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RECENSIONI E INTERVISTE SU “LA CASA NELLA PINETA”

Sono qui raccolte tutte le recensioni de La casa nella pineta e le interviste sullo stesso libro pubblicate a seguito della sua uscita – Altri documenti, commenti e lettere relativi al libro sono raccolti nella pagina dedicata al libro [1].

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Il marchio a fuoco di don Milani sulla pelle del riformista Ichino [2], di Dario Di Vico sul Corriere della Sera del 7 aprile 2018:
“[don Milani] aiutava a vedere l’extremum al di là del quale, secondo l’imperativo etico di San Tommaso, omnia sunt communia […]”.

Una rappresentanza della sesta generazione di frequentatori della casa nella pineta

Dalla villa in Versilia alla messa in piazza, cronache di una vita che cerca di restituire [3], di Alessandro Zaccuri su l’Avvenire del 18 aprile 2018:
“[…] La casa nella pineta è  un libro che si può leggere in molti modi, come romanzo familiare e come ricostruzione storica, come autobiografia intellettuale e come archivio dei sentimenti dominanti di una vita […]”.

Una vita da Pierino grazie a don Milani [4], di Eraldo Affinati su il Venerdì di Repubblica, 20 aprile 2018 (su di un passaggio di questa recensione v. una mia puntualizzazione [5] del 28 dicembre scorso e il post dell’ottobre 2017 La legge sullo ius soli all’esame del Senato [6]):
“[…] La narrazione di Pietro Ichino ci fornisce notizie preziose non soltanto su una famiglia particolare, la cui genealogia […] affonda le radici nella storia italiana, ma persino su di noi: su ciò che siamo stati, avremmo potuto essere e non abbiamo avuto la forza di diventare […]”.

Una lettura avvincente e sincera [7], di Laura Stoppini su SoloLibri il 22 aprile 2018:
“l ritratto autobiografico di una famiglia borghese del Novecento, che intreccia vicende personali e storia collettiva, ed è arricchito da affascinanti istantanee di personalità come quella di Don Milani, incontrato dall’autore nella sua infanzia”.

Tramonto sul mare fra i pini in Versilia

La fine della stagione del nostro amore [8], di Olimpia Ammendola sul quotidiano Roma, 1° maggio 2018:
“[…] Questo libro chiarisce molte cose e fa capire come certe degenerazioni siano cominciate molto tempo fa, negli anni ’70-’80, quando abbiamo confuso disciplina e obbedienza, unità e annullamento delle differenze, eguaglianza e appiattimento. Ma quello che ha condannato la sinistra a essere una forza residuale è stato il suo ritenersi superiore, diversa, portatrice di una missione storica di salvezza”.

Ichino, Busi e il fantasma della borghesia [9], di Generoso Picone sul quotidiano il Mattino, 3 maggio 2018:
“[…] senza classe dirigente – senza la borghesia di Ichino, verrebbe da sottolineare – [il nuovo ceto medio] si è ritrovato a ristagnare nei suoi rancori e nei suoi egoismi. Non c’è più un don Milani a inquietarlo […]”.

La vita del giuslavorista che si intreccia con la storia del Paese [10], intervista a cura di Daniele Dell’Orco pubblicata su Libero il 10 maggio 2018:
“Il racconto è soprattutto l’intreccio tra le vicende di una famiglia e i grandi eventi del secolo scorso: dai fatti di Ungheria del ’56 alla crisi di Suez, al Concilio Vaticano II, al ’68, agli anni di piombo culminati nell’assassinio di Aldo Moro, fino alla caduta del Muro dell’89: una storia che nelle nostre scuole si insegna ancora pochissimo”.

L’orgoglio di una famiglia borghese e il suo senso di colpa [11], intervista a cura di Mauro Bonciani pubblicata sul Corriere Fiorentino il 13 maggio 2018:
“La contraddizione tra il comandamento di don Milani, di restituire tutto, e l’ammonizione del bisnonno, all’atto della divisione tra i cinque figli della tenuta in Versilia: «difficile non è costruire la casa, per quello sono buoni tutti; difficile è farne il luogo di una famiglia solida e unita: altrimenti,  in un modo o nell’altro anche la casa si perde»”.

Il dovere di restituire [12],  intervista a cura di Francesco Mannoni pubblicata sul Giornale di Brescia il 14 maggio 2018:
“Borghese è anche una famiglia consapevole della propria responsabilità sociale, attenta ai segni dei tempi, non per difendersene ma per assecondare il progresso”.

