riflessione retrospettiva, dedicata a ripercorrere i temi che sono stati al centro delle quattrodici precedenti

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Editoriale telegrafico per il 1° maggio 2023

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[1]Nato nella primavera del 2008, all’inizio della XVI legislatura, questo sito celebra la Festa del Lavoro per la quindicesima volta: riporto qui sotto i link a ciascuno dei post precedenti di questa serie. Il 2008 fu l’anno del fallimento di Lehman Brothers: il Primo Maggio dell’anno dopo il commento sottolinea, “col fiato sospeso”, la profonda disparità della condizione di sicurezza con cui i garantiti affrontano la grande crisi mondiale, rispetto ai non garantiti. Il commento del 2011 è dedicato al paradosso di un Primo Maggio vissuto nel segno della contrapposizione tra lavoratori e consumatori o utenti, come se le due categorie non fossero tra loro per la maggior parte sovrapponibili. Nel 2013 ha inizio la XVII legislatura, nel segno di una grande incertezza politica, ma insieme della speranza fondata sul progetto del Codice semplificato del lavoro; del quale un contenuto cruciale l’anno dopo viene recepito in un emendamento al decreto Poletti sul lavoro, che costituisce l’annuncio ufficiale del Jobs Act. Nel 2015 il tema in evidenza è quello della globalizzazione e dei suoi nemici; nel 2016 è ancora quello della contrapposizione tra garantiti e non garantiti. Nel 2017 il Primo Maggio cade nella ricorrenza del cinquantenario della morte di don Lorenzo Milani: il commento è dedicato a una riflessione sull’attualità del pensiero del Priore di Barbiana, del quale quest’anno cade il centenario della nascita. Nel 2018 al centro del dibattito è il lavoro nella Gig economy. L’anno dopo la riflessione è dedicata ai troppi esclusi – soprattutto escluse – dal tessuto produttivo. Il 2020 è l’anno in cui esce L’intelligenza del lavoro: la riflessione per il Primo Maggio non può che essere dedicata allo scandalo degli enormi giacimenti occupazionali inutilizzati per la difficoltà di trovare le persone capaci di ricoprirli e alla necessità di un cambiamento del paradigma secondo il quale si ragiona sul mercato del lavoro. Il 2021 è l’anno del colpo di reni della UE, nel quale si apre la stagione del Recovery Plan. Ma nel 2022 torna il titolo “il Primo Maggio non è ancora una festa per tutti gli italiani”.

2022 – Il Primo Maggio non è ancora una festa per tutti gli italiani [2]

2021 – Il Primo Maggio nell’era del Recovery Plan [3]

2020 – Primo Maggio: l’intelligenza del lavoro [4]

2019 – Se il Primo Maggio fosse dedicato a chi il lavoro non ce l’ha [5]

2018 – I diritti del lavoro nella Gig economy [6]

2017 – La Festa del Lavoro nel cinquantenario della morte di don Milani [7]

2016 – 1° Maggio: festa soltanto per una parte degli italiani [8]

2015 – Quelli che vogliono tornare al medioevo (a proposito della globalizzazione e dei suoi nemici) [9]

2014 – Perché il “preambolo” al decreto sul lavoro è importante [10]

2013 – Un Primo Maggio di svolta per il lavoro? [11]

2012 – Primo Maggio con Giorgio Cremaschi da Bruno Vespa: “Il lavoro non c’è o non lo cerco?” [12]

2011 – Quel che non mi va giù di questo Primo Maggio [13]

2010 – Il diritto del lavoro per l’Europa di domani [14]

2009 – Primo Maggio col fiato sospeso [15]

2008 – Repubblica fondata sul Lavoro, non sui privilegi [16]