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LA RESPONSABILITA’ DELLE IMPRESE NELLA LOTTA AL COVID-19

Ora che la vaccinazione è disponibile per tutti, le imprese hanno il dovere di richiederla in tutti i casi in cui c’è un rischio rilevante di contagio in azienda: la norma generale che le legittima (e vincola) a farlo c’è già, senza bisogno di attendere che un obbligo generale sia sancito da una legge

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Intervista a cura di Claudia Voltattorni pubblicata sul sito
Corriere.it il 28 luglio 2021 – In argomento v. anche l’intervista pubblicata dal [1]Corriere della Sera [1] la settimana prima [1]

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[2]Professore Ichino, sull’obbligo di vaccino per i lavoratori i tribunali le stanno dando ragione: le aziende quindi ora sono libere di sospendere i dipendenti dalle loro  funzioni e dalla retribuzione se non vaccinati?
I giudici del lavoro confermano quello che già si sapeva: cioè che l’imprenditore ha il potere e dovere di assicurare il massimo possibile di sicurezza e igiene nel luogo di lavoro, adottando tutte le misure utili suggerite dalla scienza e dall’esperienza. Ora che la vaccinazione anti-Covid è disponibile per tutti, dunque, gli imprenditori fanno bene ad adottarla come misura di sicurezza, anche prima che arrivi una legge che lo preveda in modo generalizzato.

Alla Sterilgarda di Castiglione delle Stiviere sono già partite le lettere ai 350 dipendenti: chi non si vaccina resta a casa senza stipendio. È possibile questo salto in avanti senza una norma ad hoc?
Le sentenze di Belluno, Udine ultimamente Modena dicono proprio questo: poiché il datore di lavoro può adottare la misura a norma dell’articolo 2087 del Codice civile, il lavoratore che non vi si adegua può essere sospeso dal lavoro senza retribuzione, come è previsto per il settore medico-sanitario dal decreto-legge n. 44 del marzo scorso.

Perché allora si sta discutendo se obbligare solo alcune categorie di lavoratori a vaccinarsi (scuola, dipendenti pubblici, trasporti)?
Il governo per un verso considera che non sempre l’organizzazione aziendale obbliga al lavoro gomito a gomito in luoghi chiusi. Per altro verso segue una linea di gradualità: nella primavera scorsa, quando il vaccino era disponibile per tutti solo nel settore medico-sanitario, ha imposto l’obbligo a tutto il personale di quel settore; ora che è disponibile per tutti sta studiando l’estensione al settore scolastico e all’impiego pubblico. Quanto alle aziende private, ripeto, esse non hanno bisogno di una nuova norma per provvedere direttamente.

Anche senza accordo coi sindacati?
Farlo sulla base di un accordo collettivo è sempre meglio, dove è possibile. Poiché però nei sindacati confederali prevale per ora inspiegabilmente una posizione incerta, talora con toni che riecheggiano le posizioni delle forze politiche di destra, anche se non interviene la legge conviene che ciascun imprenditore si assuma la propria responsabilità.

Non sarebbe meglio decidere l’obbligo di vaccino per tutti, come già in passato è stato fatto? La Costituzione lo permette.
Certo questa sarebbe la scelta che garantirebbe il massimo di efficacia nella lotta alla pandemia. Però un contemperamento ragionevole tra il valore della sicurezza e quello della libertà della persona può consistere per il legislatore nel limitarsi a imporre il green pass per l’accesso ai luoghi di lavoro, ai mezzi di trasporto, in generale ai luoghi chiusi frequentati anche da altre persone. Libero ciascuno di non vaccinarsi, ma non di mettere a rischio di contagio gli altri.

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