La Pania della Croce nella luce dorata del tramonto, fra i pini del Forte

Storia di una famiglia borghese in esterno versiliese [13], recensione di Piero Meucci pubblicata sul sito dell’Agenzia Stamp Toscana il 21 maggio 2018:
“La casa nella pineta è molto di più che il racconto di un’esperienza politica militante: è un viaggio alla ricerca delle radici e del significato di un’esperienza di vita, compiuto con grande onestà intellettuale ed evitando il più possibile emotività e soggettività autoreferenziale”.

Appunti sul presente e il futuro prossimo della politica italiana [14]: prende spunto da La casa nella pineta un dialogo tra Roberto Cociancich e Pietro Ichino sulla soluzione della crisi di governo, sui difetti di fondo della dialettica tra i partiti, sul modo in cui si può ricostruire un rapporto di fiducia tra gli elettori e chi li rappresenta; la parte del dialogo più specificamente dedicata al libro incomincia al minuto 36 del video.

I precetti di una buona educazione borghese, e i suoi frutti [15], recensione di Guido Baglioni, professore di Sociologia dell’Università Statale di Milano, in corso di pubblicazione sulla rivista Mondoperaio, giugno 2018:
“[…] I precetti di una buona educazione borghese: le cose che facciamo vanno fatte bene, al momento giusto, senza sprechi e distrazioni; si cresce nella vita studiando, da giovani ma anche da adulti, alimentando una cultura ampia e aggiornata, senza pregiudizi ideologici […]”.

Storia di un riformista [16], recensione di Andrea Di Consoli pubblicata sul Sole 24 Ore del 17 giugno 2018:
“La fotografia di una rara borghesia illuminata e solidale del Nord, che ha saputo abbracciare un socialismo riformista né isterico né palingenetico”.

Il libro letto da tre grandi protagonisti del movimento sindacale [17], articolo di Daniele Valentino pubblicato il 28 giugno 2018 su RadioSapienza.net, a seguito dell’incontro svoltosi all’Università “La Sapienza” di Roma il 20 giugno 2018.
Resoconto della discussione de La casa nella pineta introdotta da Giorgio Benvenuto, già segretario generale della Uil, Vincenzo Colla segretario nazionale della Cgil e Raffaele Morese, già segretario generale della Fim-Cisl.

Racconti intimi e familiari per parlare al cuore di tutti [18], recensione di Antonio Calabrò, nella rubrica Libri a confronto, pubblicata sul Quotidiano Nazionale (Il Giorno, La Nazione, Il Resto del Carlino) il 1° luglio 2018:
“Raccontare, con il pudore della sincerità, questioni che riguardano ognuno di noi […] fornire, proprio in tempi di smarrimento e di crisi, testimonianze dense di memorie e ricerca d’identità”.

Lucia Annunziata

Un libro molto utile sull’Italia nella seconda metà del ‘900 [19], trascrizione autorizzata dell’intervento di Lucia Annunziata per la presentazione del libro svoltasi a Roma, presso la Libreria Feltrinelli, il 13 giugno 2018:
“Mezzo secolo di storia della sinistra italiana vista con gli occhi di un ‘irregolare’: irregolare non soltanto nella Chiesa, nel partito, nel sindacato, nel movimento studentesco cui per qualche tempo ha partecipato, ma anche come avvocato e come professore”.

Negli anni ’70 e ’80 le radici dei mali di oggi [20], intervista di Gerardo Marrone, pubblicata sul Giornale di Sicilia il 16 luglio 2018:
“Alle origini delle convulsioni politiche e sindacali attuali le vicende italiane raccontate ne La casa nella pineta”.

Un video-colloquio su La casa nella pineta [21], conversazione con Alessia Liparoti, trasmessa dall’emittente tv Le Fonti il 16 luglio 2018: il libro rivisitato e discusso in ciascuno dei suoi passaggi più importanti.

Confessioni coraggiose nel racconto di una vita spesa bene [22], di Diego Zandel, sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 30 agosto:
“Si resta sorpresi della finezza letteraria che traspare in questo libro […] Il lavoro sapiente sul complesso intreccio famigliare […] ci regala teneri e divertenti ritratti e aneddoti, così ricchi di pathos, educazione e umanità che fa rimpiangere, nel lettore stesso, la fine di quel mondo, che è anche la fine di una civiltà […]”.

