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COSTANZA: LE IMMAGINI E LA TRAMA NASCOSTA DI UNA VITA

Una persona tanto fragile quanto forte e straordinariamente capace di capire nel profondo l’animo di chi le stava intorno e il proprio – L’evidenza fotografica, necessariamente esteriore, a confronto con l’intreccio degli invisibili percorsi e aporie dello spirito

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Un album di foto è forse il documento più superficiale e quindi fuorviante di cui si possa disporre per conoscere il vissuto di una persona e ancor più di una famiglia. Quando siamo fotografati sorridiamo, anche se dentro di noi non ne avremmo motivo; se siamo noi a eseguire la foto, selezioniamo l’inquadratura migliore delle persone e dell’ambiente circostante escludendo accuratamente tutto quanto consideriamo antiestetico, non meritevole di essere ricordato. Ci immortaliamo quando siamo ben vestiti e insieme in armonia, o almeno facciamo come se lo fossimo, non mentre ci sentiamo in disordine o stiamo litigando. La vita vera di ciascuno di noi e di ogni famiglia è fatta anche di tutte le cose che l’inquadratura tende a escludere, di ferite inferte – anche involontariamente – e conseguenti rancori, di grovigli di sentimenti che in parte nascondiamo persino a noi stessi. Costanza,  invece, ha dedicato gran parte della sua vita adulta a far luce su quei grovigli, affrontandone deliberatamente la sofferenza. Per questo noi marito e figlie abbiamo cercato di mettere le non molte foto di lei di cui disponiamo a confronto con alcuni frammenti, di cui lei stessa ci ha messi a parte, del risultato della sua lunga ricerca analitica sulla propria vicenda esistenziale. Con questo non abbiamo certo la pretesa di rappresentare la realtà a tutto tondo di una vita, ma soltanto di avvertire che essa è infinitamente più complessa di quanto qualsiasi immagine fotografica possa restituire.

I frammenti di poesie sono tratti da Poesie per Costanza – 1973-1998 [1].

Altre foto e documenti relativi alla vita e alle opere di Costanza sono disponibili sulla pagina web a lei dedicata [2].
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La prima infanzia

Costanza ebbe per tutta la vita con sua madre, Romana Rossi Strada, un rapporto ambivalente: per un verso di grande amore e quasi identificazione personale (“mi sentivo diventare lei”), per altro verso di protesta per essere stata – diceva – da lei frenata fin dai primi anni in ogni suo slancio e manifestazione di entusiasmo. Arriverà ad imputarle addirittura quella che era giunta a percepire come una sorta di “infibulazione psicologica”, superata attraverso un doloroso e non facile percorso psicanalitico.

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1952 – Con la mamma

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1954

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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1955 –  A Primolo

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1956 – A Besnate

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Immagini dell’adolescenza: l’amicizia con Evelyne

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La foto sulla carta d’identità di Costanza

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1968 – Con Evelyne a diciott’anni a Bordeaux

L’adolescenza di Costanza è segnata soprattutto da tre esperienze: la partecipazione al movimento di Gioventù Studentesca e due viaggi di studio all’estero: un primo con sua sorella Agnese a Veyrier, in Svizzera, presso un Istituto di Suore (del quale non è rimasta alcuna documentazione fotografica), un secondo a Bordeaux, nell’ambito di uno scambio con una ragazza francese, Evelyne Desvergnes, con la quale nascerà un’amicizia intensa, durata per tutta la vita [9].

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A Parigi ai Jardins de Luxemburg

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1969 – A Ravello

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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1971 – Il viaggio della libertà conquistata

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Nel 1971 Costanza fa un altro viaggio in Francia con la sua migliore amica e compagna di studi universitari, Giovanna Ichino, un ragazzo che in quel periodo fa la corte alla sorella maggiore di quest’ultima ma che poi diventerà marito di Giovanna, Giambattista (Giamba) Picinali, e un amico trentino che studia alla Cattolica a Milano, Piero Taller. Costanza ricorderà sempre quel viaggio come un momento felice di passaggio verso l’età adulta e di liberazione dalle sudditanze cui si era sentita legata nell’adolescenza.

