L’ORA DESIATA VOLA

Una introduzione tecnica ed esistenziale per solutori (ancora) poco abili al mondo meraviglioso dei rebus

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“È un rebus” dovrebbe significare “è affascinante”. Invece lo diciamo di ciò che risulta incomprensibile. A questo dannoso equivoco si ribella un famoso giurista, introdotto fin da piccolo nel mondo dei rebus da uno zio che gli ha fatto gustare la meraviglia delle frasi dotate di un secondo significato nascosto. E gli ha spiegato perché di questa meraviglia può godere di più chi ha il privilegio di parlare l’italiano. Il rebus intreccia parole e figure come accade solo nei sogni, che del rebus sono la variante notturna (come sapevano Artemidoro, Sigmund Freud e Primo Levi), ed è il più incantevole degli enigmi. È un peccato che tanti rinuncino ad accostarvisi per timore di perdersi nel labirinto dei suoi segreti, perché c’è un filo d’Arianna che da quel labirinto assicura la via d’uscita. A differenza dei sogni, infatti, i rebus hanno sempre una soluzione: per trovarla basta saper usare le chiavi – ma spesso si tratta di grimaldelli – di cui Pietro Ichino qui fornisce un divertente e completo assortimento.
(dal risvolto di copertina del libro, edito da Bompiani, pp. 250, € 14)

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Pietro Ichino, L’ora desiata vola. Guida al mondo dei rebus per solutori (ancora) poco abili, Bompiani, 2021, pp. 248, € 16 (clicca qui per acquistare il libro direttamente dall’Editore)

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INDICE

Prefazione di Stefano Bartezzaghi (qui alcuni brani)

Le parole come giocattoli

La bellezza del testo bisenso

Il gioco delle chiavi e dei grafemi

Le regole cui i grafemi devono attenersi

Tra olle, redi, gnu, are, avi e rei

Altre tre regole basilari

L’estetica poco ortodossa dello zio Giangiotto

Le parole e le frasi bisenso

Le due lingue dei rebus

Quando l’aggettivo conta più del sostantivo

Quando è importante lo spazio in cui si collocano l’oggetto o l’azione

Il “tra” (o “fra”), il “su” e il “sotto”

Quando conta più ciò che si fa rispetto a ciò che si è

Le corone non sono tutte uguali

Quando è importante l’appartenenza

Se il soggetto ha in mano qualcosa

Il movimento di una persona o di un oggetto

La “dislocazione a sinistra” nella prima lettura

Se trovare (direttamente) una chiave è proprio impossibile

Riepilogo degli attrezzi di cui disponiamo e del come sceglierli di volta in volta

Uno spauracchio di cui non avere paura: il rebus stereoscopico

Rebus stereoscopici contenenti due azioni svolte in tempi diversi

Il rebus a domanda e risposta

I grafemi che non aggiungono lettere, ma le sottraggono o le sostituiscono: i rebus a cambio e a scarto

Altre commistioni tra rebus e giochi di parole enigmistici: i rebus a incastro, a intarsio, sandwich e le tallografie

Gli anarebus, quelli a rovescio e le transgrafie

Le informazioni che si traggono immediatamente
dalla struttura della soluzione

Un aiuto per i rebus più difficili: la struttura della prima lettura (e in che modo la si deve sfruttare, quando è disponibile)

Il rischio del vicolo cieco

La fatica della soluzione e il buon motivo, non scontato, per affrontarla

Caccia al dettaglio decisivo: cinque bei rebus per esercitare lo spirito di osservazione

I rebus impossibili (per i comuni mortali) ma nondimeno sublimi

Commiato

Ringraziamenti

Bibliografia minima

Indice dei rebus

Indice degli Autori dei rebus

 

 

Presentazioni del libro

A Milano, sabato 12 giugno 2021 h. 18 al Centro dell’Incisione, con Giangiacomo Schiavi e Alessandro Bartezzaghi; al Forte dei Marmi, sabato 10 luglio alle 18, alla Villa Bertelli, con Maria Elena Boschi ed Enrico Salvadori; a Querceta (Lucca) giovedì 12 agosto, al nuovo Teatrino di Elisabetta Salvatori, con Francesco Guccini; A San Giuliano Terme (Pisa) ,  su iniziativa dell’Associazione Rebussistica Italiana; Pordenone, il 18 settembre, nell’ambito del festival “Pordenone legge”;  a Conversano (Bari) venerdì 24 settembre alle 21, con Oscar Buonamano e Francesco Errico; a Milano sabato 20 novembre alle 11, al Laboratorio Formentini per l’Editoria, nell’ambito della manifestazione Book-City. 2022 – Alla Biblioteca Teresiana dell’Università di Pavia, 10 febbraio, h. 17; a Lecco, martedì 3 maggio, alle 18.

