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LA SOMMA DEI “NO”

COL CAVALCARE TUTTE LE PAURE E I CONSERVATORISMI, GRILLO RISCHIA QUELLA STESSA INCONCLUDENZA CONTRO LA QUALE IL M5S ERA NATO

Primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 308, 6 agosto 2014 – In argomento v. anche il mio intervento in Senato del 30 lugli [1] e il mio editoriale telegrafico dell’8 agosto [2].

La strategia di Grillo è ormai chiara: mentre il Presidente del Consiglio punta a una sorta di “Matteo Renzi (e la riforma costituzionale) contro tutti”, Beppe Grillo punta a proporsi come il rappresentante dei “tutti contro (la riforma costituzionale e) Matteo Renzi”. Non solo i contrari alla riforma costituzionale, ma anche i contrari alla riforma elettorale, i contrari all’euro, i contrari alla TAV, i contrari agli OGM, gli anticapitalisti e i contrari al sindacato, i contrari all’articolo 18 e i contrari ai licnziamenti, i contrari alle pale eoliche, ai rigassificatori, al gas russo, al petrolio arabo e alle centrali a carbone, i contrari all’immigrazione e i contrari alla xenofobia, i contrari agli infortuni sul lavoro, i contrari agli incidenti stradali, i contrari alle guerre e i contrari alle malattie. Il punto è che con tutti (e solo) questi “no” non si governa. Ma neppure si vincono le elezioni. Nell’ipotesi per cui Beppe Grillo lavora, di uno scioglimento anticipato del Parlamento, nelle urne gli italiani non sceglierebbero certo questa somma di “no”, esaltata da due settimane di ostruzionismo tanto chiassoso quanto privo di capo e di coda.

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