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A Parigi ballando con Giamba davanti a Notre Dame

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Da sinistra: Giamba, Giovanna e Costanza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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A Taizé – Da sinistra: Giamba, Costanza e Piero

A Milano è un periodo tempestoso sul piano politico, culturale e nella vita della Chiesa: sono gli anni della “messa in piazza” (La casa nella pineta [15], nono capitolo), di cui  Costanza è tra i protagonisti. In lei prevale in questo periodo lo spirito della contestazione dell’esistente e il desiderio del cambiamento, anche del proprio essere.

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1971-73 – Il periodo del fidanzamento e il giorno del matrimonio

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Nell’estate del 1971, approfittando di un periodo di assenza di sua sorella Giovanna, Pietro Ichino fa la corte a Costanza, che non si sottrae: al suo ritorno, Giovanna scopre la tresca. Nel giugno 1972 Pietro partirà per il servizio militare.

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1972 – A Cardoso, in Versilia

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1972 – Con Pietro militare in licenza, a Milano in casa dei Rossi in via Pagliano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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1973 – Alla festa del “fidanzamento” ufficiale

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15 dicembre 1973: il giorno del matrimonio, all’uscita da S. Pietro in Sala – A destra degli sposi Giovanna Ichino e Andrea Torricelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In omaggio a uno stile severo di sobrietà e servizio, cui Costanza e Pietro lo vogliono ispirato secondo l’insegnamento di don Lorenzo Milani e gli ideali del movimento del ’68 e del ’69, il matrimonio venne celebrato alle 9 di mattina in modo semplicissimo, seguito da una cioccolata nella vicina grande casa della Nonna Paola; e i regali di nozze sono destinati per metà ad aiutare una coppia di sposi poveri, per l’altra metà all’acquisto di attrezzature per il servizio di  assistenza legale per i lavoratori che Pietro sta organizzando presso la Camera del Lavoro di Milano.

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I primi anni di matrimonio

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In questo periodo in Costanza matura, per ora inavvertitamente, una sorta di rovesciamento interiore sul quale più tardi si interrogherà a lungo: in lei incomincia a prevalere la diffidenza nei confronti dei propri impulsi alla rivoluzione, non tanto quella politica quanto quella esistenziale.

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1974 – Al Col Sapin innevato (Courmayeur)

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Settembre 1977 – Al Forte leggendo il giornale sulla spiaggia (e aspettando Giulia)

 

 

 

 

 

 

 

 

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Tu non osi sperare. E ti è amaro
quel che sperato non hai.
Ti accontenti di poco, cammini
chino lo sguardo per terra.
Ma il cammino è leggero se gli occhi
sanno guardare lontano.

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1978 – Nasce Giulia

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Con Giulia di pochi mesi

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1979 – Al Forte

 

 

 

 

 

 

 

Tu dici “son debole”,
ma con forza conduci
per mano in silenzio chi ami.
“Son cieca”; ma illumini
a entrambi la strada
anche quando il cammino è più scuro.
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1982 – Al Lago di Pietra Rossa (La Thuile)

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Si apre un periodo nel quale Costanza sente riprodursi dentro di sé verso la primogenita gli stessi atteggiamenti che rimprovera a sua madre. L’intero decennio successivo della sua vita interiore sarà segnato profondamente dall’impegno non facile a liberarsene.

 

L’inizio del lungo viaggio dell’analisi
Io vidi, non visto
la sorte gettata.
Non dissi “Coraggio”.
Ti vidi turbata
esitar sulla soglia.
Tacere fu saggio.
E tu fosti forte:
scegliesti da sola
la via del tuo viaggio.
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1983 –  Nasce Anna
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A Milano nella nuova casa affittata a via Giotto 9

 

 

 

 

 

 

 

Alla nascita di Anna segue un periodo di depressione, che Costanza affronta con l’aiuto al tempo stesso dei farmaci antidepressivi e dell’analista, trasformandolo in un momento straordinario di ricerca e di scoperte su se stessa e il suo rapporto con i genitori, la grande famiglia degli Ichino, le amiche più care, e soprattutto le due figlie.

Cieco è chi crede di vederci chiaro.
Sol chi è passato per la selva oscura
riesce ad aprire gli occhi per davvero.

