IL GOVERNO FA SUO IL PROGETTO DEL CODICE DEL LAVORO SEMPLIFICATO

IL PUNTO 5 DEL DOCUMENTO “DESTINAZIONE ITALIA”, MIRATO A INCREMENTARE GLI INVESTIMENTI ESTERI, PREVEDE L’EMANAZIONE IN TEMPI BREVI DI UN TESTO UNICO DELLA LEGISLAZIONE IN MATERIA DI LAVORO E DELLA SUA TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE

Brani estratti dal documento approvato dal Consiglio dei Ministri il 19 settembre 2013, mirato a incrementare la capacità di attrazione degli investimenti esteri del nostro Paese – È on line l’ultima versione del progetto del Codice del Lavoro semplificato, contenuta nei miei disegni di legge n. 986 e n. 1006  – Il tema dell’attrazione degli investimenti esteri è sempre stato al centro delle mie proposte: v. in proposito il saggio Che cosa impedisce ai lavoratori di scegliersi l’imprenditore, del 2007 (disponibile anche in inglese) nonché, tra gli editoriali pubblicati dal Corriere della Sera: Relazioni industriali: come inviare un messaggio positivo agli investitori stranieri, del 14 giugno 2010, Interessa ai lavoratori aprire il Paese agli investimenti stranieri, del 19 gennaio 2011, e Priorità urgente: attrarre più investimenti stranieri

 

DESTINAZIONE ITALIA


  19 settembre 2013  

INTRODUZIONE

L’Italia può trarre grandi vantaggi dalla globalizzazione.
Lo sanno gli imprenditori e i lavoratori italiani che l’hanno resa la seconda economia manifatturiera in Europa e la quinta globale. Lo sanno i consumatori di tutto il mondo che apprezzano i prodotti del Made in Italy e danno vita ad una robusta e diffusa “domanda di Italia”.
Aprirsi alla globalizzazione non significa solo portare l’Italia nel mondo, esportando i nostri prodotti ed investendo in nuovi mercati. Significa anche portare il mondo in Italia. Vuol dire attrarre il capitale, finanziario ed umano, con il quale partecipare da pari alla formazione globale del valore e creare lavoro, sapere, e crescita per i nostri cittadini.
È per rispondere a questa sfida che il Governo lancia Destinazione Italia che, sviluppato in stretto raccordo con le priorità di politica economica indicate dal Documento di economia e finanza, definisce un complesso di misure finalizzate a favorire in modo organico e strutturale l’attrazione degli investimenti esteri e a promuovere la competitività delle imprese italiane.
Si tratta di 50 misure che mirano a riformare un ampio spettro di settori, dal fisco al lavoro, dalla giustizia civile alla ricerca, a valorizzare i nostri asset, e a sviluppare una politica di promozione internazionale del nostro Paese mirata sugli investimenti. Il Governo si impegna in tempi brevi a tradurre queste misure in concreti atti e norme di legge e ad avviare un monitoraggio settimanale della loro attuazione.
Il Governo si impegna ad approfondire e ad attuare gli interventi contenuti in Destinazione Italia in coerenza con i documenti programmatici di finanza pubblica e con il quadro economico e finanziario definito dalla Legge di Stabilità.
Destinazione Italia è un living document sulla base del quale il Governo avvierà una consultazione pubblica coinvolgendo cittadini, imprenditori italiani ed esteri, associazioni non solo di categoria, sindacati ed esperti.
La Presidenza del Consiglio monitorerà l’impatto di Destinazione Italia con il supporto di Istat, Antitrust, Consob e Banca d’Italia, nonché delle organizzazioni internazionali. In questo esercizio saranno coinvolti i vari stakeholders, a cominciare dagli investitori esteri in Italia. I risultati conseguiti saranno valutati dal Consiglio dei ministri e resi pubblici.
Un rapporto su Destinazione Italia e sullo stato degli investimenti esteri in Italia sarà presentato ogni anno in Parlamento.

