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N. 286 – 3 marzo 2014

QUEL CHE MANCA NEL DISCORSO PROGRAMMATICO DI RENZI
Molte cose buone, ma troppo poco sui contenuti del Jobs Act e sul modo in cui si può migliorare il funzionamento delle amministrazioni: leggi il mio intervento nella discussione sulla fiducia al nuovo Governo [1], di lunedì scorso. Nei giorni prossimi queste lacune dovranno essere riempite.

UN APPUNTO PER IL NEO-MINISTRO DELLA FUNZIONE PUBBLICA
La causa prima delle disfunzioni nelle amministrazioni va cercata nell’inerzia di troppi dirigenti e prima ancora in quella ultradecennale dei titolari del dicastero: gliene propongo un esempio impressionante nell’editoriale telegrafico di oggi [2].

Portale della Semplificazione e della Flexsecurity [3]

IL FORUM SUL CODICE SEMPLIFICATO HA CONCLUSO I LAVORI
Il Gruppo di  230 studiosi ed esperti di diritto del lavoro, costituito nel novembre scorso presso Adapt e coordinato da Michele Tiraboschi, Tiziano Treu e me, ha completato la discussione analitica dei contenuti del testo base, costituito dal mio d.d.l. 8 agosto 2013 n. 1006 [4]. Il risultato di questo lavoro verrà presentato a Roma il 19 marzo prossimo, nel convegno nazionale intitolato alla memoria di Marco Biagi e, nell’edizione 2014, dedicato a questo tema. Le conclusioni saranno tratte dal neo-ministro del Lavoro Poletti.

IL DISEGNO DI LEGGE-DELEGA PER IL CODICE SEMPLIFICATO
È on line uno schema della norma [5] con la quale il Parlamento può delegare al Governo l’emanazione del testo unico delle norme di fonte nazionale in materia di rapporti di lavoro, se – come preannunciato da Matteo Renzi ancora nel gennaio scorso – questo fa parte del suo Jobs Act. L’emanazione del decreto delegato contenente il Codice potrebbe seguire di poche settimane l’entrata in vigore della delega.

       Trasparenza e Valutazione nelle p.a. [6]

IL SENSO DELL’IMPEGNO DI SC ALLE ELEZIONI EUROPEE
Con l’alleanza dei Liberals and Democrats per l’Europa (ALDE), a sostegno della candidatura di Guy Verhofstadt alla presidenza: leggi il comunicato-stampa di Gianluca Susta, presidente dei Gruppo dei senatori SC [7] in Senato, di sabato.

PERCHÉ NON CI RITIRIAMO DALLE MISSIONI DI PEACE KEEPING
Risposta a chi si oppone a quell’impegno per un miope calcolo di convenienza economica, e a chi vorrebbe utilizzare il ritiro dei nostri militari come arma nella controversia con l’India che trattiene i due marò: leggi il mio intervento in Senato di giovedì [8], in sede di dichiarazione di voto sul decreto per la proroga del finanziamento della nostra partecipazione alle missioni internazionali.

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