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Alberto Beretta, che molti rovelli interiori accomunano a Costanza, in visita a genitori e bebé

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Pasqua 1983 – La neonata nel lettone a Courmayeur

 

 

 

 

 

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A casa dei Nonni Rossi, in via Pagliano

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Poppata di Anna, con Giulia e la sorella di Costanza, Agnese

 

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1984 – Con Francesca e Piero Meucci a Courmayeur

Insegnamo ai figli parole
senza saper quale lingua
parleranno domani.

Allegri no, ma attenti
ci incamminiamo
verso una terra che non ci è promessa.

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1985 – A Milano con la Nonna Paola – In secondo piano Lalla Cirillo, grande amica, parla con Tito, padre di Costanza

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Pasqua 1985 – I coniugi schiena contro schiena su un prato sopra l’Hermitage (Courmayeur)

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Quando si è tutti sulla stessa barca (anche se qualcuno preferirebbe disporre di barche distinte)

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1986 – In barca al Forte – Da sinistra: Alessandra (figlia di Giovanna), Pietro, Lorenzo e la sua mamma Giovanna con in braccio Federico, Costanza; di spalle Giulia, Anna e la cuginetta Matilde, figlia di Agnese

È questo il periodo in cui si manifesta più intensamente la pretesa del grande clan degli Ichino di uniformare, controllare, organizzare, coordinare i comportamenti dei singoli nuclei familiari e dei loro membri. E più intensamente Costanza ne soffre.

È anche il periodo in cui Costanza sta sbucando da quello che lei stessa indica come il tunnel del suo lungo percorso analitico. Una delle manifestazioni esteriori della sua nuova temperie esistenziale è il modo di acconciare i capelli, che sostituisce quello precedente da lei – ridendo – definito “minimalista”.

[35]È – last but not least – il periodo nel quale decide, dopo un lungo e a tratti lacerante travaglio interiore alimentato e alla fine risolto anche attraverso l’introspezione psicanalitica, di lasciare il posto di ruolo di ricercatrice all’Università di Bergamo e assumere quello – pagato molto meno – di collaboratrice autonoma della Casa Editrice Giuffré per la segreteria di redazione della Rivista italiana di diritto del lavoro, di cui Pietro è dall’anno prima capo-redattore.

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1987 – Sulla riva del Lago Liconi con Pietro, Giulia al guinzaglio e in secondo piano la piccola Silvia Casati china sull’acqua – Saliti dal versante di Courmayeur scenderanno epicamente su quello di Morgex arrivando a casa quasi a buio

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Gli anni ’90

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Sul terrazzo della casa nuova appena costruita a Milano con la Cooperativa Centro Storico, in via Valenza 5, con Pietro e Anna

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Con Pietro (oltre a Giulia e Anna) a una festa del nuovo Studio in via Pallavicino, che è ora luogo di lavoro di entrambi, perché è anche sede della redazione della Rivista curata da Costanza – Qui lei incomincia a essere la confidente di molti dei collaboratori più giovani dello Studio, oltre che di molte delle dipendenti: un personaggio dunque in qualche modo centrale nell’organizzazione

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Sulla porta della casa nuova

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I primi orecchini di Anna, il giorno della sua prima Comunione

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1993 – Davanti al Leone XIII

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In via Valenza con i genitori Tito e Romana

Calipso: Temo per te lontano.
Ulisse: … e temi il vento
che per il mare mi spinge.
Ma tu stessa cucisti le vele
perché la mia barca
potesse lasciar questo lido.
Calipso: E farvi ritorno
perché qui soltanto sei stato felice.
Ulisse: Qui soltanto
l’arte tua arcana
nasconde il tempo che passa.
Ma non  è che illusione.