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Recensioni, lettere, articoli e interviste su L’ora desiata vola

Il rebus con cui l’intervista sulla Stampa del 5 giugno è stata illustrata (soluzione: 6  6)

I rebus, come gli scacchi, sono una metafora della vita, intervista a cura di Francesca Schianchi, pubblicata su La Stampa il 5 giugno 2021

Alla ricerca del significato nascosto sotto le cose, intervista a cura di Anna Rita Briganti, pubblicata su la Repubblica del 30 maggio 2021

L’arte del rebus vista con l’occhio del non addetto ai lavori, lettera di Luca Patrone (in arte Il Langense, uno dei maggiori rebussisti italiani viventi) pervenuta il 1° giugno 2021: “nel libro il rebus viene letteralmente sviscerato e visto dalla parte del solutore […], così da invitare il lettore medio, che non è necessariamente un addetto ai lavori, ad appassionarsene”

Che cosa fa grande un rebus, lettera di Luca Fiocchi Nicolai, autore di alcuni tra i rebus più noti e apprezzati: “La poesia, la salvezza, il riscatto di questo comparto dell’enigmistica – altrimenti arido, puramente meccanico – sono affidati all’estro, al genio, alla poesia di disegnatori capaci di dare un’anima, una consapevolezza all’arido e incompleto lavoro dell’autore testuale”

Il rebus nel gioco, nel lavoro, nella politica, mio articolo pubblicato l’11 giugno 2021 su Firstonline: come è nato L’ora desiata vola; i rebus come metafora della vita, nella quale accade frequentemente che sotto l’apparenza delle cose si nasconda un’altra verità

Un trait d’union fra l’accademia e il divertimento puro del solutore, recensione a cura di Luca Patrone (in arte Il Langense) pubblicata il 15 giugno 2021 su Il canto della Sfinge: ““[…] Il testo è denso e corposo, ma scorre in maniera molto fluida, senza tecnicismi, suddiviso in tanti brevi capitoli tematici che ne agevolano la lettura. Sono più di ottanta i rebus scelti e analizzati al microscopio, per ognuno dei quali viene descritto il percorso mentale che conduce alla soluzione […]”

Che rebus: il professore ama gli enigmi, recensione a cura di Corrado Augias pubblicata il 18 giugno 2021 sul Venerdì di Repubblica: “[…] Ho finalmente trovato il libro dove tutti i segreti dei rebus vengono svelati; a cominciare dallo speciale vocabolario valido solo lì per cui i puledri diventano ‘redi’ le ranocchie ‘ile’, gli scolapasta ‘coli’, un uomo o donna tra due carabinieri ‘reo’ o ‘rea’ senza tante storie […]”

Il giuslavorista e gli enigmi, metafora della vita, recensione a cura di Barbara Notaro Dietrich, pubblicata sulla Gazzetta di Parma l’11 luglio 2021: “[…] Conoscere l’analisi logica e la sintassi aiuta, ma il percorso può essere anche l’inverso: può essere anche il gioco dei rebus ad aiutare la conoscenza dei meccanismi della lingua […]”,

Enrico Brugnatelli

Le atmosfere di gioco e l’uso didattico dell’enigmistica, lettera di Rosa Maria Brugnatelli pervenuta il 12 luglio 2021: “[…] ho rivissuto nel tuo libro le atmosfere di gioco e di scambio che anche mio padre mi ha descritto nei suoi racconti di infanzia e gioventù con tuo zio Giangiotto […] Penso che l’enigmistica dovrebbe essere introdotta nelle scuole perché fornisce col gioco strumenti logici matematici e lessicali straordinari! […]”.

Che cosa hanno in comune i rebus e i titoli di credito, lettera dell’amico avvocato Sandro Nicolini, pervenuta il 21 luglio 2021: “[…] Come nei rebus l’apparenza lascia il posto a una diversa lettura, a una diversa sostanza, anche nei titoli di credito coesistono la letteralità (che regola i rapporti tra l’obbligato e i successivi portatori del titolo) e la causalità (che regola i rapporti fra le parti che lo hanno negoziato): una  sorta di ‘doppio binario’ […]”.

C’è chi trova questa mia passione un rebus, intervista a cura di Antonio Di Pollina, pubblicata sul Venerdì di Repubblica il 23 luglio 2021 : “I rebus sono una metafora della realtà, e in particolare della politica: quel che vediamo è spesso solo apparenza sotto cui si cela una verità nascosta; dobbiamo imparare a leggerla”.

Un mondo solo apparentemente frivolo e superfluo, recensione a cura di Giovanni Rossi pubblicata sul sito Unlibrotiralaltro il 9 agosto 2021: “Come la democrazia in politica, anche la democrazia dei rebus va costruita con un progressivo addestramento, per evitare di restare bloccati al primo ostacolo e di ritrovarsi a soffrire una irrisolvibile frustrazione”.


“Vi svelo tutti i segreti del gioco dei rebus”, intervista a cura di Orsola Vetri, pubblicata il 15 agosto 2021 su Famiglia Cristiana: “Se fossi un insegnante di scuola media non esiterei a usare i rebus per spiegare l’analisi logica, la struttura del discorso, i segreti dell’italiano”.

