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È UN BEL REBUS! – 21. NON UN INDIZIO DEVE ANDARE PERDUTO

Talvolta un dato essenziale per la soluzione è costituito dalla dislocazione della “chiave” nello spazio raffigurato nell’immagine: per esempio “tra” due cose o persone, oppure “sopra”, o “a lato” di esse; nel caso qui proposto, invece, assume rilievo la collocazione a qualche distanza dal punto di osservazione

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Ventunesima puntata della rubrica che compare ogni due domeniche sulla 
Gazzetta di Parma, 8 gennaio 2022 – Qui il link alla ventesima puntata della rubrica [1], dalla quale si può risalire a ciascuna delle altre

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C’è una analogia tra il gioco del rebus e quello che si instaura tra l’autore di un libro giallo e il lettore: in entrambi i casi l’autore dissemina il racconto – che nel rebus è costituito dall’immagine – di indizi dei quali il lettore, al pari del detective, deve cogliere la rilevanza e la connessione tra loro; nulla deve sapere il detective più di quello che sa il lettore. Poi, come nel “gioco” del libro giallo accade che il lettore non riesca a risolvere il caso e apprenda solo dall’ultima pagina che l’assassino è il maggiordomo, allo stesso modo accade che non si trovi la soluzione del rebus ed essa venga appresa soltanto quando viene fornita dalla rivista che lo pubblica; ma questo non toglie che il lettore/solutore provi un piacere tutto particolare: nel caso del giallo, ammirando la sagacia con cui il detective è stato capace di cogliere il significato degli indizi e metterli insieme; nel caso del rebus gustando non soltanto la sorpresa della metamorfosi testuale, ma anche la qualità dell’immagine, nella quale ciascun indizio è evidenziato quanto basta al solutore abile e si combina sapientemente con gli altri.

In questo rebus, sapientemente illustrato da Laura Neri, un primo dato essenziale per la soluzione è costituito dal manifesto pubblicitario dedicato a una lametta da barba, che campeggia in un parco cittadino.

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Davanti al manifesto c’è una ragazza, che però ha lo sguardo diretto verso tre poveri barboni seduti per terra a qualche distanza. Il fatto che essi si trovino a qualche distanza non sfugge al solutore esperto, perché la disegnatrice ha trovato il modo di sottolinearlo utilizzando le linee di fuga convergenti della pavimentazione del viale alberato.

Il solutore esperto osserva anche che nel diagramma di cui il rebus è corredato la scansione della prima lettura (2  1  1  1  4  4) colloca i tre grafemi G, O e T dopo una parola di due lettere: escluso che possa essere un articolo riferito ai tre barboni (non ne esistono, al plurale, di 2 lettere), non resta altra possibilità se non quella di usare quella prima parola molto breve per l’avverbio di luogo: “lì”, oppure – poiché il disegno sottolinea la distanza – meglio  “là”.

Dunque: “là G, O, T …. ….”; da cui salta fuori la prima parola della soluzione, di quattro lettere: “lago”.

Resta da trovare la seconda parola, di nove lettere, della quale per ora sappiamo soltanto che incomincia con la T. Un modo per trovarla è passare in rassegna tutti i laghi il cui nome contenga 9 lettere, con la T come iniziale. Ma il solutore esperto preferisce arrivarci utilizzando il dato che l’autore del rebus gli mette a disposizione con grande evidenza: a sinistra l’immagine pubblicitaria di un volto ben rasato, laggiù i tre barboni. Come esprimere questa differenza con due parole di 4 lettere ciascuna (le ultime due della prima lettura)? A questo punto la soluzione salta fuori quasi da sola: là G O T rasi meno = Lago Trasimeno.

(www.pietroichino.it – La prossima lezione sarà pubblicata domenica 22 gennaio 2023)