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UN SALUTO AL CONVEGNO SULL’ERGASTOLO OSTATIVO

È ORMAI EVIDENTE CHE QUESTE MISURE VENGONO LARGAMENTE APPLICATE IN MODO ECCESSIVO RISPETTO ALLA LORO RAGION D’ESSERE, CHE È E DEVE RESTARE ESCLUSIVAMENTE QUELLA DELLA SICUREZZA CONTRO LA POSSIBILITÀ DI PARTECIPAZIONE DEL DETENUTO ALL’ATTIVITÀ DELL’ORGANIZZAZIONE CRIMINALE A CUI HA APPARTENUTO

Lettera di saluto letta dalla avv. Valentina Alberta al convegno promosso dalla Camera penale di Milano nel Carcere di Opera, il 16 giugno 2016 – V. anche l’interrogazione presentata sullo stesso tema [1] nel gennaio scorso

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Cara Valentina,

ho sperato fino all’ultimo di riuscire a essere con voi a Opera giovedì, per portare il mio saluto al convegno sull’Ergastolo Ostativo. Non potendo essere lì di persona, ti affido questo mio messaggio di saluto e di condivisione piena degli obiettivi del convegno.

Nei mesi scorsi ho discusso approfonditamente di questo tema, insieme a quello delle misure di sicurezza di cui all’articolo 41-bis dell’ordinamento penitenziario, sia con un gruppo di ergastolani e di detenuti in regime AS1 delle carceri di Padova e di Parma, sia con la Redazione di Ristretti Orizzonti, mettendo a punto con il loro contributo una interrogazione parlamentare [1] molto articolata. Sul contenuto dell’interrogazione ho chiesto informalmente una valutazione del Capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del ministero della Giustizia, dott. Santi Consolo, che mi ha colpito per la condivisione degli obiettivi dell’interrogazione manifestatami. Prima della presentazione ne ho parlato anche con il ministro Andrea Orlando, che ha manifestato anch’egli grande apertura su questo tema.

L’interrogazione è stata presentata alla fine di gennaio, con le firme, oltre alla mia, dei senatori Luigi Manconi, Hans Berger, Erica D’Adda, Gianpiero Dalla Zuanna, Serenella Fucksia, Cecilia Guerra, Patrizia Manassero e Gianluca Susta. Spero che la risposta che il Governo darà a questo nostro atto di sindacato ispettivo possa costituire l’occasione per un concreto passo avanti della politica italiana verso un ripensamento circa la necessità di una incisiva revisione sia dell’ordinamento dell’ergastolo ostativo, sia delle misure previste dall’articolo 41-bis. È ormai evidente che queste misure vengono largamente applicate in modo eccessivo rispetto alla loro ragion d’essere, che è e deve restare esclusivamente quella della sicurezza contro la possibilità di partecipazione del detenuto all’attività dell’organizzazione criminale a cui ha appartenuto.

Auguro di cuore buon lavoro a tutti i partecipanti al convegno: che anche questa giornata dia un forte contributo al progresso del nostro ordinamento penitenziario, a una Giustizia penale che assuma sempre di più come proprio simbolo, invece della spada, l’ago e il filo che ricuce uno strappo, una ferita.

Con viva partecipazione

Pietro