UN INSIEME COERENTE DI RIFORME
Destinazione Italia punta ad attrarre investimenti capaci di sostenere l’economia italiana attraverso l’apertura di nuove attività e insediamenti produttivi, la riconversione di attività esistenti, la capitalizzazione e il rafforzamento finanziario delle nostre imprese, la valorizzazione dei nostri asset, la creazione di lavoro e conoscenza. Si tratta dell’articolazione di una politica coerente, che è più di una serie di interventi normativi specifici, di “policy making” che va oltre ed è più ampio del “law making”, in quanto mira a modificare incentivi e comportamenti e non solo il quadro legale.
Destinazione Italia è una riforma che interessa tutti: investitori stranieri, imprenditori italiani, mondo del lavoro, mondo della ricerca. Tutti chiedono un migliore business environment, attraverso più concorrenza e competitività, migliori servizi, più sostegno all’innovazione, meno incertezza, una più moderna regolazione, e un’Amministrazione più efficace.
Attrarre investimenti esteri qualificati consente di sostenere la ripresa dell’economia, oggi che debito pubblico e impegni di bilancio limitano la capacità di spesa, e comporta vantaggi in termini di know-how e ricerca.
Destinazione Italia intende valorizzare la struttura territoriale e istituzionale del Paese in pieno coordinamento con le Regioni e i Comuni. In particolare, servirà mettere a sistema le importanti iniziative regionali di attrazione degli investimenti esteri, diffondendo buone prassi e costruendo sinergie.
Il progetto di riforma del Paese è rafforzato da orizzonti e scadenze precise. Prima fra tutte EXPO 2015, il momento in cui il mondo arriverà fisicamente in Italia, e in cui avremo l’occasione di mettere in mostra la nostra unicità e la nostra attrattività.
Infine, il Governo è anche consapevole della necessità di salvaguardare l’interesse nazionale, attivando, secondo la legge, quei filtri e limiti necessari a prevenire pericoli per lo sviluppo e la sicurezza del Paese.

RIPARTIAMO DAI PUNTI DI FORZA
[…]

DUE SINDROMI DA COMBATTERE
Destinazione Italia permette di lasciarsi alle spalle i pregiudizi e le semplificazioni con cui il tema dell’attrazione degli investimenti è spesso trattato e di non farsi contagiare da due sindromi contrapposte.
Da un lato la “sindrome dell’outlet”, per cui attrarre investimenti significherebbe “svendere allo straniero per fare cassa”. È vero il contrario. In un mondo globalizzato, “attrazione di investimenti” significa crescita ed è l’opposto di delocalizzazione: per non far fuggire all’estero il Made in Italy, si deve far entrare il mondo in Italia.
L’altra sindrome da combattere è quella di “Fort Apache”, che spinge a dire “siamo in declino, alziamo muri per chiuderci e difendere così quello che ci resta”. In realtà le condizioni e le misure necessarie per trattenere in Italia gli investimenti, anche italiani, sono le stesse che servono per attrarne di nuovi dall’estero.

LE AMBIZIONI
[…]

1. COSA È GIÀ STATO FATTO

LAVORO

Meno tasse sul lavoro per i giovani
[…]

Una maggiore alternanza tra scuola e lavoro
[…]

IMPRESE

Accesso al credito
[…]

Finanziamenti agevolati alle imprese per investimenti
[…]

FORMAZIONE: SCUOLA, UNIVERSITÀ E RICERCA

Aprire ai giovani le porte dell’università e della ricerca
[…]

Semplificare i permessi di soggiorno per studenti stranieri
[…]

CULTURA

Più valore alla cultura
[…]

GIUSTIZIA

Smaltire le cause nei tribunali
[…]

SEMPLIFICAZIONE

Rendere più semplice fare impresa
[…]

Estendere l’applicazione della normativa sulle start up innovative
[…]

INFRASTRUTTURE

Incentivare la partecipazione dei privati nelle grandi infrastrutture
[…]

Rendere operativa l’Autorità dei trasporti
[…]

ENERGIA

Rendere meno cara l’energia
[…]

Rafforzare l’Ecobonus
[…]

2. ATTRAZIONE

Questo capitolo descrive le riforme che il Governo intende realizzare per rendere il Paese più attrattivo nei confronti degli investitori esteri e per migliorare le condizioni di impresa per tutti gli operatori. Le proposte sono raggruppate lungo tre direttrici: un Paese che funziona lungo tutto il “ciclo di vita” dell’investimento; un Paese che valorizza i propri asset; un Paese che attrae capitale umano.

