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N. 313 – 29 settembre 2014

QUEGLI IMMOBILISSIMI LAVORATORI “IN MOBILITA'”
Gli effetti di una assurda politica che incoraggia i lavoratori a restare aggrappati ai loro posti di lavoro anche quando non ci sono più: leggi il mio editoriale telegrafico di oggi [1].

È “GIUSTO” O NO LICENZIARE IL CENTRALINISTA MONOGLOTTA?
Perché è bene che il giudice non si occupi del motivo economico od organizzativo del licenziamento e che la sicurezza economica e professionale del lavoratore in questo caso sia protetta in un altro modo: leggi la nota (non troppo) tecnica [2] scritta espressamente per gli iscritti a questa Nwsl.

Portale della Semplificazione e della Flexsecurity [3]

LA VICENDA DEL JOBS ACT IN SENATO
Avviato giovedì in Aula l’esame del disegno di legge [4] trasmesso dalla Commissione Lavoro [4]. Sono on line sul sito la relazione di Maurizio Sacconi e il mio intervento [5] sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità (respinte a larga maggioranza).

ALCUNI DEI MIEI PRIMI COMMENTI
Sono on line le mie interviste dell’ultima settimana:
– a Conquiste del Lavoro, quotidiano della Cisl, di martedì: Perché credo che il Jobs Act [6] finirà col non dispiacere alla Cisl [6];
a l’Ordine, inserto settimanale del quotidiano di Como la Provincia di domenica, Lo scontro sul [7]Jobs [7] Act [7] fuori e dentro il Pd [7];
– a Linkiesta di lunedì scorso: Il contratto di ricollocazione: che cos’è e come funziona [8].

IL JOBS ACT ANNUNCIATO E SPIEGATO CON TRE ANNI DI ANTICIPO
Nelle migliori librerie è disponibile in edizione tascabile il mio libro Inchiesta sul lavoro (nella collana Oscar Mondadori, 2011) [9], nel quale, sotto forma di discussione con un militante del “vecchio PD”, argomento tutti gli elementi essenziali della riforma di cui oggi si sta discutendo in Senato.

Trasparenza e Valutazione nelle p.a. [10]

ESODATI, PUNTO E A CAPO: ORA È IL MOMENTO DELLE POLITICHE PER L’ACTIVE AGEING
Approvato in Senato, con due integrazioni molto importanti e positive, l’ordine del giorno dei Gruppi di maggioranza [11] che impegna il Governo a non utilizzare più lo strumento pensionistico per risolvere problemi occupazionali nella fascia >50 e ad attivare invece un insieme di misure per la promozione dell’invecchiamento attivo, sulle quali l’Italia in confronto al Centro e al Nord-Europa è all’anno zero. In proposito v. anche il mio commento a caldo [12] riportato da una agenzia di stampa di martedì.

RIDURRE LA PARTE NON GUADAGNATA DELLE PENSIONI PIÙ RICCHE
Fin qui abbiamo corretto gli eccessi di generosità del nostro sistema pensionistico verso i pensionati futuri, ma è tempo di correggere anche gli eccessi più gravi del passato: leggi l’articolo di Alessandro De Nicola su la Repubblica di venerdì [13].
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