È UN BEL REBUS! – 17. CIÒ CHE NON PUÒ L’IMMAGINE PUÒ IL FUMETTO

Vi sono aspetti della vita di relazione che, essendo impossibile raffigurarli in un disegno, richiedono l’uso delle parole scritte, “messe in bocca” a un protagonista della scena raffigurata

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Diciassettesima
 lezione del corso che viene pubblicato ogni due domeniche sulla Gazzetta di Parma, 23 ottobre 2022 – V. anche la sedicesima lezione, dalla quale è possibile risalire a ciascuna delle precedenti 
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Nelle lezioni precedenti abbiamo visto il ruolo cruciale che svolge il disegno di alta qualità per allargare le potenzialità del nostro gioco: solo se l’autore dell’immagine è capace di rappresentare in modo inequivoco un atteggiamento dell’animo o un carattere della persona, gli stessi possono diventare la “chiave” di un rebus.

Ma il disegno non può tutto: vi sono aspetti della vita di relazione che, essendo impossibile raffigurarli in un’immagine, richiedono l’uso delle parole scritte. Consideriamo per esempio il gioco che segue, disegnato da Laura Neri.

(3  3  4  1  5  1,  4  2,  1  3  =  8  5  2  6  6) 

Non occorre essere un solutore particolarmente esperto per individuare subito l’ultima chiave: “L ore”; che, combinata con il grafema subito precedente VA, ci dà facilmente l’ultima parola della soluzione, di 6 lettere: “valore”. Anche la chiave intermedia non presenta difficoltà: “orme”, che combinata con il grafema immediatamente precedente N dà con tutta probabilità la parola “enorme”. Dunque “enorme valore”.

La chiave difficile è la prima, costituita evidentemente dall’azione che il trasportatore U sta compiendo: sta scaricando delle seggiole. Il suo collega sta invece parlando al citofono con la destinataria: le dice che stanno per essere consegnati “i mobili leggeri” e che gli altri arriveranno in un secondo tempo. L’oggetto di questa comunicazione non avrebbe potuto evidentemente essere rappresentato soltanto con il disegno: per questo era necessario il fumetto in bocca a uno dei protagonisti.

Se ne trae che U è impegnato in un trasloco di numerosi mobili, di cui al momento sta eseguendo soltanto la parte meno pesante. Tutto ciò deve esprimersi – stando al diagramma di cui disponiamo – nelle prime cinque parole della prima lettura, rispettivamente di 3, 3, 4, 1 e 5 lettere, delle quali la quarta, di una sola lettera, è ovviamente il grafema U, il soggetto della proposizione. Predicato verbale e complemento oggetto sono con tutta probabilità le due parole di 4 e di 5 lettere; e poiché ciò che viene trasportato sono delle seggiole, la sola parola che fa al caso nostro è “sedie”. Il verbo è dunque la parola di quattro lettere; e il solo verbo sinonimo di “trasportare”, “portare”, o “consegnare”, che alla terza persona singolare sia composto di sole 4 lettere è “recare”: “reca U sedie”.

A questo punto resta solo da trovare un modo per esprimere la precisazione comunicata al citofono dall’altro trasportatore con due parole di 3 lettere ciascuna. La sola locuzione che faccia al caso nostro è “per ora”.

Dunque: per ora reca U sedie N, orme VA, L ore = Perorare cause di enorme valore.

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Qualche volta, invece, il fumetto serve per rafforzare e chiarire qualche cosa che già si esprime in qualche modo nel disegno. Nel bel gioco di Lucignolo (Luca Fiocchi Nicolai) qui riprodotto per gentile concessione della Settimana Enigmistica, per esempio, il solutore esperto si accorge subito di quanto siano imbronciati i numerosi protagonisti della scena, inequivocabilmente degli “osti” che escono in fila dalla vineria, recando ciascuno in mano una torta; ma il fumetto messo in bocca al giovanotto sulla destra dell’immagine è utile per avvertire che proprio quel malumore costituisce parte essenziale della chiave.

(4  7,  8  1  12)

Il fumetto, ci dice che i nostri “osti” sono “nervosi”; ma – come ogni espressione scritta che compaia nell’immagine di un rebus – ci fornisce anche un’altra importante informazione, questa volta in negativo: nessuna parola in esso contenuta può comparire né nella prima lettura, né nella soluzione. Dobbiamo pertanto trovare un sinonimo di “nervosi”, che può essere “tesi”, parola bisenso, come tale sempre preziosa nel gioco dei rebus: “osti tesi”, oppure “tesi osti…”

Per il resto, il complesso procedimento con cui si può risolvere questo rebus non facile è spiegato nel mio libro L’ora desiata vola (Bompiani). Qui basta fornirne la soluzione: tesi osti che con torte escon C e R tanti = Tesi ostiche, contorte e sconcertanti.

(www.pietroichino.it – La prossima lezione sarà pubblicata domenica 6 novembre 2022)

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