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N. 525 – 29 giugno 2020

[1]LA TECNICA DEL  CORDONE SANITARIO PER EVITARE IL CONFRONTO
Perché il fuoco di sbarramento funzioni, e il dibattito non si apra per davvero, occorre diffondere una caricatura di quello che osservo e sostengo  sui difetti della gestione del personale pubblico (e ignorare le contraddizioni impressionanti in cui cade la ministra): leggi il mio editoriale telegrafico per la Nwsl n.  525 [2].

[3]LO SMART WORK NON È QUESTO
Se molti dipendenti pubblici non hanno potuto lavorare non è colpa loro; ma occorre chiamare le cose con il loro nome: nella maggior parte dei casi “sospensione dal lavoro”, non “smart working”. Chiamar le cose con il loro nome serve anche per evitare di imputare allo smart working delle colpe che non ha. Leggi:
– la mia intervista pubblicata la settimana scorsa su la Nuova Sardegna [4];
– la mia intervista pubblicata giovedì su Milano Finanza, I (grandi) meriti e i (pochi) limiti dello smart work [5].

[6]

La ministra della Funzione Pubblica Fabiana Dadone

SETTE DOMANDE ALLA MINISTRA SULLO SMART WORK PUBBLICO
Qual è, settore per settore e regione per regione, la percentuale di dipendenti pubblici la cui funzione si presta effettivamente a essere svolta da remoto? E quanta parte di questa è stata svolta effettivamente? Hanno davvero lavorato da remoto anche gli addetti ai musei, gli uscieri, il personale tecnico delle varie sedi chiuse, gli ispettori delle varie amministrazioni? È online il mio articolo pubblicato il 18 giugno sul sito del Corriere della Sera [7]. La ministra Dadone non ha risposto.

[8]CHI CONTROLLA LA RIAPERTURA DELLA PA?
Nella “fase 3” stiamo vedendo un mondo a due velocità: da una parte quelli che si sono impegnati a spingere per la ripresa, si sono ingegnati per conciliare le necessarie misure di sicurezza con la ripresa del lavoro, dall’altro quelli – per lo più nel settore pubblico – cui la pandemia ha offerto una buona occasione per rallentare o fermarsi del tutto. Leggi in proposito:
– l’articolo di Giorgio Damiani pubblicato il 14 giugno sul Messaggero Veneto [9];
– la lettera di una cittadina bolognese indignata [10], che elenca i ritardi e le inefficienze di Agenzia delle Entrate, Camere di Commercio, Conservatorie e Tribunali;
– e, poiché è doveroso sentire anche l’altra campana, una voce di marcato e motivato dissenso [11].

[12]STATO E MERCATO: LA FALSA ALTERNATIVA DEL DOPO-COVID
Gestire centralmente un pachiderma con oltre un milione di dipendenti, qual è l’amministrazione scolastica, è molto difficile; e il disastro a cui stiamo assistendo ne fornisce ancora una volta l’evidenza. Leggi l’editoriale telegrafico di Andrea Ichino, pubblicato sul Corriere della Sera sabato [13].

[14]

[15]IN EXTREMIS OMNIA SUNT COMMUNIA
È la massima tomistica su cui don Lorenzo Milani fondava il proprio “comunismo etico” completandola così: “se sei cristiano, per stabilire dove stia l’extremum devi metterti nei panni del povero che hai di fronte”. Leggi la mia intervista a ilcaffèonline [16], nel 53mo anniversario della morte del Priore di Barbiana.

[17]

Alcune delle foto contenute nei risguardi del libro

QUANTO È REVERSIBILE IL PRIVILEGIO
Una  frequentatrice di questo sito che sta (ri)leggendo La casa nella pineta [14] e si è incagliata a pagina 262 mi chiede: “Ma se ‘quando Pierino nasci, resti tale… il privilegio è dentro di te’, quando nasci disgraziato, allora, resti tale…? Lo svantaggio è irrimediabilmente dentro di te?”. Leggi la lettera e la mia risposta [18].

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