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CHE COSA CI CHIEDONO GLI INVESTITORI ESTERI

IN MATERIA DI LAVORO: SEMPLIFICAZIONE DELLA NORMATIVA, FLEXSECURITY E DECENTRAMENTO DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA PER APRIRE IL SISTEMA AI PIANI INDUSTRIALI INNOVATIVI E IN FUNZIONE DELLA SPERIMENTAZIONE DI NUOVI MODELLI DI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO E DEL RELATIVO MERCATO 

Tabella estratta dalla relazione introduttiva di  Nicola Ciniero, presidente e amministratore delegato di IBM Italia, al convegno indetto dal Comitato Investitori Esteri di Confindustria a Milano il 12 aprile 2012 – In grassetto le proposte più direttamente inerenti alle politiche del lavoro

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Sintesi delle proposte del Comitato Investitori Esteri

[…]

(1) Questo punto è così specificato nel testo della relazione:
Premessa – Capire ex ante le regole del lavoro è un fattore fondamentale nelle decisioni di allocazione degli investimenti. L’attuale codice del lavoro italiano è eccessivamente complesso, contiene norme che si sovrappongono – e che sono spesso contraddittorie – e prevede ampi margini di incertezza nella risoluzione delle controversie contrattuali. […] Proposta – Semplificazione e riduzione delle norme di diritto del lavoro non allineate con gli altri Paesi, proseguendo nel processo di semplificazione del codice del lavoro annunciato dal Governo e in linea con i disegni di legge n. 1872 e 1873 dell’11 novembre 2009 [1]; favorire la traducibilità dei testi di riferimento.”

(2) Questo punto è così specificato nel testo della relazione:
Premessa:
Storicamente, la normativa italiana in materia ha reso estremamente incerti i costi di eventuali esuberi, non ha favorito la mobilità dell’occupazione tra imprese e ha ridotto l’incentivo ad investire sulla formazione di lungo periodo. La possibilità di investire sui propri dipendenti a costi ragionevoli, in un quadro certo relativamente agli oneri di eventuali esuberi, è molto importante per imprese grandi e a tecnologia avanzata come le imprese internazionali. […] Proposta – Rafforzare la flessibilità del mercato del lavoro in entrata e in uscita.  La riforma del mercato del lavoro attualmente in discussione rappresenta indubbiamente un segnale importante in questa direzione. Si introduce una maggiore chiarezza nei meccanismi di entrata con i contratti a tempo determinato, e la modifica dell’art. 18 delinea elementi di maggiori certezze per l’uscita dei lavoratori in esubero. Per rendere il sistema più competitivo, adeguandosi a standard internazionali le possibilità di miglioramento sono ancora notevoli. In termini di flessibilità, il Comitato propone anche di incentivare forme di periodo sabbatico che possono rappresentare un modello volontario di gestione di fasi di crisi o di riconversione di lavoratori in esubero, anche nel nuovo orizzonte pensionistico. Il periodo sabbatico incentivato, retribuito in proporzione della durata, se adeguatamente supportato per l’aspetto pensionistico e fiscale, potrebbe costituire un valido strumento alternativo e integrativo ai normali ammortizzatori sociali, favorendo anche una maggior dinamica del lavoro. Le aziende sarebbero incentivate a introdurlo se, a fronte del costo sostenuto per l’incentivo, ci fosse anche un concorso sugli aspetti fiscali e previdenziali da parte del Governo, che integri il trattamento contributivo a beneficio del dipendente.”

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