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N. 483 – 3 settembre 2018

IL TALLONE D’ACHILLE DI MATTEO SALVINI
Il leader della Lega, alla rincorsa di un consenso diffuso ma volatile, rischia di perdere quello della propria base tradizionale, che vede ora con grande preoccupazione la prospettiva di un isolamento dell’Italia rispetto alla UE: leggi il mio editoriale telegrafico di oggi [1].

LE FACOLTÀ COGNITIVE RICHIESTE DAL LAVORO DEL  FUTURO
Sono online le slides della mia relazione al congresso annuale di neuroscienze che si svolgerà a Milano il 28 giugno prossimo: L’evoluzione tecnologica e il mutamento delle facoltà cognitive richieste dal mercato del lavoro nel futuro prossimo [2].

IL LAVORO NELL’ERA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Nel prossimo futuro il lavoro umano avrà bisogno innanzitutto di un sistema capillare di servizi per la transizione dal vecchio al nuovo lavoro: la sicurezza e la parità di opportunità dovranno essere garantite sempre di più nel mercato e nei suoi percorsi, piuttosto che nel rapporto di lavoro. Leggi la mia intervista pubblicata nell’inserto Dossier de il Giornale [3].

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NEGLI ANNI ’70 E ’80 LE RADICI DEI MALI DI OGGI
Alle origini delle convulsioni politiche e sindacali attuali le vicende italiane raccontate ne La casa nella pineta. Sono online nella pagina dedicata al libro le nuove recensioni e commenti:
Confessioni coraggiose nel racconto di una vita spesa bene [5], di Diego Zandel, sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 30 agosto;
Negli anni ’70 e ’80 le radici dei mali di oggi [6], di Gerardo Marrone, sul Giornale di Sicilia del 16 luglio;
Un libro destinato a diventare un classico [7], lettera di Azzurra Di Carlo, da Teramo, del 3 luglio;
Una boccata di aria fresca, che fa nascere qualche rimpianto [8], di Silvia Pogliano, della Comunità di Villapizzone, 5 luglio 2018;
Il video di una conversazione con Alessia Liparoti [9]  trasmessa dall’emittente tv Le Fonti il 16 luglio 2018, che rivisita e discute il libro in ciascuno dei suoi passaggi più importanti;

Clara Sereni

Grazie di averlo scritto [10], lettera di Clara Sereni  del 10 luglio (probabilmente l’ultimo scritto pubblico dell’autrice de Il gioco dei regni, datato pochi giorni prima della sua morte):
“[…] del sindacato questo libro ora mi fa capire un po’ di più gli snodi, le distorsioni. […] Il rapporto con tuo padre mi ha molto ma molto commossa […] le pagine che raccontano il suo ultimo periodo, e la sua morte, sono – senza piaggeria – straordinarie […]”;
Un libro che aiuta a liberarci dai sensi di colpa [11], lettera di Giuseppe (Pepe) Giolitti del 23 luglio;
Più che una buona lettura: una vera testimonianza di vita [12], lettera di don Gabriele Gioia, parroco di Cassano Magnago, pervenuta il 31 luglio;
La vicenda del “cordone sanitario” raccontata nel libro, pià attuale di quel che può sembrare [13], lettera di Alessandro Di Stefano, pervenuta il 1° agosto;
Grazie per aver fatto chiarezza sugli anni ’70 [14], lettera di Maria Eugenia Masini, pervenuta il 10 agosto;
Uno di quei libri che vorresti non finissero mai [15], lettera di Alessandro Szemere pervenuta il 25 agosto:
“[…] Un libro splendido: per ogni pagina se non per ogni riga ci sarebbe lo spazio e la voglia per fare delle considerazioni e dei commenti […]”.

Sergio Barozzi

L’AVVOCATO CHE PRENDEVA SU DI SÉ LE ANSIE DEI CLIENTI
Nel diritto del lavoro l’avvocato deve svolgere un ruolo di “cura d’anime”, aiutando la persona assistita a trovare la via d’uscita soddisfacente da una selva selvaggia nella quale talora i “rovi” dai quali è più difficile districarsi talora non sono quelli di natura giuridica, ma quelli nascenti da aspettative coltivate a lungo e da risentimenti personali: leggi il mio articolo sul Corriere della Sera di oggi in ricordo del collega Sergio Barozzi [16], scomparso improvvisamente nei giorni scorsi.

IL GITARIO: ALLA PANIA ATTRAVERSO
IL PASSO DEGLI UOMINI DELLA NEVE
Sulle orme dei montanari che un secolo fa portavano ai gelatai e ai villeggianti più ricchi della costa versiliese la neve ghiacciata dal versante settentrionale di uno dei monti più alti delle Alpi Apuane, passando per il luogo dove uno di loro, il “Nonno di Collemezzana”, venne ucciso dai nazisti per aver guidato sulla montagna un gruppo di militari americani: sono online alcune note storiche e la descrizione dell’itinerario, con numerose foto [17].

La Foce di Valli e la cresta est della Pania della Croce, attraversata dal Passo degli Uomini della Neve