 2.1. Un Paese che funziona lungo tutto il “ciclo di vita” dell’investimento

[…]

Certezze per l’investitore, lungo tutto il ciclo di vita dell’investimento  

Certezza delle regole, certezza dei tempi e certezza del fisco è quello che l’investitore chiede nel rapporto con la controparte pubblica. Destinazione Italia dà una risposta a queste richieste:

–    Certezza delle regole, con l’introduzione di procedure e modelli standard a livello nazionale per le autorizzazioni (Misura 3); con la valorizzazione degli accordi con le parti sociali per adattare le regole contrattuali alle specificità dei nuovi investimenti (Misura 4); con la redazione di un testo unico sulla normativa del lavoro (Misura 5);
–    Certezza dei tempi, con la riforma della conferenza dei servizi che riduce i tempi egarantisce risultati chiari (Misura 2); con ulteriori interventi di semplificazione del rito per la gestione delle controversie di lavoro (Misura 6); alleggerimento dei procedimenti (Misura 16); elevando il tasso di interesse moratorio (Misura 17);
–    Certezza del fisco, con accordi fiscali tra l’Agenzia delle Entrate e l’impresa (Misura 1); con la revisione dell’abuso del diritto (Misura 8); con un meccanismo automatico per accelerare gli interpelli fiscali (Misura 9).

•    Pianificare la redditività dell’investimento
[…]

Misura 1: UNA COLLABORAZIONE PIÙ STRETTA TRA FISCO E INVESTITORI. ACCORDI FISCALI (TAX AGREEMENTS) E DESK DEDICATO
[…]

Misura 2: RIFORMA DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI
[…]

Misura 3: PROCEDURE E MODELLI STANDARD PER LE AUTORIZZAZIONI

Problema/opportunità: le procedure e i modelli per ottenere le autorizzazioni necessarie a iniziare un’attività produttiva differiscono, anche ampiamente, a seconda dell’ufficio che li rilascia o del territorio di riferimento. E’ necessaria una maggiore uniformità a livello nazionale.
Soluzione: approvazione, previa intesa in Conferenza Unificata, di procedure standardizzate e modelli unici a livello nazionale da utilizzare per l’ottenimento delle principali autorizzazioni per le attività produttive: edilizia e ambiente (entro novembre), SUAP (Sportello Unico Attività Produttive, entro gennaio).

•    Assumere lavoratori

Una volta ottenute le necessarie autorizzazioni, l’imprenditore dovrà contare su capitale umano. Per assumerlo, dovrà anzitutto essere messo nelle condizioni di capire la normativa che regola i rapporti di lavoro. E, aspetto altrettanto importante, dovrà avere a disposizione strumenti contrattuali che incoraggino l’accesso al mondo del lavoro di personale giovane e qualificato. Inoltre, il costo del lavoro troppo elevato limita l’attrazione di investimenti in Italia. Un impegno deciso per tagliare il cuneo fiscale riscuote ampio riconoscimento politico e delle parti sociali e il Governo intende procedere nella direzione della riduzione del carico fiscale sul lavoro.
Problema/opportunità: l’assetto normativo del mercato del lavoro italiano è stato profondamente rivisto nel 2012. Nell’estate del 2013 sono stati migliorati quegli aspetti che il monitoraggio della nuova legge aveva mostrato come problematici. Ad esempio, è stata aumentata la flessibilità in entrata, sono stati introdotti strumenti per assunzioni delle reti di piccole imprese, è stato semplificato l’utilizzo dell’apprendistato e dei tirocini formativi. Le imprese segnalano, però, ancora problematiche relative alla gestione del contenzioso su tematiche lavoristiche, alla stabilità delle regole nel tempo che consentano di programmare nuovi investimenti di ingente dimensione, all’eterogeneità delle disposizioni dettate dalle singole Regioni, alla mancanza di reciprocità nei trattamenti di sicurezza sociale.
Soluzioni

Misura 4: ADATTARE LE REGOLE CONTRATTUALI ALLE SPECIFICITÀ DEI NUOVI INVESTIMENTI 

Al fine di favorire nuovi investimenti la cui portata occupazionale sia superiore a una determinata soglia, si propone un intervento normativo volto a valorizzare accordi con le parti sociali che stabiliscano specifiche disposizioni in materia di condizioni di lavoro, destinate a operare per un determinato periodo nella fase di avvio della attività. Ciò consentirà alle Parti, nel reciproco interesse, di adeguare la normativa generale, fermi restando principi e criteri fondamentali, alle particolari esigenze connesse al nuovo insediamento e alla conseguente promozione di nuova occupazione, dando, in particolare, alle imprese certezze di regolazione nell’arco temporale previsto.

