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QUANDO LA SCUOLA È AL SERVIZIO PIÙ DEL PERSONALE CHE DEGLI STUDENTI

“[…] Le categorie degli insegnanti e degli amministrativi e tecnici si stanno proteggendo indiscriminatamente senza tener conto degli interessi essenziali del fruitore dell’insegnamento, il cui diritto all’istruzione viene messo sistematicamente all’ultimo posto […]”

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Lettera pervenuta il 29 agosto 2020 – In argomento v. anche
Stato e mercato: la falsa alternativa del dopo-Covid nella scuola [1]

[2]Caro Professore, ieri con il movimento “ridatecilascuola “ abbiamo partecipato all’ennesimo tavolo tecnico del Comune di Verona. In sintesi, lavori in corso su ogni aspetto che attiene alla ripartenza ( trasporti, mense, servizi pre e dopo scuola, ingressi, didattica): a seconda degli sviluppi delle indicazioni da ministero e CTS potrebbero cambiare le cose.

Le categorie degli insegnanti e del personale amministrativo e tecnico si stanno proteggendo indiscriminatamente senza tener conto degli interessi essenziali del fruitore dell’insegnamento: lo studente, che viene ancora messo da parte e prevaricato nel suo diritto all’istruzione  (tempo scuola diminuito, sostituito con didattica digitale integrata che non è il servizio atto alla crescita umana e scolastica), senza contare le famiglie e i genitori lavoratori che saranno in ginocchio come durante lockdown per l’ inefficienza del sistema scuola. Questo sicuramente  per regole a monte senza senso e costrutto come ad esempio i “ gruppi stabili”, che non tengono conto della complessità della rete relazionale del bambino ( fratelli , cugini, compagni di squadra ecc) e di fatto annientano decenni di pedagogia sulla relazione.

Ma anche – a questo punto mi tocca dirlo – per esplicita malafede di sindacati che tutelano solo la posizione di categorie di lavoratori senza nessun bilanciamento di interessi con chi effettivamente fruisce del servizio (studenti, famiglie): pensi che una rappresentante di non ricordo quale sigla sindacale ha eccepito che il servizio di prescuola organizzato dal comune dal 1° al 12 settembre con regole per i centri estivi (più stringenti sulla sicurezza) non garantirebbe sufficiente sicurezza poi per la partenza della scuola materna dal 14 per il poco tempo a disposizione per la sanificazione.

[3]Tutti chiedono la massima collaborazione delle famiglie, come se finora le famiglie non avessero fatto il possibile in questo silenzio assordante per tutelare i propri figli e la società tutta. Rimane invece un silenzio oserei dire “ostruzionistico” su come apriranno  le scuole, impedendo alle famiglie di poter sciegliere l’istituto che meglio permette di organizzarsi.

Sono proprio scoraggiata… ma che soluzioni si possono proporre a questi sindacati affinché scendano a compromessi con le esigenze dello studente? La dad/didattica digitale integrata non è insegnamento. Forse un aumento di stipendio a chi lavora in presenza potrebbe smuovere le cose?

Mi piacerebbe che anche i minori avessero un loro “sindacato”.

Mi scuso per i miei sfoghi sempre poco opportuni.. ma è davvero difficile rassegnarsi a questo declino.

Con stima,

Rachele Peter
(Verona)