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LA PARTE CHE COMPETE ALLO STATO NELLA RISPOSTA DELL’ITALIA A MARCHIONNE

ALLA DOMANDA CHE LA FIAT CI PONE DOBBIAMO RISPONDERE PRIMA DI TUTTO COLMANDO LA GRAVE LACUNA NEL NOSTRO SISTEMA DI RELAZIONI INDUSTRIALI, CHE LO ESPONE ALLA PARALISI NEI CASI DI DISSENSO TRA LE CONFEDERAZIONI MAGGIORI

Comunicato-stampa dei senatori PD della Commissione Lavoro, 28 luglio 2010

            I senatori PD della Commissione Lavoro denunciano la grave inadeguatezza dell’iniziativa del Governo di fronte alle sfide che la vicenda Fiat pone al Paese e chiedono che il Governo riferisca immediatamente al Senato, informando sull’andamento del confronto con FIAT e chiarendo come intenda procedere rispetto alle gravi scelte poste in atto dall’azienda (costituzione della newco, minaccia di uscita dal contratto nazionale nonostante l’esito del referendum di Pomigliano), che riguardano il futuro della produzione in Italia, i diritti contrattuali dei lavoratori e il sistema delle relazioni sindacali.
            Nella situazione attuale, che vede l’Italia incapace di promuovere e sostenere gli investimenti italiani e stranieri (in Europa solo la Grecia fa peggio di noi), a causa del difetto di efficienza dei servizi pubblici (burocrazia, giustizia,  etc.) a supporto dell’impresa, dell’insufficienza delle infrastrutture e del sistema della formazione professionale, dell’inadeguato investimento in ricerca e sviluppo, del costo troppo alto dei servizi alle imprese, delle situazioni di illegalità diffusa, ma anche a causa dell’insufficienza  del sistema nazionale delle relazioni industriali, è urgente una iniziativa politica, amministrativa  e culturale volta:
   –          in linea generale a porre il Paese nella condizione di consolidare la propria struttura produttiva, migliorandone la capacità di innovazione e la competitività, e di attirare investimenti , eliminando i fattori che oggi indeboliscono l’iniziativa industriale  sul nostro territorio;
   –          a stimolare il sistema  delle relazioni industriali a darsi urgentemente le regole in materia di rappresentanza e di rapporti tra contrattazione collettiva nazionale e azienda ledi secondo livello, indispensabili per garantire – con l’efficacia ed effettività della contrattazione sui piani industriali innovativi – l’apertura del tessuto produttivo nazionale all’innovazione di processo e di prodotto;
   –          a valutare, in accordo con le parti sociali, la possibilità di attivare un intervento del legislatore in via sussidiaria, con l’emanazione  di una disciplina di regolazione della rappresentanza e delle relazioni collettive;
   –          ad attivare una negoziazione del Governo con  le parti sociali  in materia di infrastrutture, di ricerca applicata, di formazione e riqualificazione professionale, di assistenza e sostegno ai processi di ristrutturazione industriale, idonee a incentivare la dislocazione in Italia degli insediamenti produttivi più avanzati sul piano tecnologico ed organizzativo, da portare rapidamente al confronto parlamentare, al fine di assumere coerenti iniziative sul piano della programmazione economica e, laddove necessaria, dell’iniziativa legislativa.