L’IMPRESA DI GEORGE GALLOWAY

UNA VICENDA ELETTORALE BRITANNICA MOSTRA COME IL COLLEGIO UNINOMINALE COSTITUISCA LA MIGLIORE GARANZIA DELLA LIBERTÀ DI ELETTORATO ATTIVO E PASSIVO CONTRO LO STRAPOTERE DEGLI APPARATI DI PARTITO

Commento a una notizia di cronaca riportata nei giorni scorsi dai quotidiani britannici, 2 aprile 2012 – Colgo l’occasione di questo intervento per deplorare la deriva autodistruttiva che Marco Pannella e Fulco Lanchester hanno voluto imprimere alla Lega per l’Uninominale, dopo averla letteralmente paralizzata per un intero anno (v. in proposito la mia lettera aperta a Fulco Lanchester del 19 febbraio scorso, rimasta senza alcuna risposta, né scritta né verbale, Il mistero di una Lega in letargo): all’assemblea del 30 marzo scorso essi hanno parlato di scioglimento!

     Molti sostengono che nelle elezioni a collegio uninominale è il più delle volte l’apparato di partito a scegliere, e non gli elettori: basta candidare nel “collegio sicuro” la persona che si vuol mandare in Parlamento, e il gioco è fatto.
     Non è così; e lo dimostra la vicenda di George Galloway, ex-parlamentare britannico, da tempo in rotta con il suo partito, il Labour. Ha deciso di sfidarlo, candidandosi in un collegio – quello di Bradford Ovest – che era considerato una roccaforte laburista inattaccabile: da quarant’anni lì nessun altro partito era mai riuscito a far passare un proprio candidato. In un collegio piccolo chiunque può candidarsi facilmente: bastano poche firme di supporto, la campagna elettorale costa poco. E se il partito tradizionalmente dominante sbaglia candidatura, o l’outsider è in grado di conquistarsi le simpatie della cittadina o del quartiere, tutto può accadere. Nel collegio uninominale il rapporto diretto tra elettori e candidato fa premio sulla scelta ideologica. È così che George Galloway nei giorni scorsi ha potuto, da solo, interrompere mezzo secolo di predominio del Labour, conquistandosi il seggio alla Camera dei Comuni con il 55,9 per cento dei voti. Con qualsiasi altro sistema elettorale questo non sarebbe stato possibile.
     È per questo che il collegio uninominale – a turno unico come in Gran Bretagna e negli Usa, a turno doppio come in Francia, o a turno unico con voto alternativo come in Australia e in Nuova Zelanda – costituisce il sistema che meglio garantisce la libertà di elettorato attivo e passivo contro lo strapotere degli apparati di partito.

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