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LA COMMISSIONE DI GARANZIA SUI METODI DI LOTTA DEL SI-COBAS NEL SETTORE DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE

L’Autorità dichiara che i blocchi stradali e dei cancelli non costituiscono una forma legittima di lotta sindacale, ma comportamenti di competenza degli organi preposti alla difesa dell’ordine pubblico

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Risposta della Commissione di Garanzia per lo Sciopero nei Servizi pubblici, comunicata il 3 febbraio 2022 all’interpello della LGD [1] in riferimento alla vertenza in corso con il SI-Cobas, presentato il 29 novembre precedente – Verbale della seduta della Commissione nella quale la relazione del Presidente in proposito è stata discussa, 9 dicembre 2021

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[2]Scarica la risposta della Commissione di Garanzia 3 febbraio 2022 in formato PDF [3]

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[4]Scarica l’estratto dal verbale della seduta del 9 dicembre 2021 in formato PDF [5]

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Il presidente della Commissione di Garanzia Giuseppe Santoro Passarelli

Sono qui di seguito evidenziati in modo molto sintetico i contenuti di maggiore interesse della risposta dell’Autorità all’interpello del 29 novembre scorso, che ricalca ovviamente il contenuto della relazione presentata dal Presidente nella seduta del 9 dicembre immediatamente successivo, approvata dalla Commissione.

Il documento afferma che la legge n. 146 del 1990, all’articolo 1, comma 2, lettera a) elenca tra i servizi pubblici essenziali da tutelare “l’approvvigionamento di energie, prodotti energetici, risorse naturali e beni di prima necessità. Nella nozione di “beni di prima necessità” la Commissione ha inteso ricomprendere alcune categorie merceologiche, quali il latte e i farmaci. Inoltre, il concetto di “approvvigionamento” da tutelare e regolare a norma della legge n. 146 del 1990 è stato interpretato dalla Commissione come limitato alla sola fase del trasporto delle categorie merceologiche indicate dalla norma citata, ritenendo invece estranee all’ambito di applicazione della legge, tutte le attività preparatorie e prodromiche al trasporto stesso, quali le attività di magazzinaggio, deposito e custodia delle merci presso centri logistici.

La Commissione osserva peraltro che “Una estensione dell’ambito di applicazione della legge e, quindi, del sindacato di competenza della Commissione alle attività di magazzinaggio è stata, viceversa, ritenuta necessaria e giustificata soltanto laddove le stesse siano parte integrante di filiere distributive finalizzate all’approvvigionamento di determinate collettività ritenute meritevoli di una particolare tutela (in ragione della loro permanenza presso Ospedali, Case di cura, Case di riposo, scuole dell’infanzia, etc)”.

Nella risposta della Commissione si legge altresì che “nel periodo più critico dell’emergenza da pandemia (marzo e aprile 2020), contrassegnato, tra l’altro, da importanti restrizioni della libertà di circolazione dei cittadini da parte di provvedimenti governativi, la Commissione si è interrogata se considerare come essenziali, e dunque rientranti nel campo di applicazione della legge 146, alcuni servizi normalmente non considerati tali, tra i quali la distribuzione alimentare al dettaglio (nei supermercati). Tale servizio normalmente non è considerato essenziale, potendo i cittadini approvvigionarsi in altri esercizi concorrenti, tuttavia, questa possibilità può venir meno in una condizione di limitazione del diritto alla mobilità”. È questo un passaggio che può assumere un notevolissimo rilievo nel caso (non auspicabile) di ritorni a lockdown per il contrasto al contagio, perché apre fin d’ora alla possibilità di chiedere in tal caso l’intervento della Commissione.

Ancora la Commissione rileva che “le condotte segnalate – per come descritte, ovvero picchetti realizzati con la violenza e coazione fisicaesulano finanche dalla nozione di sciopero e sono di interesse delle Autorità preposte alla tutela dell’ordine pubblico”. Questo passaggio è importante in quanto si contrappone alla tesi centrale del SI-Cobas secondo cui i licenziamenti disposti da LGD e l’intervento delle Forze dell’Ordine per rimuovere i blocchi costituirebbero negazione del diritto costituzionale di sciopero.

La Commissione conclude che “un ampliamento del novero dei servizi pubblici essenziali, nel senso di ricomprendervi il settore della distribuzione alimentare all’interno della legge 146, in costanza di particolari situazioni di crisi, potrebbe essere disposto (e avrebbe maggior tenuta davanti ai giudici) dal legislatore, o dal Governo, in via d’urgenza, o anche dall’autonomia collettiva“. Questo passaggio costituisce un assist per le Parti sociali (Cgil, Cisl, Uil sul versante sindacale, Federdistribuzione e Assologistica su quello imprenditoriale) per chiedere l’apertura di un tavolo finalizzato all’emanazione di un codice di autoregolamentazione. Le tre Confederazioni maggiori potrebbero cogliere l’occasione per un atto di autonomia collettiva che consentirebbe loro di recuperare – nel settore specifico – il terreno perduto negli ultimi anni nei confronti del SI-Cobas per effetto del ricorso spregiudicato da parte di quest’ultimo ai blocchi come forma ordinaria di lotta.

La risposta si conclude con l’impegno della Commissione a sollecitare le Camere affinché la questione venga esaminata in sede legislativa, per soddisfare le “esigenze di adeguamento della normativa in materia di sciopero, al fine di salvaguardarne l’effettività nonostante il costante evolversi degli assetti economici e sociali sui quali è destinata ad operare”.  Non c’è, ovviamente, alcuna possibilità che ciò avvenga in questo scorcio di fine legislatura, ma all’inizio della XIX legislatura sarà opportuno che la questione venga posta nell’agenda delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato. Cosa che è auspicata anche, e in modo esplicito, nell’intervento del membro della Commissione prof. Domenico Carrieri, di cui si dà conto nella parte finale dell’estratto del verbale.

 

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