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N. 375 – 18 gennaio 2016

NUOVE REGOLE PER LA P.A. – 1. PERCHÉ ESSA NON SIA AL SERVIZIO DI SÉ MEDESIMA
Non è che io sia contrario alla nuova norma anti-assenteismo fraudolento annunciata da Renzi; ma più importante ancora è rimuovere le cause della deresponsabilizzazione dei dirigenti pubblici, su questo come su altri terreni: leggi la mia intervista pubblicata su l’Unità di oggi [1].

NUOVE REGOLE PER LA P.A. – 2. RESPONSABILIZZARE IL MANAGEMENT
Il recupero di efficacia dei servizi si ottiene coll’incentivare robustamente il management al conseguimento di obiettivi precisi e misurabili, così da indurlo a esercitare fino in fondo le proprie prerogative, soprattutto per motivare i dipendenti: leggi la mia dichiarazione pubblicata ieri da Repubblica [2] (con qualche taglio per ragioni di spazio) e quella pubblicata sabato dalla Stampa [3].

NUOVE REGOLE PER LA P.A. – 3. LA QUESTIONE COSTITUZIONALE
Poiché la disciplina generale dei licenziamenti si applica anche all’impiego pubblico, per evitarlo il Governo dovrebbe promuovere l’emanazione di una norma che regoli diversamente la materia, norma che però farebbe sorgere una non facile questione di costituzionalità per la disparità di trattamento che non fosse adeguatamente giustificata: leggi l’articolo di Luigi Olivieri pubblicato martedì su [4]Lavoce.info [4].

Trasparenza e Valutazione nelle p.a. [5]

LA SVOLTA BUONA CHE ORA SERVE AL GOVERNO (E ALL’ITALIA)
Spesa pubblica da riqualificare profondamente, concorrenza, retribuzioni legate alla produttività, giustizia civile e penale più veloce e incisiva, promozione delle eccellenze nell’università, e nella ricerca: appello al premier su cinque obiettivi programmatici di importanza cruciale. Leggi la “lettera aperta a Renzi” di otto parlamentari PD, pubblicata martedì sul Foglio [6].

CONTRATTAZIONE E RAPPRESENTANZA: LA REPLICA DEL GRUPPO FRECCIAROSSA
Prosegue il dibattito sull’assetto migliore dei rapporti e della ripartizione di competenze tra contratti collettivi di diverso livello, nonché sui criteri di determinazione della rappresentatività delle associazioni sindacali, in vista dell’intervento preannunciato dal Governo: i nove giuslavoristi autori del progetto [7] pubblicato su questo sito replicano al mio commento. Segue la mia risposta [8].

Vai al portale della riforma del lavo [9]

IL WELFARE PER GLI IMMIGRATI TRA DIRITTI INTANGIBILI E LIMITAZIONI NECESSARIE
La questione si risolve con soluzioni differenziate. Al nuovo arrivato si può chiedere di attendere prima di essere parificato pienamente ai cittadini UE, ma è essenziale che non venga trattato come un intruso, o peggio sfruttato: leggi l’editoriale di Maurizio Ferrera pubblicato sul Corriere della Sera di lunedì [10].

PERCHÉ 35 ANNI DI CONTRIBUTI NON BASTANO PER 25 DI PENSIONE
I vecchi requisiti di anzianità contributiva non bastano per finanziare venti o trent’anni di pensione calcolata sull’ultima retribuzione. E l’occupazione dei giovani non si promuove prepensionando i cinquantenni e sessantenni a spese dei giovani stessi. Leggi la mia risposta alla lettera di protesta di una sessantenne [11] contro la riforma Fornero del 2011.

IL BAA TEDESCO SI OCCUPA DI TUTTE LE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO
Il confronto tra gli organici della rete pubblica italiana dei servizi al mercato del lavoro e quelli del Bundes Agentur für Arbeit tedesco è inappropriato, perché quest’ultimo si occupa non soltanto delle politiche attive, ma anche dei trattamenti di disoccupazione e di integrazione salariale: leggi le osservazioni interessanti e pertinenti di un dirigente dei servizi per l’impiego sardo [12].