L’incontro nella cantina

Risposte a domande indiscrete di alcune accanite lettrici [23], articolo-intervista a cura di Serena Mazzurana pubblicata il 23 ottobre 2018 sul sito accanitelettrici.org [24], a seguito di un incontro  svoltosi a Marano (Verona) il 4 ottobre precedente: in una stupenda cantina della Valpolicella una serata dedicata a far rivivere alcune pagine de La casa nella pineta e a discuterne con interlocutrici straordinariamente desiderose di scavare nel testo per scoprirne nuovi contenuti.

Tentativi di passare per la cruna dell’ago [25], intervento introduttivo di don Giuseppe Grampa, parroco di San Giovanni in Laterano, all’incontro milanese del 7 novembre, pubblicato in forma di recensione del libro sul mensile Il Segno, organo della Diocesi di Milano e Varese, dicembre 2018:
“[…] Non è solo una sintonia biografica quella che mi ha coinvolto nella lettura: è soprattutto la qualità esistenziale di questa autobiografia […] Nella vicenda raccontata la carità evangelica si è fatta intelligenza dei problemi, si è fatta ricerca di strutture di eguaglianza e solidarietà […]”.

Il riformismo coraggioso e ingenuo di quello che a Barbiana chiamavano “Pierino” [26], recensione di Vincenso Antonio Poso in corso di pubblicazione sulla rivista Lavoro Diritti Europa:
“[…] Pietro Ichino è un “irregolare” […] cerca di sporcarsi le mani andando a lavorare con gli operai, entra nella grande famiglia della Cgil e del Pci, ma fa fatica a convincere che tra il lavoro, il mercato e l’impresa non deve esserci necessariamente conflitto. Non si sente a suo agio nel Palazzo, che mal sopporta il suo riformismo […]”.

Una storia familiare in cui rivive l’intera vicenda dell’Italia del secolo scorso [27], recensione a cura di don Walter Magnoni, responsabile della Pastorale del Lavoro della Diocesi di Milano, pubblicata sulla sua pagina Facebook il 21 novembre 2018:
“[…] Il lettore resterà sorpreso della franchezza con cui in questo libro si parla degli affetti. Amarsi è un’impresa tutt’altro che scontata […]”.

Andare a caccia di tracce di umanità e di bellezza [28], video di presentazione del libro e dell’incontro promosso dal Centro Culturale di Milano per l’11 dicembre 2018, a cura di Emanuela Maggio.

Piero Sraffa

Uno sguardo intelligente sul secondo Novecento [29], recensione di Walter Minella pubblicata sul sito della Biblioteca comuale di Pavia:
“[…] suscitano ammirazione e invidia la ricchezza delle relazioni, delle parentele, dei rapporti civili con alcuni dei più nobili esponenti della cultura italiana del Novecento, da Piero Sraffa ai Sereni, ai Pontecorvo, ai Colorni […] le conversazioni con Ingrao e Trentin, che rivelano una apertura al dubbio e all’autocritica che non traspariva […]”.

L’età dell’oro delle socialdemocrazie: le radici della crisi della sinistra [30], trascrizione autorizzata dall’autore dell’intervento di Enrico Morando, già viceministro dell’Economia nei Governi Renzi e Gentiloni, nell’incontro promosso da LibertàEguale per la presentazione de La casa nella pineta a Roma il 13 novembre 2018:
“[…] Nel libro di Pietro Ichino la storia del rapporto tra le due sinistre è un filo conduttore fondamentale: è la storia del conflitto fra la sinistra che coltiva l’antagonismo lavoro/impresa e quella che persegue invece l’obiettivo della massima possibile valorizzazione del lavoro attraverso l’impresa […]”.

Il Monviso da Fossano

Come si impara a restituire [31], articolo di Paolo Baggia pubblicato da La Fedeltà, settimanale della Diocesi di Cuneo, su La casa nella pineta e l’intervista che monsignor Olivero, vescovo di Pinerolo, ha fatto all’autore nel corso di un affollatissimo incontro a Fossano il 24 novembre:
“[…] La madre gli disse di prepararsi a restituire, ma al momento giusto; il padre, in modo più sfumato, gli disse che don Lorenzo era un santo ma che la sua non era l’unica via per la santità[…]”.

Il senso di una vita [32], videoregistrazione dell’intervista che monsignor Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, ha fatto all’autore de La casa nella pineta nel corso di un affollatissimo incontro a Fossano il 24 novembre:
“Non puoi mai sapere se quel che ti accade è per il tuo bene o per il tuo male; anche perché, a ben vedere, questo dipenderà essenzialmente da te”.

