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CHE COSA HANNO IN COMUNE I REBUS E I TITOLI DI CREDITO

“[…] Come nei rebus l’apparenza lascia il posto a una diversa lettura, a una diversa sostanza, anche nei titoli di credito coesistono la letteralità (che regola i rapporti tra l’obbligato e i successivi portatori del titolo) e la causalità (che regola i rapporti fra le parti che lo hanno negoziato): una  sorta di ‘doppio binario’ […]”

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Lettera di Alessandro Nicolini, avvocato milanese e amico d’infanzia, pervenuta il 21 luglio 2021 – Tutte le altre lettere, recensioni e interviste relative al libro
L’ora desiata vola sono facilmente raggiungibili dalla pagina web dedicata al libro [1]  .
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Gian Luigi (Giangiotto) Pellizzi

Caro Pietro, ho subito cominciato a rileggere il tuo L’ora desiata vola e mi sono soffermato a riflettere su ciò che, all’inizio, tu racconti di tuo zio  Giangiotto, specialista dei titoli di credito, materia arida, tu dici, che lo induceva ad appassionarsi ai rebus come ad una “sorta  di necessario bilanciamento”.

Anch’io mi sono, nella professione,  interessato molto ai titoli  di credito e, nella vita, appassionato ai rebus; ma ho visto negli uni e negli altri, una caratteristica comune che mi ha “pirandellianamente” affascinato: l’apparenza che può lasciare posto a una diversa lettura, a una diversa sostanza. Anche nei titoli di credito, infatti, coesistono la letteralità  (che regola i rapporti tra l’obbligato e i successivi portatori) e la causalità (che regola i rapporti fra le parti della negoziazione del titolo): una  sorta di “doppio binario”.

Non voglio insistere per non essere pedante, ma mi allettava (parola  bisenso: è un caso che il termine mi sia venuto in mente?) comunicarti questo mio pensiero. Un abbraccio

Sandro

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