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1993 – Festa nella casa nuova – In secondo piano in piedi da sinistra Anna e Andrea, Costanza con Stefano Cirillo e Simonetta (moglie di Andrea), a destra Giovanna con Rysia Consolo – Sedute da sinistra Maria Rosa Verri, Romana Rossi Strada, e, con Martina (figlia di Andrea) tra le gambe di Caterina Costa, figlia di Maria Paola

 

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20 giugno 1998 – Al matrimonio di Alessandra, figlia di Giovanna, e Fabrizio Moneta – Costanza ( qui con la giacca gialla) è testimone delle nozze

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Natale 1995 – Nella storica casa degli Ichino, in via Giotto 24 – Da sinistra: il Nonno Luciano, Anna, Costanza e Andrea, fratello di Pietro

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Al “Clan degli Ichino” – come lo chiamava Costanza – il Nonno Luciano apparteneva solo per elezione, per essersi scelto i genitori della Nonna Francesca come propri (v. La casa nella pineta [15], secondo capitolo), ma in realtà agli occhi della stessa Costanza non ne faceva parte fino in fondo. Al contrario, lei si sentiva particolarmente accomunata a lui, oltre che dall’esperienza della depressione ricorrente, anche dal modo per nulla intrusivo nel quale lui concepiva e praticava i rapporti tra i nuclei familiari all’interno della grande tribù.

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Gli anni 2000 e la battaglia vinta contro i tumori

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Nell’estate 2000 a Costanza venne diagnosticato  il primo tumore al seno, cui fece seguito un ciclo di radioterapia e uno di chemioterapia. Nonostante l’intervento chirurgico e le cure successive, non volle sospendere il suo lavoro di segretaria di redazione, che portò a compimento regolarmente senza che alcuno dei moltissimi collaboratori percepisse alcun impedimento o ritardo nelle sue risposte.

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Convalescenza a Courmayeur

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2009 – Al matrimonio di Caterina Costa (figlia di Maria Paola) con Antonino Cutrupi

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2005 – A Courmayeur

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17 marzo 2003 – Al Collegio Universitario Arcivescovile San Paolo – Da sinistra don Giuseppe Grampa – tra le guide spirituali cui Costanza è stata maggiormente e più a lungo legata -, Pietro, la stessa Costanza e don Giovanni Barbareschi

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L’ultimo decennio

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2011 – Al Forte – In piedi, da sinistra, Maria Paola, Giovanna e Caterina; sedute Costanza, Nonna Francesca e Amina, immigrata etiope conosciuta sulla spiaggia

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Dal 2010 incominciano a manifestarsi i primi segni inequivoci (almeno visti con gli occhi del poi, ma per la diagnosi occorrerà attendere a lungo) della malattia neurologica: la mancanza di equilibrio, le prime difficoltà nel camminare, le prime cadute. Nel 2014 la prima frattura del femore, nell’agosto 2015 al Forte la seconda, in entrambi i casi con il necessario periodo di riabilitazione.

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Agosto 2015 – Con Pietro David al Don Gnocchi di Marina di Massa, per la riabilitazione dopo la seconda frattura

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2018 – Al Forte, con Anna sulla spiaggia

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22 marzo 2019 – A Milano – Da sinistra: Pietro D., Lapo, Costanza, Anna e Pietro, di cui si festeggiano i 70 anni

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Estate 2019 – Al Forte, con Anna e Lapo (alle spalle Maria Paola)

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2019 – Al Forte con Maria Paola

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Allo spettacolo di Bonaventura, in pineta, il 24 agosto  2019, 69m0 compleanno di Costanza (di spalle a sinistra; in piedi davanti a lei Anna; sul palcoscenico la sfilata finale degli attori)

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Agosto 2019 – Al Forte, sul vialino in fondo alla pineta, con Pietro, Lapo in braccio e Pietro David in secondo piano

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Settembre 2019 – Al Forte: tutta la famiglia sulla spiaggia al tramonto

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Dicembre 2019 – A Milano nella nuova casa di Anna (in piedi) con Giulia e i due nipotini

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Gli ultimi giorni

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Marzo 2020 – A Milano in giardino durante il lockdown Costanza dice “Senza di te non potrei esistere” (ma è reciproco)

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Pasqua 2020 – Pranzo sul terrazzo con Anna; da sinistra Regina e Charo, che hanno assistito Costanza negli ultimi mesi

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L’addio

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Illuminato dal sole e incorniciato dal pino che ci ha sempre dato il buongiorno all’apertura della finestra della stanza da letto al mattino, il gelso sotto il quale le ceneri di Costanza sono state sepolte e che le riporta alla vita nella pineta da lei amatissima

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