È UN BEL REBUS! – 4. LE STAR SPALMATE DI CREMA E IL TECNICO SENZA QUALITÀ

Quando il soggetto che compie l’azione deve essere nominato, ed eventualmente anche qualificato con un aggettivo, e quando invece nella soluzione esso è rappresentato soltanto dal grafema

Quarta lezione, pubblicata il 24 aprile 2022 dal quotidiano Gazzetta di Parma – È online su questo sito anche la terza lezione, dalla quale si può risalire alle precedenti

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Nel gioco che esaminiamo oggi, il fumetto in bocca a uno dei due bagnanti in secondo piano ci dice che i due bei giovanotti P che stanno preparandosi a stendersi al sole sono “attori famosi”.

Ora, è regola inderogabile quella per cui una parola che compare scritta nell’immagine – che sia in contenuta in un fumetto, come in questo caso, oppure collocata su un’etichetta, su un’insegna, sulla copertina di un libro, ecc. – non può comparire né nella prima lettura del rebus, né nella soluzione. Abbiamo pertanto la certezza che nella prima lettura di questa immagine non potremo indicare i due giovani né come “attori” né come “famosi”, ma dovremo usare un’espressione equivalente. Il solutore esperto sa che nei rebus gli attori famosi sono per lo più “star” o “divi”.

Dobbiamo, poi, prestare attenzione a quello che i due stanno facendo: possiamo, infatti, essere certi che nella soluzione questo assumerà rilievo. Essi stanno spalmandosi con della crema per proteggersi dal sole; e nei rebus un attributo breve che ricorre con grande frequenza per indicare l’essersi spalmati di crema, ma anche l’essersi imbrattati con dell’olio, è “unti”.

Mettiamo dunque in fila tutte le combinazioni possibili tra queste parole, precedute o seguite dal grafema P, per cercare le prime parole della soluzione, che sappiamo essere rispettivamente di 5, 2 e 5 lettere: “P star unte”, “P unte star”, “P divi unti”, “P unti divi”, oppure “star unte P”, “unte star P”, “divi unti P”, “unti divi P”. Di queste otto combinazioni, l’unica che si concilia bene con la struttura della soluzione è “P unti divi”, da cui si traggono due parole che potrebbero essere le prime due della soluzione stessa, con l’avanzo delle due prime lettere della terza: “Punti di vi…”. Che già ci indirizza verso la locuzione “punti di vista”.

La seconda componente dell’immagine – procedendo, come è sempre obbligatorio, da sinistra a destra – è costituita da un giovanotto che sta tarando la bilancia D. Qui però, a differenza della prima chiave, il soggetto che compie l’azione non ha alcuna caratteristica particolare rilevante. Se l’autore del rebus avesse voluto segnalare il fatto che il giovanotto sia biondo, gliene avrebbe messo accanto un altro bruno, o viceversa; se avesse voluto segnalare che è alto, lo avrebbe contrapposto a uno basso, o viceversa. Come abbiamo visto alla fine della seconda lezione, in casi come questo nei quali il soggetto non presenta alcuna qualità particolare può accadere che nella prima lettura esso compaia soltanto con il grafema, il quale allora funziona come un pronome in funzione logica di soggetto, seguito dal predicato verbale. Lo stesso discorso vale per il complemento oggetto.

Nel nostro caso, dunque, il fatto che un soggetto piuttosto anodino S compia un’operazione di taratura sulla bilancia D, in sede di prima lettura del rebus può essere espresso con “S tara D” (ma in altri casi la stessa chiave potrebbe essere espressa con “S tara bilancia D”, oppure “S tara D bilancia”; così come, in un altro caso ancora, se S fosse stato caratterizzato dal disegnatore come un professionista specializzato nell’operazione, la prima lettura avrebbe potuto essere “S tecnico tara bilancia D”; e così via).

La terza chiave, infine, facilissima, è costituita dalle “ali” del gabbiano, contrassegnate dai grafemi I e C: “IC ali”.

Così abbiamo risolto il rebus: P unti divi; S tara D; I C ali = Punti di vista radicali.

(il prossimo articolo di questa rubrica comparirà domenica 8 maggio  2022)

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