Misura 5: TESTO UNICO DELLA NORMATIVA DEL LAVORO
Delegare il Governo alla redazione di un testo unico sulla disciplina lavoristica, che la renda facilmente individuabile e conoscibile, di cui si assicurerà una traduzione in lingua inglese. Difatti, la normativa del lavoro, oltre a essere complessa e a presentare margini di incertezza, è eccessivamente dispersa in una molteplicità di interventi che, succedutisi nel tempo tra i più diversi livelli di fonte normativa, ne rendono difficile il reperimento e la ricognizione. Un riordino è pertanto necessario, tanto più per permettere ai potenziali investitori di capire e valutare regole, vincoli e sanzioni previsti, ma anche per conoscere le possibilità offerte dalla normativa in termini, ad esempio, di incentivi alla creazione di nuova occupazione.

Misura 6: RITO PER LA GESTIONE DELLE CONTROVERSIE DI LAVORO
È necessario estendere a tutto il Paese le buone pratiche già in vigore in alcuni Tribunali, allo scopo di ridurre i tempi e dare maggiori certezze alle parti in causa. Per questo, anche alla luce del monitoraggio dell’attuazione della modifica operata dalla legge 92 del 2012 del rito relativo alle cause concernenti la risoluzione del rapporto di lavoro e delle procedure di conciliazione, sarà valutata l’adozione di nuovi interventi normativi, oltre che incentivato l’utilizzo delle migliori pratiche. Naturalmente sarà posta attenzione anche ai profili organizzativi della giustizia del contenzioso del lavoro, altrettanto essenziali per un suo efficace funzionamento.

Misura 7: SOTTOSCRIVERE LE CONVENZIONI INTERNAZIONALI E GLI ACCORDI BILATERALI IN MATERIA DI SICUREZZA SOCIALE
L’Italia non ha ratificato una convenzione internazionale dell’ILO in materia, così come è in ritardo nella firma di convenzioni bilaterali con diversi Paesi che consentirebbero di assicurare in modo reciproco i trattamenti di sicurezza sociale di lavoratori stranieri in Italia e di lavoratori italiani all’estero. Questo ritardo rende il Paese meno competitivo, riducendo le opportunità di investimento in Italia da parte di multinazionali. Si intende accelerare la firma di tali protocolli, a partire da quello firmato con il Giappone, così da assicurare una piena reciprocità nei trattamenti di sicurezza sociale dei lavoratori.

•    Pagare le tasse
Avendo tratto profitti dal suo investimento, l’imprenditore dovrà pagare le tasse. Ma gli adempimenti fiscali non devono diventare un ostacolo agli investimenti. Ci vogliono regole chiare e non vessatorie, che rispettino e rafforzino il principio di irretroattività della norma fiscale già previsto nello Statuto del Contribuente, per cui una norma non può rimettere in discussione i rapporti passati tra un’impresa e il fisco. E anche nel caso di infrazioni, servono procedure di risoluzione rapide e trasparenti.

Misura 8: REVISIONE DELL’ABUSO DEL DIRITTO
[…]

Misura 9: UN MECCANISMO AUTOMATICO PER ACCELERARE E DARE CERTEZZA AGLI INTERPELLI FISCALI   
[…]

Misura 10: RIDETERMINARE LE SANZIONI TRIBUTARIE  
[…]

Misura 11: RISCOSSIONE PROVVISORIA DOPO IL PRIMO GRADO DI GIUDIZIO
[…]

Misura 12: CONCILIAZIONE GIUDIZIALE DOPO IL PRIMO GRADO DI GIUDIZIO
[…]

Misura 13: RIVEDERE LA DISCIPLINA DELLA “BLACK LIST”
[…]

Misura 14: ATTUARE LA STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE PER ABBASSARE IL PREZZO DELL’ENERGIA ELETTRICA E DEL GAS
[…]

Misura 15: RAFFORZARE IL TRIBUNALE DELLE IMPRESE
[…]

Misura 16: ALLEGGERIRE I PROCEDIMENTI
[…]

Misura 17: ELEVARE IL TASSO DI INTERESSE MORATORIO
[…]

Misura 19: VALORIZZARE LE SOCIETÀ PARTECIPATE DALLO STATO ATTRAVERSO UN PIANO DI DISMISSIONI
[…]

Misura 20: NON SOLO BANCHE. AMPLIARE LE FONTI DI FINANZIAMENTO PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE
[…]

Misura 21: RIVITALIZZARE IL MERCATO AZIONARIO
[…]

