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N. 511 – 2 dicembre 2019

[1]IL CAPITALE SOCIALE CHE MANCA ALLA EX-ILVA
Per un piano industriale complesso e impegnativo quale quello necessario per rilanciare l’acciaieria di Taranto, il problema maggiore è il difetto della fiducia reciproca tra le parti interessate, che nasce da un senso civico diffuso. Senza il quale qualsiasi paese è condannato a languire nell’arretratezza. Leggi il mio articolo pubblicato venerdì sul sito lavoce.info [2].

[3]LA DEMOCRAZIA DIRETTA E LA FUGA DALLA COMPLESSITÀ
Una lezione che dobbiamo trarre dalla Brexit: prendere atto della grave disfunzione del meccanismo che presiede al funzionamento non solo della democrazia più antica del mondo, ma di tutte le democrazie occidentali. Leggi l’articolo che ho scritto con Pietro Micheli [4], professore di Analisi della Performance Organizzativa all’Università di Warwick, pubblicato il 22 novembre dal Corriere della Sera.

[5]

Manifestazione di profughi

UN MODO LEGITTIMO PER DARE LAVORO AI SANS PAPIERS
Agli immigrati irregolari una comunità locale può, senza violare la normativa vigente, offrire alloggio, istruzione, formazione professionale, cure mediche, e al tempo stesso l’avviamento a lavori socialmente utili non retribuiti; a condizione che la volontarietà di questi ultimi sia effettiva, cioè che tra l’assistenza e il lavoro prestato non ci sia per davvero alcun nesso di corrispettività. Leggi la domanda di un lettore e la mia risposta [6].

[7]L’INCAPACITÀ DELL’ITALIA DI PENSARE AL FUTURO
La crisi dell’acciaieria di Taranto e il prevalere dell’opinione favorevole alla sua chiusura, l’agonia infinita di Alitalia, l’assenza di una politica estera, l’assenza del nostro Governo ai tavoli che contano in Europa: che cosa può salvare l’Italia dal precipizio verso il quale sembra avviata? Scarica il video della mia intervista all’emittente TV Le Fonti [8], trasmessa mercoledì.

[9]

[10]SULLA NUOVA DISCIPLINA LEGISLATIVA DEL LAVORO DEI RIDER
Una norma sbagliata, ancora legata alla cultura del lavoro del secolo scorso; ma i platform workers appartengono al XXI secolo. Applicare a questa forma di organizzazione del lavoro le tecniche protettive nate per il lavoro nei grandi stabilimenti industriali del Novecento equivale a mettere questa nuova forma di organizzazione del lavoro di fatto fuori legge. È online la mia intervista in corso di pubblicazione sul sito BC [11].

[12]SUI NAVIGLI L’ECCELLENZA DEL “RE INCISORE”
La storia di Gigi Pedroli, che è poi storia della sua città nel secolo scorso, merita uno storytelling, che potrebbe intitolarsi Miracolo a Milano. È online la recensione de Il segreto del Naviglio Grande, a cura di Giangiacomo Schiavi [13], sul Corriere della Sera di martedì scorso, in risposta a una lettrice colpita da questa “bellissima storia di fiducia e di speranza”.

[14]“CON GRAN GUSTO E A TRATTI UN PO’ DI COMMOZIONE”
“[…] C’è qualcosa di molto speciale in Gigi Pedroli: è il mettere un affetto quasi paterno nell’insegnare, che so, come trattare la lastra di zinco, senza mai  un rimprovero anche quando prendi una cantonata […]  è un maestro nel senso più pieno del termine, e per questo  non si può non provare per lui un sincero grande affettoigi […]”: è online la lettera di Pepe Giolitti sul protagonista de Il segreto del Naviglio Grande [15].