UN “DUE PER CENTO” POTENTISSIMO

COMMENTO ALLA DICHIARAZIONE DEL RESPONSABILE DELL’ECONOMIA DEL PD, SECONDO CUI IL PROGETTO FLEXSECURITY AVREBBE L’APPOGGIO SOLTANTO DEL DUE PER CENTO DEI DEMOCRATICI

Editoriale per la Newsletter n. 177, 28 novembre 2011, riferito all’intervista pubblicata da Repubblica il 25 novembre 2011, nella quale figurano queste affermazioni (non smentite) di Stefano Fassina: “Nel Pd ci sono due linee [in tema di politica del lavoro]. Entrambe hanno diritto di cittadinanza… Una linea ha il 2 per cento, l’altra il 98 per cento. Io capisco Ichino, lui rappresenta quel 2 per cento e per farlo valere … ha bisogno di andare sui giornali tutti i giorni” – Segue un commento a queste affermazioni di Marco Meloni, responsabile Pd per l’Università e la Ricerca

Il due per cento del Pd di cui parla Stefano Fassina sarà anche piccolo, ma è potentissimo: è riuscito a prendersi la maggioranza dell’intero gruppo dei senatori democratici, tra i quali due vicepresidenti del Senato, poi i leader delle due grandi minoranze del partito, Walter Veltroni e Ignazio Marino, il vicepresidente del partito Ivan Scalfarotto, l’intera associazione Liberal Pd presieduta da Enzo Bianco; riesce persino a infiltrarsi tra le file della maggioranza contagiandone esponenti di primo piano come Enrico Letta, Massimo D’Alema e Giuliano Amato. Il 10 novembre dell’anno scorso è riuscito anche a condizionare l’intero gruppo Pd al Senato, inducendolo a votare compatto la mozione di Francesco Rutelli che impegna il Governo a varare una riforma del diritto del lavoro ispirata proprio al progetto flexsecurity. Ha una forza organizzativa e mediatica incredibile, quel “due per cento”: negli ultimi tre anni ha organizzato 450 incontri pubblici in ogni parte d’Italia, si è tirato dietro l’intera Uil e persino il neo-presidente del Consiglio se ne è lasciato suggestionare; e ha indotto i giornali, le radio e le tv a parlare tutti i giorni del progetto flexsecurity. Non sarà che parlano solo di quello perché nessuno ha capito che cosa proponga Fassina per voltar pagina rispetto al regime di apartheid fra protetti e non protetti? Non ci ripeta, il responsabile dell’Economia, che bisogna aumentare i contributi previdenziali sulle paghe dei lavoratori di serie B e C: quella sua proposta è stata già accolta e attuata dalla legge di stabilità varata dal Governo Berlusconi nel settembre scorso. O forse sostiene che con quella svolta epocale il problema può considerarsi definitivamente risolto?

 

DICHIARAZIONE DI MARCO MELONI, RESPONSABILE PD PER UNIVERSITÀ E RICERCA
Agenzia Ansa, 25 novembre 2011
“Chi rappresenta il partito dovrebbe mostrare, ora più che mai, misura ed equilibrio, anche rinunciando a qualcuna delle proprie convinzioni per rappresentare quelle di tutti. … Purtroppo, oggi Fassina, nella sua intervista a Repubblica, ha dimostrato di non voler interpretare questo spirito, irridendo chi non la pensa come lui e confondendo la contrarietà alle sue dimissioni con l’adesione alle sue posizioni. Posizioni che molto spesso, negli accenti e nei contenuti così estremi, vanno ben oltre sia la mozione congressuale con cui abbiamo sostenuto Bersani, sia le deliberazioni approbate dagli organismi dirigenti. Al di là delle battute di dubbio gusto sulle percentuali, l’inasprimento dei toni che Fassina ha determinato rende necessario un confronto schietto. Il mio auspicio è che sia confermata la linea che – superando la forte contrarietà di chi, come Fassina, considerava questo esito prima antidemocratico e poi a termine – ci ha condotto a sostenere il programma di riforme del Governo Monti. Una scelta che, a proposito di percentuali e a giudicare dai sondaggi di opinione, fa aumentare i consensi al Pd ed è condivisa da quasi il 95 per cento dei nostri elettori.”

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