N. 345 -18 maggio 2015

CHI PAGA IL CONTO DELLA LIBERTÀ DEGLI INSEGNANTI DI NON INSEGNARE?
Continua…

APPUNTI SUL SAGGIO DI RODANO IN TEMA DI JOBS ACT

SAREBBE STATO MEGLIO NON PROTEGGERE PIÙ NESSUNO E CERCARE, FINALMENTE, DI FAR NASCERE UN VERO E PROPRIO MERCATO (LIBERO) DEL LAVORO

Intervento di Antonio M. Orazi, pubblicato sul Bollettino Adapt l’11 maggio 2015, a seguito della pubblicazione su questo sito del saggio di Giorgio Rodano, Il mercato del lavoro italiano prima e dopo il Jobs Act Continua…

IL FATTO: LA QUESTIONE DEL REDDITO MINIMO DI INSERIMENTO

OGGI SI SPENDONO FIUMI DI DENARO PUBBLICO PER FORME DI SOSTANZIALE ASSISTENZA PRIVA DI REGOLE E DELLA NECESSARIA CONDIZIONALITÀ: OGGI È DALLA RIFORMA DI QUESTA ASSISTENZA CHE POSSIAMO E DOBBIAMO TRARRE IL NECESSARIO PER FINANZIARE UN SISTEMA DI SOSTEGNO DEL REDDITO DELLE PERSONE IN DIFFICOLTÀ, ACCOMPAGNATO DA MISURE VOLTE AL REINSERIMENTO NEL TESSUTO PRODUTTIVO 

Testo integrale dell’intervista a cura di Virginia Della Sala, pubblicata (con alcuni tagli per ragioni di spazio) su il Fatto quotidiano il 12 maggio 2015 Continua…

L’INTERVENTO DELLA SENATRICE A VITA ELENA CATTANEO SULLA QUESTIONE DEGLI OGM

LE BIOTECNOLOGIE OGGI FANNO MOLTISSIMO PER IL PROGRESSO DELL’AGRICOLTURA – PRECLUDERSI LA POSSIBILITÀ DELLA RICERCA SCIENTIFICA IN QUESTO CAMPO È UNA SCELTA IRRAGIONEVOLE, CHE SCONFINA NELL’OSCURANTISMO

Intervento svolto dalla senatrice a vita Elena Cattaneo nella sessione pomeridiana del Senato del 12 maggio 2015, nella discussione del disegno di legge AS 1758 recante Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea; legge di delegazione europea
2014Segue l’ordine del giorno a prima firma della stessa senatrice Cattaneo, sulla stessa materia Continua…

LA CONSULTA SULLE PENSIONI: UNA SENTENZA REGRESSIVA

IN UNA STAGIONE DEDICATA A CORREGGERE UN SISTEMA DI WELFARE CHE PRIVILEGIAVA LE VECCHIE GENERAZIONI RISPETTO ALLE NUOVE, QUESTA SENTENZA TORNA BRUSCAMENTE INDIETRO – E, A DIFFERENZA DI PRECEDENTI SENTENZE DELLA STESSA CORTE, LO FA SCEGLIENDO DI NON CONSIDERARE IL QUADRO GENERALE DEL NOSTRO BILANCIO PUBBLICO E I VINCOLI IN CUI ESSO DEVE MUOVERSI

Editoriale di Maurizio Ferrera pubblicato sul Corriere della Sera del 14 maggio 2015

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LA SCUOLA CHE VOGLIONO I CONTESTATORI DELLA RIFORMA

SOTTO LA BANDIERA DELLA “LIBERTÀ DI INSEGNAMENTO” RIFIUTANO QUALSIASI VALUTAZIONE: I SOLI INTERESSI CHE VERAMENTE CONTANO, PER LORO, SONO QUELLI DEGLI ADDETTI  

Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 345, 18 maggio 2015 – In argomento v. anche il primo editoriale telegrafico per la stessa NwslSe sono i poveri a pagare per la libertà degli insegnanti di non insegnare Continua…

SE SONO I PIÙ POVERI A PAGARE LA LIBERTÀ DEGLI INSEGNANTI DI NON INSEGNARE

CHI RAPPRESENTANO I SINDACATI, QUANDO DIFENDONO UNA SCUOLA NELLA QUALE LO SVOLGIMENTO DEI PROGRAMMI È GRADITO MA DI FATTO  NON OBBLIGATORIO?

Primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 345, 18 maggio 2015 – In argomento v. anche il secondo editoriale telegrafico, La scuola che vogliono i contestatori della riforma Continua…

RISPOSTA AL “TEMPO” SUI VITALIZI DEI CONSIGLIERI LAZIALI (E SUL MIO)

PERCHÉ HO DIFESO DAVANTI AL T.A.R. (GRATUITAMENTE) IL PROVVEDIMENTO CON CUI LA REGIONE LAZIO HA CORRETTO LA VECCHIA (SCANDALOSA) DISCIPLINA DEI VITALIZI PER GLI EX-CONSIGLIERI

Lettera pubblicata sul quotidiano Il Tempo il 16 maggio 2015, a seguito di un articolo pubblicato dallo stesso quotidiano in prima pagina il giorno prima – Argomento: l’assunzione da parte mia della difesa della Regione Lazio nel giudizio promosso davanti al T.A.R. da 72 ex-consiglieri regionali contro il provvedimento con il quale è stata corretta la disciplina pre-vigente dei vitalizi (per la cronaca: il 14 maggio si è svolta la prima udienza, nella quale si è discussa la domanda cautelare di sospensione dell’applicazione della nuova disciplina; con ordinanza del giorno successivo il T.A.R. ha respinto la domanda cautelare, rinviando per la discussione del merito) Continua…

IL PARERE DEL SENATO SUL DECRETO IN TEMA DI CONGEDI PARENTALI

LA COMMISSIONE LAVORO CHIEDE AL GOVERNO CHE LE NORME ATTUATIVE DELLA DELEGA RISPETTINO I REQUISITI DI SEMPLICITÀ, CONCISIONE, CHIAREZZA E LEGGIBILITÀ IMMEDIATA DA PARTE DI TUTTI I DESTINATARI, CHE DOVRANNO ESSERE PROPRI DEL CODICE SEMPLIFICATO DEL LAVORO

Parere approvato dalla Commissione Lavoro del Senato sullo schema di decreto A.G. n. 157/2015, su proposta della relatrice, sen. Annamaria Parente, nella sessione pomeridiana del 13 maggio 2015 – È evidenziata in grassetto la parte nella quale sono contenute le osservazioni circa la forma del testo legislativo – V. anche il parere approvato dalla stessa Commissione sullo schema di decreto A.G. n. 158/2015 Continua…

IL BOICOTTAGGIO DEI TEST INVALSI NON È RAGIONEVOLMENTE GIUSTIFICABILE

LE VERIFICHE DI APPRENDIMENTO STANDARDIZZATE HANNO LA STESSA UTILITÀ E GLI STESSI LIMITI CHE HA IL TERMOMETRO CON CUI SI MISURA LA FEBBRE: INDIVIDUANO IN MODO OGGETTIVO UN SINTOMO, UNA VARIAZIONE, SENZA PREGIUDICARE LA DIAGNOSI – RIFIUTARLE SIGNIFICA PREFERIRE CHE SI CHIUDA GLI OCCHI ANCHE SULL’EVENTUALE  SINTOMO

Articolo di Andrea Ichino pubblicato sul Corriere della Sera il 13 maggio 2015 – In argomento v. anche  il mio primo editoriale telegrafica per la Nwsl n. 345, Se sono i poveri a pagare per la libertà degli insegnanti di non insegnare, del 18 maggio, e il secondo, La scuola che vogliono i contestatori della riforma

Boicottare il test invalsi (come misura per conoscere lo stato di benessere delle scuole) è equivalente a boicottare l’uso del termometro nelle diagnosi mediche. Entrambi sono strumenti imperfetti di misurazione ma relativamente poco costosi rispetto ad altri disponibili. Tanto più che non si tratta di strumenti definitivi ma utili nel caso per avviare indagini più approfondite

Boicottarli, come è avvenuto ieri, non permette quello che in ogni misura è fondamentale: la comparazione confrontabile tra scuole e classi diverse, che altrimenti andrebbe affidata alla soggettività dei docenti o di chissà chi altri. Misurare la temperatura appoggiando la mano sulla fronte del malato, non può ovviamente dare risultati attendibili.

In ogni caso sono misure di cui interessano le variazioni più che i livelli raggiunti (si peggiora o si migliora); e nessuno si sognerebbe di utilizzarle per trarre conclusioni senza tenere nella dovuta considerazione il contesto che ne determina il valore.

Quale sistema di valutazione può prescindere da una misurazione standardizzata che abbia queste caratteristiche? Non avrebbe senso utilizzare solo indicatori di questo tipo per raggiungere una diagnosi, ma chi auspica che se ne possa fare a meno ha l’onere di spiegare quali altri strumenti possono essere utilizzati.

Il sospetto è che il boicottaggio non derivi da una critica a questo specifico strumento di misurazione, ma dal rifiuto di qualsiasi misurazione. Nella migliore delle ipotesi, chi boicotta i test invalsi evidentemente preferisce giudizi soggettivi a indicatori oggettivi anche se imperfetti. Nella peggiore, si vuole evitare qualsiasi giudizio.

 

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