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ANCORA SULL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO PRODOTTO DALL’ILVA

L’ex-dirigente di Italsider e Ilva propone alcune puntualizzazioni in merito ai dati sull’impatto ambientale dell’acciaieria di Taranto

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Lettera pervenuta il 6 dicembre 2019, a seguito dello scambio di opinioni [1] conseguente alla pubblicazione del mio articolo
Il capitale sociale che manca all’ex-Ilva [2].
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[3]Per le spiegazioni  del dato che Lei indica come “epidemiologico oncologico impressionante” le faccio alcune considerazioni.
Per affrontare la questione epidemiologica, occorre entrare in un campo talmente complesso  dove, la verità o le certezze sono discutibili ed in compenso abbondano dati confusi di dubbia  provenienza.
Oggi con il registro tumori si comincia a ragionare su dati: restano pericolose le interpretazioni che si cerca di fare. L’ argomento è  così delicato e tocca talmente la vita delle persone che diventa difficile prendere una posizione tendente a fare chiarezza.
Le associazioni ambientaliste non fanno che esaltare le criticità  sanitarie ed anche nei media e nei talk show i numeri proposti sono tali da dare probabilmente una immagine della situazione non corrispondente alla realtà. A Taranto purtroppo si muore anche di tumore, ma di tumore ci si ammala in tutte le città ed anche i bambini, purtroppo, non ne sono esenti. Provi a visitare un centro oncologico di qualsiasi città  e troverà situazioni molto dolorose.
La domanda quindi è se nella popolazione di Taranto  la mortalità  per tumore sia più elevata. Come ho prima detto, gli unici dati che cominciano a prendere forma sono quelli ottenuti dai registri tumori che  cominciano a fornire dati organizzati per aree geografiche e città. L’unico dato certo è  quello legato al mesotelioma pleurico  associato alla esposizione all’amianto avvenuta nell’industria siderurgica, cantieristica navale ed arsenale militare dovuta qui a fattori occupazionali.
Se si considera il tumore al polmone in Puglia, poi, il numero di nuove diagnosi è più alto in provincia di Lecce, seguita da Taranto e Brindisi».

Roberto Pensa (ex-dirigente Italsider e Ilva)

Ringrazio R.P. di questo prosieguo di confronto e prendo l’impegno ad approfondire la questione con dati di prima mano.   (p.i.)

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