Un realismo conquistato sul campo [33], recensione a cura di Aldo Novellini, pubblicata su La Voce e il Tempo, organo della Diocesi di Torino, dicembre 2018:
“[…] Il riformismo concreto di Pietro Ichino nasce dalla conoscenza diretta della realtà della fabbrica e lo porta a perseguire la difesa del lavoro attraverso soluzioni giuridiche e contrattuali diverse da quelle tradizionali […]”.

Un itinerario esistenziale e politico inconsueto [34], recensione a cura di Giovanna Melis pubblicata sul n. 5/6/2018 di Rinascere, organo bimestrale del movimento Rinascita Cristiana:
“Come le inquietudini di un cattolicesimo preconciliare si incanalano e diventano feconde di azione sociale e umana”.

Credere in qualche cosa che non è dato ma va costruito [35], intervento di Elio Franzini, Rettore dell’Università degli Studi di Milano, nel corso della presentazione del libro promossa dal Centro Culturale Milanese a Milano l’11 dicembre 2018:
“[…] La casa nella pineta è il libro della Milano città operaia e al tempo stesso città borghese […] di una borghesia radicata in un cattolicesimo manzoniano, poco esibito, poco bigotto, anche al suo interno dialogico: quello […] dove stavano insieme due persone diversissime come don Giussani e Padre Turoldo […]”.

Il tarlo della restituzione: la porta stretta di Pietro Ichino [36], recensione di Martino Liva pubblicata su Appunti di Cultura e Politica, rivista bimensile curata dall’Associazione Città dell’Uomo [37], fondata da Giuseppe Lazzati, ed. Morcellia, febbraio 2019:
“[…] In questo libro la storia personale diviene storia collettiva, in grado di affascinare anche il lettore non così vicino alle vicende di casa Pellizzi-Ichino; […] un volume ove si intersecano intimità familiare e vissuto dell’intero nostro paese […]”.

Ancora sulle radici della crisi della sinistra [38], video dell’intervista su La casa nella pineta a cura di Enrico Cisnetto, nella trasmissione Roma Incontra del 18 marzo 2019:
“Non c’è buon lavoro senza buona impresa, e viceversa: l’indispensabile scommessa comune che non abbiamo ancora messo bene a fuoco”.

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La tenuta della famiglia Milani a Montespertoli

L’avventuroso viaggio di Ichino dall’isola felice alle Botteghe Oscure [40], recensione di Attilio Pandini pubblicata sulla Gazzetta di Sondrio il 31 marzo 2019:
“[…] Alcuni passaggi del libro sono da antologia, per l’originalità dei tratti e la schiettezza dei sentimenti […] Una testimonianza dinamica, precisa, ricca di argomenti e di episodi interessanti. Non spiega però i motivi per i quali il Pietro Ichino liberale, tollerante, riformista, moderato, sceglie di militare nella sinistra filosovietica […]”. La recensione contiene anche una notizia poco nota sulla scelta di povertà di don Lorenzo Milani.

Una famiglia di fronte alla grade contraddizione [41], recensione di Laura Radiconcini, scrittrice, pubblicata sulla sua pagina Facebook:
“[…] Chi ha avuto molto deve dare indietro, restituire. […]  Scopriremo le risposte che gli Ichino troveranno a questo imperativo. […] Un libro che serve anche per ripassare un bel pezzo di storia recente d’Italia. Consigliatissimo […]”.

Quella casa nella pineta per amarsi, per crescere, per perdersi e ritrovarsi [42], recensione di Andrea Del Re pubblicata dal settimanale Toscana Oggi il 19 maggio 2019:
“Forse è l’unico libro che ci dà uno spaccato reale della élite borghese del secolo passato […] la narrazione di una tenerissima e singolarissima storia d’amore […] gli episodi narrati su Don Milani del tutto sconosciuti ai più”.

[43]Quel che dà un senso alla vita, e ci separa dal nulla [44], intervista a cura di Antonella Soccio, pubblicata sul giornale online Bonculture [45] il 26 settembre 2019, in occasione della presentazione de La casa nella pineta a Conversano, nell’ambito della manifestazione LectorinFabula:
“Di casuale c’è moltissimo nella nostra esistenza, quasi tutto; il punto è che, dovunque il caso ci porti, spetta a noi scavare per trovare il bene, il bello, il degno di essere vissuto, che si nasconde dappertutto”.

 

 

 

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