LE INDICAZIONI DELLA BANCA D’ITALIA PER LA POLITICA DEL LAVORO

SUPERAMENTO DEL DUALISMO DEL SISTEMA ATTRAVERSO LA CONIUGAZIONE TRA UNA MAGGIORE FLESSIBILITÀ DELLE STRUTTURE PRODUTTIVE E UNA MAGGIORE SICUREZZA DI TUTTI I LAVORATORI NEL MERCATO – NECESSITÀ DI UN RAFFORZAMENTO DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA AZIENDALE, CHE PERÒ NON PUÒ SOSTITUIRSI ALLA LEGGE

Estratto dalla comunicazione resa dal vicedirettore generale della Banca d’Italia Ignazio Visco nel corso di una audizione davanti alle Commissioni Bilancio della Camera e del Senato, 30 agosto 2011

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Il mercato del lavoro. – L’articolo 8 del decreto persegue la finalità condivisibile di rafforzare la contrattazione aziendale e territoriale. La valorizzazione della contrattazione aziendale con il consenso delle parti sociali e l’eliminazione di tutte le incertezze applicative sono obiettivi da perseguire. La contrattazione decentrata è in atto in paesi con tradizioni di relazioni sindacali non troppo dissimili dalla nostra. La contrattazione non può tuttavia sostituirsi a un’adeguata disciplina normativa. Le tutele dei rapporti di lavoro e il sostegno alle persone senza un impiego devono essere coerenti tra loro e volti a facilitare i processi di riallocazione dei lavoratori tra imprese e settori, superando l’attuale segmentazione del mercato del lavoro. La fluidità del processo di riallocazione è condizione essenziale per assecondare la trasformazione dell’economia italiana e sospingerne la crescita.
Le riforme realizzate negli ultimi 15 anni hanno facilitato l’accesso al mercato del lavoro in molteplici situazioni particolari, ma ne hanno accresciuto il dualismo. È tempo di procedere a un riesame complessivo dei meccanismi di regolamentazione dei rapporti di lavoro e della coerenza di questi ultimi con il sistema di sicurezza sociale. Sotto il primo profilo, è prioritario riequilibrare la convenienza relativa nell’utilizzo di contratti a termine e contratti a tempo indeterminato, superando i rischi e le incertezze che scoraggiano le imprese a ricorrere a questi ultimi. Vi si dovrebbe accompagnare una riforma sistematica degli ammortizzatori sociali, volta ad affermare l’universalità della copertura. Un istituto assicurativo contro la disoccupazione, simile all’attuale indennità ordinaria, e uno strumento di sostegno all’occupazione nelle fasi sfavorevoli del ciclo, come l’attuale CIG ordinaria, possono costituire gli elementi della nuova struttura di ammortizzatori. L’accesso a entrambi andrebbe esteso a una platea più ampia, eliminando così segmentazioni inefficienti e inique; il finanziamento dovrebbe riflettere l’intensità dell’utilizzo, limitando gli usi impropri dei singoli strumenti.
Per stimolare la partecipazione al mercato del lavoro delle componenti che hanno una maggiore difficoltà di inserimento o di permanenza in condizione di occupazione, soprattutto quella femminile, sono rilevanti anche politiche di contesto, come la fornitura di servizi di cura, e il disegno del sistema fiscale. La riforma dell’imposizione e dell’assistenza dovrà disegnare un sistema che renda quanto più favorevole la partecipazione al mercato del lavoro di tutti, ma in particolare delle donne. Il sostegno al reddito delle famiglie numerose e maggiormente bisognose e l’incentivo al lavoro possono essere coniugati con schemi di bonus fiscale, di importo decrescente al crescere del reddito familiare equivalente, condizionati alla presenza di un reddito da lavoro regolare in capo a ciascun coniuge, sull’esempio di analoghi schemi adottati negli Stati Uniti (Earned Income Tax Credit, EITC) e nel Regno Unito (Working Tax Credit, WTC). Parte delle risorse che si dovessero rendere disponibili da un innalzamento dell’età pensionabile delle donne potrebbe essere utilizzata per favorire l’occupazione femminile. […]

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