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N. 434 – 1° maggio 2017

Don Milani 2LA FESTA DEL LAVORO NEL CINQUANTENARIO DI DON MILANI
Evitiamo che diventi la festa dell’avarizia di chi il lavoro ce l’ha e del “gli altri si arrangino”: leggi il mio primo editoriale telegrafico per la Nwsl del Primo Maggio [1].

PrimariaPRIMARIE: LA DEMOCRAZIA È QUI
D’accordo, non suscitano più l’entusiasmo di dieci anni or sono; ma le sole alternative sono il modello del congresso del secolo scorso, consistente in traffico di tessere e trattative tra capi-corrente, e quello del partito dove decide soltanto il capo: leggi il mio secondo editoriale telegrafico per la Nwsl di oggi [2]. In argomento v. anche, più ampiamente, la mia intervista a Libero di oggi [3], dove indico quelli che mi sono parsi i limiti della campagna per queste primarie.

Alitalia anni 50IL PECCATO ORIGINALE DI ALITALIA
Nata come monopolista, la nostra compagnia di bandiera ha mostrato di non sapersi (e non volersi) attrezzare per stare al gioco della globalizzazione. Sindacati e dipendenti non comprendono l’importanza del sapersi scegliere il miglior imprenditore possibile su scala planetaria.  Leggi il mio ampio articolo pubblicato in due puntate sul quotidiano il Foglio [4].

Vai al portale della riforma del lavo [5]

Stefano Ceccanti

Stefano Ceccanti

PIÙ EUROPA (PER LA FRANCIA E) PER L’ITALIA
Gli insegnamenti e l’impatto delle elezioni presidenziali francesi per il sistema politico italiano: sono on line sia il video integrale sia il testo e le slides della relazione di Stefano Ceccanti, introduttiva del seminario di LibertàEguale [6] svoltosi a Roma mercoledì, ricca di dati analitici interessantissimi sul comportamento e gli orientamenti degli elettori francesi, in particolare di quelli che hanno votato Macron e di quelli che hanno votato Le Pen.

Verhofstadt e OrbanL’ACCUSA DURISSIMA DI VERHOFSTADT CONTRO ORBAN
“Che cosa dobbiamo attenderci adesso? Il rogo dei libri davanti al Parlamento? […] Vedo risorgere in Ungheria la paranoia dello stalinismo. […] Gli euro-scettici hanno almeno la decenza di dire che non amano l’Unione Europea, non ne condividono i valori, e dunque vogliono uscirne. Lei non ha questa decenza: vuol continuare a beneficiare dei fondi europei, ma anche continuare a calpestarne i principi fondamentali!”. Sono on line sia il video memorabile (i due si fronteggiano a pochi metri di distanza), sia il testo tradotto in italiano dell’intervento pronunciato da Guy Verhofstadt [7], leader dei lib-dem europei, al Parlamento europeo, di fronte al premier ungherese Viktor Orban.

Sinistra e popolo_Esec.inddIL CONFLITTO POLITICO NELL’ERA DEI POPULISMI
“Oggi, per leggere i conflitti politici in corso nelle società occidentali, non si può fare a meno di un’altra, in gran parte nuova, opposizione dicotomica: quella fra apertura e chiusura”: leggi alcune delle pagine conclusive dell’ultimo libro di Luca Ricolfi [8], (sociologo, professore nell’Università di Torino), Sinistra e Popolo. Il conflitto politico nell’era dei populismi (Longanesi, 2017, € 16,90), qui riprodotte per gentile concessione dell’Autore e dell’Editore.

Trasparenza e Valutazione nelle p.a. [9]

Maurizio Ferrera

Maurizio Ferrera

PREPENSIONARE PER FAR POSTO AI GIOVANI NON FUNZIONA
Se consiste nel mandare in quiescenza più presto i sessantenni, con l’idea che in questo modo sarà più facile per i giovani trovare lavoro, il “patto generazionale” diventa un “inganno generazionale”: leggi l’editoriale pubblicato oggi sul Corriere della Sera da Maurizio Ferrera [10], professore di Scienza della Politica nell’Università degli Studi di Milano. Che conferma quanto scrivevo nell’editoriale telegrafico della settimana scorsa su La politica del lavoro del M5S: in pensione prima, paga Pantalone [11].

COF_1_3_cof_milani_ultimo_dello_spirito.inddLA DOTTRINA SOCIALE DI DON LORENZO MILANI
In una lettera poco nota, ora disponibile nella raccolta di tutti i suoi scritti nella collana dei Meridiani Mondadori, il priore di Barbiana spiega il fondamento della propria visione del rapporto tra ricchi e poveri, tra imprenditore e lavoratore dipendente, ma al tempo stesso ne riconosce la natura esclusivamente etica e la sua non trasferibilità sul piano politico-economico. È on line la sua lunga lettera del maggio ’59 a mio padre [12], ma in realtà diretta anche a Elena Brambilla Pirelli, con una mia nota in cui spiego i precedenti da cui quella lettera nasce e il contesto in cui si colloca.