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UNA STORIA DEL SECOLO SCORSO, MA FA ANCORA PARTE DELLA NOSTRA VITA

“[…] Raramente si trova un libro capace come questo di coinvolgerti nella narrazione […] Un libro che ti ricorda che non sono solo fatti storici […] ti permette di mantenere un contatto vivo con chi in quegli anni ha scelto, creduto e lottato […]”

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Messaggio pervenuto il 9 agosto 2019 – Tutte le recensioni e i commenti su La casa nella pineta sono facilmente reperibili attraverso la pagina web dedicata al libro [1] .
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Carlo Pellizzi, La casa nella pineta, pastello su carta, anni ’60

Gentile Professor Ichino, ho avuto il suo contatto dall’amico Carlo Stagnaro. Le scrivo perché ho letto il suo libro La casa nella pineta e mi è piaciuto molto. L’ho trovato coinvolgente e veramente ben scritto. Le sue parole mi hanno trascinato dentro anni che non ho vissuto ma che ho sentito raccontare molte volte. Ho studiato parte dei fatti di cui lei narra come sfondo della sua vita, tuttavia raramente si trova un libro capace come il suo di coinvolgerti nella narrazione. Che ti ricordi che non sono solo fatti storici, date, nomi e numeri, ma ciò che si affronta è stato soprattutto il presente della vita delle persone. Di singole storie, di singoli giorni vissuti come la vita va, giocoforza, vissuta. Allora libri come il suo ci permettono di non perdere la valenza di chi in quegli anni ha scelto, creduto e lottato, anche nel piccolo di ogni mattina di fronte a una colazione. Di come quelle storie siano prima di tutto storie personali che creano il mosaico della Storia. Di come sia fatta di noi in principio: del nostro lieve vissuto. Ci ricorda che siamo nulla a confronto del mondo, ma che siamo parte del tutto.

Dopo averlo letto, ne ho parlato all’amico Antonio Gozzi, AD di Duferco [3]. Confrontandomi con Antonio è nata l’idea di invitarla a presentare il libro a Chiavari, nel contesto di WyLab [4], l’incubatore di startup dedicate allo sportech che Antonio ha fondato con sua figlia Vittoria.

In particolare mi è nata l’idea di proporle di presentare il libro insieme a sua figlia Giulia perché il libro è la narrazione di una storia, di una vita e di una famiglia. E così mi è parso molto bello pensare di presentarlo con sua figlia, in quanto figlia, ma anche in quanto stimata editor. In più ciò potrebbe avvenire nel contesto di una realtà importante come un incubatore digitale che per scelta risiede nella provincia italiana e che è stato fondato da padre e figlia.

Oggi i venti di una crisi economica strutturale ci tempestano di una deriva etico-morale che sta andando oltre la durezza del mondo del lavoro, lo scoraggiamento dei giovani e la paura degli italiani. Nella loro diversità, l’epoca che lei narra e quella che noi viviamo, possono trovare molte similitudini. Allora le propongo questo. Lei, con sua figlia, venga a Chiavari da Vittoria e Antonio, nella provincia italiana che cerca di dare una risposta diversa a questi tempi, e ci parli di anni passati, difficili, incerti, affrontati con una scelta chiara. Ma soprattutto ci parli di sé e della sua famiglia. Nel dettaglio, qualora accettasse, potremmo pensare di organizzare la presentazione nei mesi di ottobre e novembre.

Mi ricordo il piacere della sua venuta a Chiavari per la presentazione di Sudditi dell’IBL che organizzai insieme a Carlo. Spero che anche questa volta sia possibile averla ospite insieme a sua figlia. Un caro saluto

Fabrizio De Longis

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