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N. 33 – 17 novembre 2008

VALUTAZIONE E TRASPARENZA NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE: LA PRIMA RIFORMA ISTITUZIONALE DI QUESTA LEGISLATURA HA COMPIUTO IL PASSO DI AVVIO
Il 13 novembre la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato il testo legislativo unificato [1] che recepisce i contenuti più importanti del disegno di legge del PD (d.d.l. n. 746/2008 [2]), mentre sopprime le disposizioni del disegno di legge governativo (d.d.l. n. 847/2008 [3]) tendenti a rilegificare la materia. Il Gruppo del Partito Democratico ha approvato tutti gli articoli, esprimendo un voto finale di astensione sul provvedimento, in attesa dei decreti con i quali il Governo eserciterà le deleghe legislative che gli vengono conferite: v. in proposito il resoconto sommario dell’ultima fase del dibattito in Commissione e la dichiarazione di voto finale del Capogruppo del Pd Enzo Bianco [4].

 

QUANDO E’ L’OPPOSIZIONE A DETTARE L’AGENDA
Sul ruolo decisivo che ha svolto il Pd nell’avvio di questa riforma v. il mio articolo che esce oggi sul Corriere della Sera [5], in risposta a un fondo di Angelo Panebianco sullo stesso giornale, di sabato scorso.

 

Poiché molti lettori mi chiedono riferimenti bibliografici in tema di valutazione della produttività ed efficienza delle amministrazioni pubbliche, metto loro a disposizione, nella sezione “Saggi”, il contributo di Lorenzo Bordogna [6], uno dei massimi studiosi italiani di questa materia, consegnato alla Commissione Affari Costituzionali del Senato in occasione dell’audizione svoltasi il 10 settembre scorso: ivi, in appendice, alcuni riferimenti bibliografici essenziali sul tema.

 

LA PRIVACY VIOLATA DI BRUNETTA
Il ministro della Funzione pubblica protesta contro l’inchiesta de l’Espresso sulle sue proprietà immobiliari; in un’intervista al Corriere della Sera del 14 novembre [7] ricordo a Renato Brunetta che chi entra in Parlamento accetta di sacrificare un po’ della propria privacy, e anche della propria sicurezza personale. In ogni caso un parlamentare deve essere sempre disponibile a che i suoi redditi e il suo patrimonio siano passati ai raggi X dalla stampa e da chiunque vi abbia interesse.

LA ROTTURA TRA LA CGIL E LE ALTRE CONFEDERAZIONI SINDACALI MAGGIORI
L’incontro (poco) segreto di Berlusconi con Marcegaglia, Bonanni e Angeletti a Palazzo Grazioli, seguito dalla reazione indignata di Epifani e dalla proclamazione dello sciopero generale da parte della sola Cgil per il 12 dicembre, sono solo le ultime conferme dell’inattualità della prospettiva dell’”unit à sindacale” come la si concepiva negli anni ‘70; e dell’urgenza di una cornice di regole che consenta a visioni e strategie sindacali diverse di confrontarsi e competere tra loro senza paralizzarsi a vicenda. Ripropongo in argomento il mio articolo pubblicato da l’Unità a fine ottobre: “Ha ancora senso puntare all’unità sindacale”? [8]