Misura 22: INVESTIMENTI PER SOSTENERE LE MICRO, PICCOLE E MEDIE IMPRESE DEL MADE IN ITALY
[…]

Misura 23: ATTRARRE CAPITALI E COMPETENZE PER FAR CRESCERE LE STARTUP   
[…]

Misura 24: UN TURISMO CAPACE DI COGLIERE LE OPPORTUNITÀ GLOBALI
[…]

Misura 25: VALORIZZARE IL NOSTRO PATRIMONIO CULTURALE
[…]

Misura 26: VALORIZZARE I BENI DEMANIALI
[…]

Misura 27: VALORIZZARE GLI IMMOBILI INUTILIZZATI
[…]

Misura 28: LIBERALIZZARE IL MERCATO DELLE GRANDI LOCAZIONI A USO NON ABITATIVO
[…]

Misura 29: FAVORIRE IL CAMBIO DI DESTINAZIONE D’USO DEGLI IMMOBILI
[…]

Misura 30: RENDERE PIÙ FACILE INVESTIRE NELL’IMMOBILIARE TRAMITE LO SVILUPPO DELLE SOCIETÀ DI INVESTIMENTO IMMOBILIARE QUOTATE (SIIQ)
[…]

Misura 31: CREDITO D’IMPOSTA PER LA RICERCA & SVILUPPO
[…]

Misura 32: FAVORIRE SPIN-OFF DI UNIVERSITÀ E RICERCA
[…]

Misura 33: INTERNAZIONALIZZARE IL SISTEMA DELLA FORMAZIONE
[…]

Misura 34: UNA RICERCA A VOCAZIONE INTERNAZIONALE
[…]

Misura 35: DIGITALIZZARE LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E I CITTADINI
[…]

Misura 36: CREAZIONE DI UN MECCANISMO DI REAZIONE RAPIDA PER FAR FRONTE ALLE CRISI AZIENDALI 
[…]

Misura 37: FACILITARE LE BONIFICHE AMBIENTALI   
[…]

Misura 38: COINVOLGERE IL CAPITALE PRIVATO NELLA REALIZZAZIONE DI GRANDI OPERE INFRASTRUTTURALI   
[…]

Misura 39: SVILUPPO DEI PARTENARIATI PUBBLICO-PRIVATI (PPP) NEL CAMPO DELLE PICCOLE E MEDIE INFRASTRUTTURE 
[…]

Misura 40: RIFORMA DEI PORTI
[…]

Misura 41: IL PIANO DEGLI AEROPORTI 
[…]

Misura 42: ATTRARRE INVESTIMENTI A BENEFICIO DEI TERRITORI
[…]

Proposta 43: PRODUZIONE NAZIONALE DI IDROCARBURI E RISORSE MINERARIE  
[…]

*    *    *

2.3 Un Paese che attrae il capitale umano

L’economia della conoscenza si fonda sul concetto di rete e sulla capacità delle nazioni di essere magneti del talento, nell’università, nella ricerca, nel lavoro qualificato. Per questo motivo, con Destinazione Italia non si vogliono attrarre solo capitali finanziari, ma anche risorse umane qualificate che possano elevare il livello innovativo dell’economia italiana.

Misura 44: I VISTI COME STRUMENTO DI ATTRAZIONE
[…]

Misura 45: FORMARE GLI INVESTITORI DEL FUTURO  
[…]

 

3. PROMOZIONE

La promozione all’estero delle opportunità di investimento offerte dal nostro Paese e la ricerca di potenziali investitori sono complementari agli interventi di miglioramento del business environment in Italia. La rete di Ambasciate, Consolati, Uffici ICE e Istituti di Cultura svolge già attività di promozione mirata all’attrazione degli investimenti esteri, ma non è dotata di strumenti dedicati. Occorre dare maggior incisività alla diplomazia economica e culturale e sistematizzare le buone prassi sperimentate a livello di Ambasciate e Consolati.

Misura 46: CAMPAGNA DESTINAZIONE ITALIA
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Misura 47: PRESIDIARE PER ATTRARRE: MERCATI, PERSONE E STRUMENTI
[…]

Misura 48: COSTRUIRSI UNA MIGLIORE REPUTAZIONE NEL MONDO
[…]

Misura 49: MOBILITARE GLI ITALIANI GLOBALI
[…]

Misura 50: USARE LE LEVE DELLA CULTURA E DELLO SPORT PER UNA DIPLOMAZIA DELL’ATTRAZIONE  
[…]

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