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UNA TESTIMONIANZA DIRETTA SULLA STORIA DELL’ACCIAIERIA DI TARANTO

Due periodi nella storia dello stabilimento: con un bilancio molto positivo il primo (anni ’60),  molto meno il secondo

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Messaggio pervenuto il 24 gennaio 2020 – In argomento v. anche
Ancora sull’inquinamento atmosferico prodotto dall’Ilva [1]
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[2]Caro professore, ho letto con interesse i suoi interventi sulla ex Ilva di Taranto [3]: è un argomento che mi interessa molto avendo io lavorato in quella azienda per 30 anni di cui 17, dal 1961 al 1977, a Taranto dove ho ricoperto il ruolo di responsabile della selezione, formazione e gestione del personale.

[…]

Rispetto ai problemi di oggi le mie considerazioni costituiscono niente di più di una testimonianza storica di un periodo ormai lontano.

Ritengo che la presenza a Taranto del centro siderurgico si possa dividere in in 2 periodi.

Nel primo, che va dal 1960 al 1970 corrispondente con la costruzione ed il potenziamento a 4.5 milioni di tonnellate di acciaio, la città ha potuto beneficiare di:

Sul piano dell’inquinamento, disponendo lo stabilimento di impianti moderni allocati su un’area molto vasta, non sorsero particolari problemi se non la protesta, per la quale fu trovata una soluzione, dei mitilicultori che lamentavano, non senza ragione, danni alle culture causate dall’assorbimento dell’acqua dolce del Mar Piccolo, per il raffreddamento degli altoforni, con conseguente aumento della salinità per il richiamo di acqua salata dal Mar Grande.

Il favorevole equilibrio, che già dalla fine degli anni 60 a causa dei problemi sociali a livello nazionale aveva subito un regresso, si alterò nel secondo periodo, che va dal 1970 alla fine del decennio, corrispondente al raddoppio degli impianti per portare la potenzialità a 10.3 milioni di tonnellate di acciaio. La tumultuosa crescita dello stabilimento, anziché costituire fattore positivo, finì per essere una causa del peggioramento infatti:

[4]La direzione aziendale continuò la politica di attenzione nei confronti della città già messa in atto nel primo periodo.

Per rispondere ai problemi ecologici, costituì un servizio ecologia dedicato ad più attento controllo del fenomeno ed alla progettazione e realizzazione di migliorie quali: interventi sugli impianti per un più attento controllo delle emissioni e contenimento delle stesse, la collina artificiale sul confine dello stabilimento verso il rione Tamburi, la messa a dimora di piante in tutto l’area dello stabilimento.

Per favorire la crescita economica della città l’azienda, oltre ad altre iniziative, sostenne la costituzione di un organismo per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria locale e fornendo la propria esperienza nella gestione d’impresa.

Nonostante l’impegno non si ottenne il successo del primo periodo.

Con i migliori saluti.

Ugo Pellegri

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