“Giocare con le cose e con le parole”, recensione a cura di Piero Meucci, pubblicata il 14 agosto 2021 sul sito StampToscana: “[…] quello dei rebus è in realtà un gioco che non esclude nessuno ed è per tutti anche strumento di apprendimento nel campo della logica della frase , oltre che in quella del vocabolario […]”.

“Al servizio del piacere intellettuale del solutore”, recensione a cura di Emanuele Miola, ricercatore di Filologia classica all’Università di Bologna, pubblicata sul numero di agosto 2021 de La Sibilla: “[…] Lo stupore e, poi, l’amore per il testo bisenso; la scoperta dei ‘mattoncini’ con cui si crea e si risolve una frase finale […] il brivido di venire a capo di un rebus difficile e la vertigine di un gioco solo apparentemente ‘impossibile’, ma in realtà bellissimo […]”.

Gli organi vivi e pulsanti di un organismo meraviglioso, recensione a cura di Luca Martorelli, pubblicata sul numero di ottobre 2021 di Leonardo, organo dell’Associazione Rebussistica Italiana: “[…] Il punto di vista intorno al quale ruota il libro è quello del solutore del rebus […] esso accompagna il lettore in questo complesso e affascinante percorso, non risparmiando, nei numerosi esempi, neanche uno dei dettagli del ragionamento che porta verso la soluzione […]”.

Non è un gioco esoterico: è un tesoro della nostra lingua aperto a tutti, intervista a cura di Chiara Ratti pubblicata sul Giornale di Lecco il 25 aprile 2022: “La cultura del rebus è una nicchia peculiare della letteratura italiana, sorprendentemente ricca di metamorfosi e paradossi, contenuti apparenti e significati nascosti, che riserva sorprese meravigliose a chi sa entrarvi: che io sappia non esiste nulla di paragonabile in alcuna altra lingua”.

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Un errore sull’origine del rebus che dà il titolo al libro

Una lettera del noto rebussista Luca Patrone avverte che l’inventore originario del rebus non fu Paolino (Paolo Ogheri), ma Nano Puccio (Giovanni Petrucci), fin dal 1941.
Qui a fianco la vignetta originaria, disegnata – come si vede – molto artigianalmente dallo stesso Petrucci per il numero di aprile 1941 della rivista Penombra: esattamente 80 anni or sono! Quella che compare sulla copertina del libro è invece l’immagine disegnata da La Brighella (Maria Ghezzi) per la Settimana Enigmistica, dove il rebus comparve di nuovo a firma di Paolino nel 1968: all’epoca era ancora dubbia la questione circa l’applicabilità all’idea che è alla base del rebus della protezione del diritto d’autore (oggi non avrei dubbi nel risolvere positivamente la questione).

Sul numero di agosto 2021 de La Sibilla, poi, Guido Iazzetta ci informa che dopo la prima versione di questo rebus, sul numero 3/1945 di Enigmistica Marcantonio lo stesso Nano Puccio ne propose una seconda, disegnata da Verdini (immagine qui a sinistra), nella quale il grafema che individua il soggetto impegnato nella rasatura della barba è ridotto alla sola O (da leggersi accompagnato dall’articolo determinativo apostrofato: “L’O”). Seguì poi la terza edizione dello stesso rebus segnalata da Luca Patrone, a firma Azuceno (ovvero Adriano Bulgarelli, che firmava i propri giochi anche come Il Bulgaro), sulla Nuova Enigmistica Tascabile del 1955: ma in questa edizione il rebus era imbruttito dal non necessario grafema A che contrassegnava la tavola.

Dunque, quella disegnata dalla Brighella nel 1968 per la Settimana Enigmistica costituisce addirittura la quarta edizione di questo rebus. Il cui fascino, che sopravvive a 80 anni di distanza, è spiegato nello stesso articolo di Guido Iazzetta così:

Qual è stato il fascino di questo rebus? Perchè continua a piacere nonostante il trascorrere del tempo, al punto da diventare anche il titolo di un libro? Me lo sono chiesto spesso e non trovo altra spiegazione che questa: il fascino quasi inconscio della frase finale che sembra il verso di una poesia, ma anche l’insolita e suggestiva enclisi [in questo caso: l’appoggiarsi tonico della particella pronominale “si” sulla parola “rade” – n.d.r. nella prima parte, che fa diventare la lettura un suono dolce da ascoltare. Infine […] questo rebus nacque nel 1941 […] e “desiata” non solo non era considerato un modo arcaico di esprimersi, ma addirittura conferiva una certa enfasi alla soluzione.

 

Due miei articoli dedicati all’arte della Brighella (la discgnatrice della terza edizione de L’ora desiata vola, scelta per la copertina del libro)

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Il segno della Brighella, pubblicato sul sito del Corriere della Sera il 22 febbraio 2021

Il lato lungo della Brighella, articolo in corso di pubblicazione sul n. 2/2021 della rivista Leonardo, organo dell’Associazione Rebussistica Italiana, giugno 2021

Altri articoli e interviste sulla materia dei rebus sono reperibili nella sezione Rebus di questo sito.

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