LA DETASSAZIONE DEI REDDITI DELLE DONNE NELLA RIFORMA FISCALE

Nel disegno di legge del Governo compare, anche se in una forma non del tutto esplicita, la misura delineata nel progetto Alesina-Ichino nel 2009, e proposta l’anno dopo in Senato da Enrico Morando e da me – Che sia la volta buona per avvicinarci davvero al tasso di occupazione femminile del 60%, per il quale ci siamo impegnati a Lisbona nel 2000?

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Editoriale telegrafico per la
Nwsl n. 554, 22 novembre 2021 – Segue il link al disegno di legge governativo, collegato alla legge di bilancio, il cui esame incomincia alla Camera in questi giorni – Nel testo i link ai disegni di legge Morando 2010 e Ichino 2013, nei quali un progetto per la detassazione selettiva del lavoro femminile venne presentato al Senato, rispettivamente, nella XVI e nella XVII legislatura

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L’articolo 2 del disegno di legge del ministro per l’Economia (foto qui a destra)  per la riforma fiscale prevede che “la revisione dell’Irpef sarà finalizzata”, tra l’altro, “a incentivare l’offerta di lavoro e la partecipazione al mercato del lavoro […] dei secondi percettori di reddito”.  È questo il modo in cui ci si propone di attuare la detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile: una misura proposta originariamente da Alberto Alesina e Andrea Ichino (L’Italia fatta in casa, Mondadori, 2009), superando l’obiezione secondo cui quel progetto violerebbe il divieto di discriminazione di genere. L’intendimento del Governo è comprensibile, ma in varie sedi è stato giustamente osservato che anche la detassazione del reddito di lavoro femminile in quanto tale sarebbe perfettamente compatibile con la Costituzione, se venisse presentata come “azione positiva” volta a raggiungere il tasso del 60 per cento di occupazione femminile, per il quale ci siamo impegnati verso la UE ormai più di due decenni or sono a Lisbona, senza peraltro dare alcun seguito all’impegno. Comunque, ben venga questa misura, anche nella forma un po’ mascherata proposta dal Governo.

Osservo in proposito che la detassazione selettiva è stata proposta in Parlamento per la prima volta nel 2010 da un disegno di legge di Enrico Morando (foto qui a sinistra) e mio, poi ripresentato nella legislatura successiva da me e altri senatori; e che in entrambi compariva un articolo 4, a norma del quale l’adozione di questa misura sul piano generale avrebbe dovuto essere preceduta dallo svolgimento di un “esperimento sociale” affidato alla Banca d’Italia, consistente nel confronto fra un campione di popolazione (per esempio una provincia) “trattato” con la nuova misura e un campione non trattato, “di controllo”. È questo il modo di procedere nel campo economico-sociale, in analogia con quanto si fa pacificamente nel campo medico, teorizzato dai premi Nobel per l’economia Angrist, Card e Inbens. Ma questo forse è chiedere troppo: accontentiamoci dell’iniziativa del Governo Draghi.

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 Scarica il disegno di legge-delega 29 0tt0bre 2021 n. 3343, contenente le linee della riforma fiscale progettata dal Governo Draghi

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