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UNA LETTERA SUL DRAMMA DELL’ALZHEIMER

[…] All’improvviso era diventato un bambino che dipendeva in tutto da me, non pronunciava il mio nome, non so se mi riconosceva; io continuavo a parlargli e a raccontargli tutto delle nostre giornate con la speranza che almeno qualche parola arrivasse al suo cuore […]

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Lettera di Teresa Viola Forlenza, pervenuta il
27 luglio 2020, in riferimento a un mio scritto del 9 maggio, giorno della morte di mia moglie Costanza [1] – Tutte le altre lettere riferite al libro La casa nella pineta [2] o alla vicenda della malattia e della morte di mia moglie sono raccolte nelle pagine web rispettivamente dedicate al libro e alla stessa Costanza [3].
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Teresa Viola Forlenza con il marito

Caro Professor Ichino, la Sua intervista al Corriere della Sera [5], dello scorso maggio, con la bellissima fotografia con Sua moglie e i nipotini, ha suscitato in me, e credo non soltanto in me, profondi sentimenti di affettuosa vicinanza e simpatia.Leggere poi il Suo libro La casa nella pineta [2] ha accresciuto la conoscenza e l’ammirazione per la sua persona. Mi scusi quindi il “caro”!

Ci sono comunque anche due motivazioni personali: ho avuto modo di conoscere sua Madre negli anni tra il ‘ 60 e ‘ 70 a Roma a Rinascita Cristiana, in varie occasioni, e sapevo quindi del suo grande impegno nel sociale.

Il secondo motivo che mi avvicina a Lei è l’aver vissuto per oltre sette anni la malattia di Alzheimer di mio marito, deceduto poi a gennaio dello scorso anno. Era stato colpito da una forma molto veloce della malattia che in breve tempo gli aveva tolto la cosa più preziosa che aveva, una bella mente e una bella intelligenza. Era stato un funzionario del Ministero del Lavoro, collaboratore di Ministri, si occupava di problemi del lavoro e vertenze sindacali; aveva collaborato in quella sede anche con il Professor Giugni. All’improvviso era poi diventato un bambino che dipendeva in tutto da me, non pronunciava il mio nome, non so se mi riconosceva; io continuavo a parlargli e a raccontargli tutto delle nostre giornate con la speranza che almeno qualche parola arrivasse al suo cuore.

Ho la soddisfazione di averlo potuto curare in quegli anni nella nostra casa, nel nostro paese natale, circondato da amici e soprattutto dai suoi amati libri. Un matrimonio durato ben 59 anni!! Continuo a vivere in questa casa serenamente, con tanta nostalgia ma con la certezza che lui è qui vicino a me.

Perdoni questa lettera, ma quando si è toccati così profondamente dal dolore si sente la necessità di comunicare con qualcuno che potrebbe capirci.

Auguri di ogni bene e tanta serenità a Lei e alla Sua famiglia,

Teresa Viola Forlenza (Contursi Terme, Salerno)