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QUANDO L’ANTIPOLITICA DIVENTA POLITICA

SE IL M5S A ROMA E A TORINO SARÀ CAPACE DI PASSARE DAI “VAFFA” DEL SUO LEADER ALLA BUONA POLITICA, TANTO DI GUADAGNATO; MEGLIO, COMUNQUE, CHE LA PROVA SI COMPIA SUL TERRENO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Editoriale telegrafico della mezzanotte di domenica 19 giugno – In argomento v. anche gli Appunti su di un week-end di campagna elettorale per Beppe Sala [1].
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Mentre chiudo questa Nwsl, le prime notizie sugli spogli indicano una netta vittoria delle candidate del M5S a Roma e Torino, a Napoli netta vittoria di De Magistris, a Milano Beppe Sala tre punti davanti a Stefano Parisi [2], centrosinistra nettamente in vantaggio a Bologna, centrodestra a Trieste. Qui in Lombardia il Pd festeggia anche la vittoria a Varese, che significa giunta democratica in tutti i capoluoghi di provincia; ma, si sa, il segno della tornata elettorale è dato dai risultati nelle città maggiori; e la perdita di Roma e  Torino pesa, eccome. Se un vincitore sul piano nazionale c’è, dunque, oggi, questo è il movimento di Beppe Grillo; anche se non lo è stato due settimane fa, quando ha fatto registrare un risultato complessivo non dissimile da quello delle europee di due anni fa; anche se nelle città più piccole appare largamente assente.BEPPE GRILLO,V-DAY IN 15MILA IN PIAZZA A BOLOGNA A Roma e a Torino assistiamo al miracolo democratico dell’antipolitica che si fa politica, trasformando in personale politico i propri esponenti e sostituendoli a chi ha governato fin qui. Che questo accada, certo, brucia a chi in queste due città ha perso la sfida, dunque al PD. Ma almeno per un aspetto è bene che accada: perché solo in questo modo l’antipolitica è costretta a fare direttamente i conti con la grande complessità del governo di un Paese evoluto, con la vischiosità degli apparati burocratici, con le resistenze durissime dei titolari di rendite, con la necessità di sostituire alle invettive le soluzioni efficaci, con la difficoltà di mantenere le mille promesse facili della campagna elettorale. Se il M5S saprà passare dai “vaffa” del suo leader alla buona politica, tanto di cappello; e la politica italiana si sarà arricchita di una forza giovane, capace di guardare ai problemi vecchi con occhi nuovi. Se invece il M5S non ne sarà capace, sarà bene assai che questa incapacità si manifesti sul piano dell’amministrazione comunale prima che su quello del governo nazionale.

 

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