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UNA STORIA CHE SI LEGGE TUTTA D’UN FIATO

“[…] Quello che mi ha subito colpito è la sensazione di essere ricevuti a casa Ichino-Pellizzi e non di leggere un libro […] La parte dedicata a suo padre mi ha fatto capire il senso della grande scrivania del suo Studio, libera da scartoffie […]”
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Messaggio ricevuto il 17 agosto 2019 – Tutti gli altri commenti e recensioni su La casa nella pineta sono facilmente raggiungibili dalla pagina di questo sito dedicata al libro [1].
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Le Alpi Apuane viste dalla casa nella pineta

Egregio Professore, ho letto il suo libro tutto d’un fiato; non pensavo […] di gustarlo in così poco tempo. La comodità di conoscere l’autore consente di fare alcune considerazioni che altrimenti, nel caso di un volume acquistato in libreria per scelta o su segnalazione, non sarebbe possibile.

Quello che mi ha subito colpito è la sensazione di essere ricevuti a casa Ichino / Pellizzi e non di leggere un libro. Una accoglienza simile avevo provato ospite a casa dei Marchesi di Roccagiovine a Roma anni fa .

Mi aveva molto colpito la sua scrivania allo Studio, una scrivania in perfetto ordine con alcune cartelline rosa impilate in modo meticoloso e poi l’ordine perfetto e il vuoto , mi son detto questa scrivania non serve ,basterebbe un piccolo scrittoio , in genere a grandi scrivanie seguono grandi caos di carte , come se la superficie sia direttamente proporzionale al caos… Poi leggendo la parte del libro relativa a suo padre ho capito.

Sin da subito ho iniziato a ragionare sulla mia famiglia comparandola alla sua. Se da parte di padre c’è stata qualche buona performance professionale, da parte di madre si annovera un senatore regio ma parliamo oramai della notte dei tempi moderni. Il dispiegamento di cervelli dei Pontecorvo/Ichino in ambiti del tutto differenti, dalla fisica al cinema al diritto, non è cosa standard.

Le scrivo perché ho segnato alcune cose dal suo libro sulle quali ritenevo opportuno evidenziarle il mio punto di vista.

p.14  – “… Guarda che difficile non è costruire una casa o comprarla…”. Mio nonno aveva addirittura specificato nel suo lascito testamentario a chi dovesse andare il tavolo per le riunioni familiari , ma la cosa non ha funzionato per nulla …

p.88 – “… all’ospite non si offre, si dà”. Questa dimensione non la ho per nulla vi ssuta a casa mia , erano tutti intenti a mangiare e benissimo a tener un rigido ordine gerarchico e guai a deviare dalla regola , io son visto malissimo perché deraglio spesso e rispondo quando si invade la mai sfera privata.

p.98 – “Il padrone e la padrona di casa devono tenersi appena un poco al di sotto del dress code stabilito…”. Stessa regola a casa mia.

p.107 – “… seguiti da un immensa galantina di tacchino farcita con pistacchi…”. Qui Famiglia de Ruggiero/de Luca ( quella di mia mamma) batte Ichino/ Pellizzi 2 a 0: la nostra galantina di pollo è ridondante di insaccati, tartufi, pistacchi e molto altro.

p.121 – “… se ciascuno si spoglia della sua cultura di origine e si sforza di togliere dalla sua religione tutte le incrostazioni…”. Andrebbe spiegato a Matteo Salvini.

p.135 – “… ma dai 21 anni se non restituisci tutto , incomincia ad essere peccato…”. Corretto, ma di difficile applicazione nella mia famiglia diretta dove i fondatori hanno mandato tutto in vacca dopo 10 anni di matrimonio.

p.167 – “… con loro nella mensa aziendale, pasta un po’ gommosa …”. Io l’ho mangiata per 15 anni in azienda a Lecco.

p.211 – “… ogni anno, nella seconda metà di agosto, […] facciamo rivivere la memoria…”. Il mio clan non c’è più, nonostante qualche sbiadito tentativo.

p.235 – “… Cerchiamo sempre di lasciare i luoghi per i quali passiamo un po’ più belli di come li abbiamo trovati…”. Da inserire in un manuale di ecologia o in uno di educazione civica!!

p.264 – “… la federazione decideva chi doveva essere eletto…”. Anche oggi: citofonare Cervetti.

p.274 – “… tu rappresenti l’ala destra ma non del movimento operaio :della borghesia…”. Le cose in Italia sono così piccole…; andando in giro per il mondo ci si rende conto che le classificazioni politiche nostrane sono un po’ provinciali.

p.324 – “…ma una parte dei quadri intermedi e dei militanti aveva conservato qualcosa dell’antico dogmatismo e della tecnica di cui il vecchio PCI…”. Tutt’oggi in alcune sezioni del PD ragionano in questo modo e su temi delicati quali il lavoro danno luogo a “avvelenamento dei pozzi” vedi Biagi, D’Antona , dirigenti d’azienda e simili…

p.363 – “… occorre che ti occupi di tutti gli adempimenti amministrativi…”; p.378 – “… mi raccomando le bollette …”. Io con mia moglie sono nelle stesse condizioni… non imparerà mai.

Immagino sia nela bella pineta per la riunone familiare di fine agosto…

Riccardo Lo Schiavo
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