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ANCORA SULL’ANDAMENTO DEL FLUSSO DELLE ASSUNZIONI STABILI DOPO LA RIFORMA

NELL’ARCO DELL’ULTIMO ANNO SI È REGISTRATO UN AUMENTO DI CIRCA UN SESTO DEL FLUSSO DEI CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO RISPETTO ALL’INIZIO DEL 2015, QUASI INTERAMENTE IMPUTABILE ALLA RIFORMA DELLA DISCIPLINA DEL RAPPORTO DI LAVORO

Aggiornamento della nota tecnica del 23 marzo [1] sull’andamento delle assunzioni a tempo indeterminato a seguito della riforma del 2015, secondo i dati forniti dall’Osservatorio sul Precariato dell’Inps, 18 maggio 2016 – In argomento v, anche Ancora sugli effetti della riforma del lavoro [2]

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Nella nota di due mesi fa osservavamo come in quest’ultimo passaggio d’anno il mese di dicembre (ultimo nel quale si poteva godere della decontribuzione totale per i nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato), con il clamoroso raddoppio delle assunzioni stabili che esso ha fatto registrare, abbia “risucchiato” gran parte della assunzioni dello stesso tipo che sarebbero altrimenti avvenute nei mesi immediatamente successivi. E come pertanto, per avere un’idea dell’andamento del flusso delle assunzioni stabili, non si possa ragionevolmente fare riferimento ai soli mesi di gennaio, o febbraio, o marzo 2016 mettendoli in rapporto con quanto accaduto nei mesi corrispondenti del 2015: occorre invece considerare l’intero ultimo trimestre dicembre-febbraio o quadrimestre dicembre-marzo, confrontandolo con il corrispondente trimestre o quadrimestre di un anno prima: solo in questo modo si può avere un’idea della tendenza generale in atto.
Consideriamo dunque il numero complessivo dei nuovi contratti di lavoro stabili stipulati dal 1° dicembre 2015 al 31 marzo 2016, secondo i dati forniti dall’Osservatorio sul precariato dell’Inps: sono 657.037. Se consideriamo ora il dato corrispondente relativo al quadrimestre dicembre 2014-marzo 2015 (562.730), osserviamo che si è verificato un aumento pari al +16,7 per cento: cioè pari a un sesto. Se poi consideriamo il dato corrispondente relativo al quadrimestre dicembre 2013-marzo 2014 (442.739), osserviamo un aumento pari al +32,6 per cento. IL PROGETTO PER LA TRANSIZIONE A UN SISTEMA DI FLEXSECURITYSe non fosse così, non si spiegherebbe l’aumento del tasso complessivo di occupazione che si è registrato nell’ultimo anno, illustrato dal grafico qui a fianco riprodotto.

Siamo dunque ancora in presenza di una tendenza molto netta alla crescita delle assunzioni a tempo indeterminato. E va sottolineato che la parte di questa crescita verificatasi tra l’inizio del 2015 e oggi è interamente imputabile alla riforma della disciplina del contratto di lavoro. L’incentivo economico è stato, infatti, in vigore dal 1° gennaio 2015: circa cinque sesti delle 562.730 assunzioni stabili del quadrimestre dicembre 2014-marzo 2015 (per la precisione 486.469) sono avvenuti in una situazione in cui il datore di lavoro già godeva della decontribuzione totale; per converso, circa metà delle 657.037 assunzioni stabili del quadrimestre dicembre 2015-marzo 2016 (per la precisione 324.098) sono avvenute in una situazione in cui il datore di lavoro godeva soltanto della decontribuzione nella misura del 40 per cento. Se ne può e deve concludere che l’aumento del 16,7 per cento registratosi è quasi interamente imputabile alla riforma della disciplina del rapporto, e non all’incentivo economico.

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