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N. 503 – 14 giugno 2019

[1]L’AUMENTO DELLE PAGHE PER LEGGE
Nel tentativo di invertire il trend negativo dei sondaggi, il ministro del Lavoro Di Maio riscopre la bandiera della “retribuzione come variabile indipendente” (sperando che gli italiani ci credano e che il tempo della verifica sia più lontano possibile): leggi il mio primo editoriale telegrafico di oggi [2].

[3]GAD LERNER: UN’ALTRA PREDICA (SBAGLIATA) AL PD SUL LAVORO
… dopo quella di Pierluigi Battista della settimana scorsa [4]. L’opinionista di Repubblica sembra convinto che l’apprezzamento per l’opera di Marchionne sia incompatibile con lo “stare con gli operai”; dimentica che 6 operai della Fiat su 10 nel 2010 approvarono il piano di Marchionne (e gli altri 4, col senno di poi, devono essergliene grati). Leggi il mio secondo editoriale telegrafico di oggi [5].

[6]LA PERICOLOSA MUTAZIONE GENETICA DELLA LEGA
Un libro racconta con precisione minuziosa l’azione svolta da un gruppo ben individuato di “post-nazisti”, minoritario nel partito celtico-padano-autonomista di Umberto Bossi, per trasformarlo nel partito autoritario-razzista-filorusso guidato oggi da Matteo Salvini: sono online le mie considerazioni e preoccupazioni suscitate dalla lettura de I demoni di Salvini, di Claudio Gatti [7].

[8]NON UNA LACRIMA PER LE LACRIME DI AMANDA
L’ex-studentessa americana si presenta come vittima di una montatura del sistema giudiziario italiano, dimenticando i suoi comportamenti del tutto incoerenti con le professioni di innocenza e soprattutto la sua calunnia contro un innocente: leggi il mio terzo editoriale telegrafico di oggi [9].

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[3]GINO GIUGNI E IL “COLLOCAMENTO IMPOSSIBILE”
Un  progetto della Cgil milanese anni ’70 per migliorare il collocamento, un tribunale che considerava la selezione attitudinale come un reato, un giuslavorista che aveva tenuto a battesimo lo Statuto dei Lavoratori, ma ne vedeva lucidamente i limiti: è online un estratto del dibattito tra Gino Giugni e un magistrato del lavoro [11] che considerava vietata la selezione attitudinale delle persone da avviare al lavoro e costituzionalmente vincolato il vecchio meccanismo del collocamento pubblico. Con un mio breve commento.

[12]LICENZIAMENTI INGIUSTIFICATI: GIUSTIZIA vs EFFICIENZA?
Una analisi dell’apparato sanzionatorio contro il recesso ingiustificato del datore, dopo la riforma del 2012-2015, alla luce dello schema concettuale elaborato oltre quarant’anni fa da Calabresi e Melamed, centrato sulla distinzione tra property rules e liability rules: è online lo studio del magistrato Giovanni Armone [13], nel quale la ratio legis della nuova disciplina è individuata – secondo un tipico approccio di Law and Economics – in una scommessa del legislatore sulla cooperazione tra le parti (lo scritto fa seguito alla mia risposta [14] a un commento al mio articolo pubblicato a fine maggio sul sito [15]lavoce.info [15]).

[16]L’IDEA DELLA “STAFFETTA GENERAZIONALE” È ANCORA ATTUALE
La riduzione dell’orario degli anziani, con affidamento ad essi del compito di guida e accompagnamento di giovani neo-assunti, può dare buoni frutti sul piano micro, purché sia una opportunità incentivata e non un vincolo; e purché non alimenti l’idea che, sul piano macro, il lavoro degli anziani porti via lavoro ai giovani. Leggi il messaggio di una frequentatrice di questo sito e la mia risposta [17], con i link a due altri articoli in argomento.

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