TM NEWS: C’È DAVVERO IL RISCHIO DI UN RITORNO DEL TERRORISMO?

NON SI PUÒ USARE IL RISCHIO DI VIOLENZE DA PARTE DEI TERRORISTI PER IMPEDIRE IL DIBATTITO SU TEMI CALDI COME QUELLO DEI LICENZIAMENTI, MA I SINDACATI AIUTEREBBERO A RASSERENARE IL CLIMA SE, INVECE CHE ERIGERE DEI TABÙ, ENTRASSERO PIÙ PUNTUALMENTE NEL MERITO DELLE QUESTIONI

Dichiarazione raccolta da Giovanna Turpini per l’agenzia di stampa Tm News-ApiCom, 30 ottobre 2011

Professor Ichino, il ministro Sacconi in un’intervista  ha parlato di rischio terrorismo, dicendo di avere “paura” soprattutto per le persone che lavorano con lui  “che potrebbero non essere protette e diventare bersaglio di violenza politica che nel nostro paese non si è del tutto estinta”.  Ancora il ministro ha anche ricordato l’omicidio Biagi, avvenuto “nel contesto di  una discussione simile a quella di oggi” (testualmente: “L’Italia ha conosciuto l’anomalia di circa 40 anni di terrorismo. Oggi vedo una conseguenza, dalla violenza verbale a quella spontanea e organizzata che mi auguro non arrivi ancora anche all’omicidio come è già accaduto, l’ultima volta dieci anni fa con il povero Marco Biagi, nel contesto di una discussione simile a quella di oggi”). Secondo lei c’è oggi il rischio di un ritorno al terrorismo di matrice Br, o comunque c’è un clima di tensione tale per cui si possa temere il ricorso alla violenza politica o all’omicidio?

Su questo punto Susanna Camusso nella trasmissione di Lucia Annunziata di oggi ha detto che il rischio di atti di violenza minacciati da terroristi non può essere utilizzato per comprimere il dibattito, o peggio per accollare a chi dissente la responsabilità oggettiva di eventuali aggressioni commesse da altri. La leader della Cgil ha perfettamente ragione: concordo pienamente con questa sua affermazione. Penso però che a rasserenare il clima contribuirebbe anche una maggiore serietà del dibattito. Occorrerebbe, in particolare, che i sindacati, invece di stabilire dei tabù – “questo non si tocca”, “di questo non si deve neppure discutere” – entrassero nel merito della questione, indicando i punti di consenso e di dissenso, e soprattutto indicando le soluzioni alternative. La tecnica del tabù serve per troncare il dibattito, impedirlo sul nascere. E qualche volta ha l’effetto, anche se non voluto da chi la pratica, di demonizzare chi osa violare il tabù.

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