ANCORA SU LAICITA’ E CULTURA

IL VERO TERRENO DI CONTRASTO E’ OGGI QUELLO DEI TEMI META-ECONOMICI. SUL RESTO, LE DIFFERENZE SONO DI CULTURA, NON DI VALORI

Lettera di Armando Tursi (professore di diritto del lavoro presso l’Università di Milano) pervenuta il 9 marzo 2009, in seguito alla pubblicazione del mio articolo sulla Gran Bretagna: la laicita di uno Stato apparentemente teocratico

Caro Pietro,

come vedi, pare che oggi il vero terreno di contrasto sia quello dei temi – diciamo così – pre e meta-economici. Sul resto, le differenze sono di cultura, non di valori.
Il vero problema del centro-destra è che non ha intellettuali; se li avesse, scoprirebbe che è di sinistra (come tu hai ben dimostrato). Anche da qui nasce il disorientamento dell’opinione pubblica, che percepisce inconsciamente tutto ciò.

Su Chiesa anglicana e laicità anglosassone, rispondo con una metafora lavoristica: ho infatti l’impressione che noi continentali ci capiamo poco perché ragioniamo con schemi mentali “franco-tedeschi”, cioè ideologici.

E’ un pò come la faccenda dell’inderogabilità del contratto collettivo. Per i Webb si tratta di un fatto: il rispetto del contratto collettivo da parte delle imprese, timorose della sanzione sociale dello sciopero. Per noi di una sanzione legale.

Quando poi negli anni ’70 i laburisti hanno messo mano alla questione, hanno sì parlato di obbligatorietà del contratto collettivo, ma non nel senso della nostra inderogabilità, bensì nel senso della vincolatività negoziale tra le parti stipulanti (datori e sindacati); perché prima, e poi nuovamente dopo la parenetesi laburista, gl’inglesi addirittura tendono a pensare che il collective agreement neppure sia un contract. Eppure ciò non gl’impedisce di essere fonte materiale di terms & conditions dei contratti individuali; ciò è del tutto indipendente dal fatto che sia o non sia un contract !.

Da noi, ben pochi l’hanno capito e continuano a non capirlo.

Ebbene, ho l’impressione che, anche su cosa significhi laicità per gli anglosassoni, il discorso sarebbe lungo. Ho l’impressione che, più che alla rivoluzione francese, pensino a Hobbes e Locke, che però non erano affatto dei relativisti: al contrario, la cultura anglosassone è realistico-oggettivista.

Del resto, il meglio dell’intelligentsia teocon viene da ambienti di protestantesimo dissidente e filocattolico.

Non fà pensare che il leader laburista inglese si sia convertito al cattolicesimo ?

Il workfare l’hanno teorizzato intellettuali conservatori alfieri dello Stato etico; in Europa è diventato pari opportunità, occupabilità e formazione professionale.

Perché dico queste cose a te ? Perché sei uno dei pochi controcorrente (a sinistra) che conosca. (Io forse lo sono troppo: spero non mi nuoccia).

Armando

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