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L’IMPERATIVO “NON CIONDOLARE”

“Ricordo il profumo delle polverose pinete agostane, le corse rovinose sui pattini negli spiazzi che si aprivano al sole, i bagni tra i cavalloni e le mente rigate da succhiare infagottati negli accappatoi…”

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Messaggio di  Laura Moggian, 22 aprile 2018 – I link agli altri commenti a
La casa nella pineta sono raccolti nella pagina web dedicata al libro [1]     .
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Gentile Professor Ichino, ho letto il suo libro La casa nella pineta come si legge un diario di famiglia e per questo la ringrazio.

La luce del tramonto sui pini in Versilia – Sullo sfondo le Apuane settentrionali

Famiglie diverse, le nostre, ma accomunate da una forte sostanza che si si ritrova nelle frasi che passano da una generazione all’altra; nella condivisione di un bene che si è avuto in sorte; nella certezza, unica fondante e imprescindibile, della verità. Pisana, ho trascorso la giovinezza in Versilia; ricordo il profumo delle polverose pinete agostane, le corse rovinose sui pattini negli spiazzi che si aprivano al sole; i bagni tra i cavalloni e le mente rigate da succhiare infagottati negli accappatoi. Ma soprattutto ricordo quel “non ciondolare”: la sveglia anche la domenica e il primo dell’anno, magari mezz’ora dopo, ma non di più, perché nella vita “o si studia o si lavora”, ma non si perde tempo.
La casa dei miei nonni Bemporad a Firenze fu requisita dai nazifascisti e trasformata in Villa Triste e mia madre rimase segnata per sempre nell’anima dallo scempio che lì si compì.
Anche per questo sono qui a ringraziarla di aver trovato le parole giuste, dolci e secche a un tempo, per ricordare e capire cosa siamo stati e cosa non rinunciamo a essere.
Un caro saluto
Laura Moggian