PENSIERO ENIGMISTICO E PENSIERO COMPLOTTISTICO

Tra i fattori inconsapevoli che possono spingere una persona a far propria l’idea di una cospirazione per spiegare un fatto inquietante può esserci anche un piacere simile a quello che si prova scoprendo la verità che si nasconde sotto l’immagine di un rebus, o sotto l’insieme dei puntini di una “pista cifrata”

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Editoriale del numero unico de La Settimana Complottistica, che verrà pubblicato e distribuiro gratuitamente nell’ambito della “sezione enigmistica” della Mostra su Complottismo, fake news e altre trappole mentali (qui una presentazione della Mostra), che aprirà i battenti presso l’Università statale di Milano, per iniziativa del Dipartimento di Filosofia dello stesso Ateneo

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I motivi inconsapevoli che possono spingere una persona a elaborare o a far propria una teoria del complotto per spiegare un fatto straordinario sono diversi. Tra questi c’è anche un piacere simile a quello che si prova individuando e unendo gli indizi emergenti dall’immagine di un rebus in un insieme organico, che consenta di pervenire alla soluzione: cioè il piacere di scovare e portare alla luce la verità che si nasconde sotto l’apparenza.

Individuare un nesso non immediatamente evidente, che lega quegli indizi combinandoli tra loro alla perfezione come i pezzi di un puzzle, non soltanto può essere un gioco in sé divertente, ma – quando ci si riferisce non all’immagine di un rebus bensì ai fatti di attualità di cui parlano i media – consente anche di intrattenere parenti, amiche, colleghi sorprendendoli con qualche cosa che non sono stati capaci di vedere da soli – anche questo può essere assai gratificante. A ben vedere è lo stesso piacere che si prova unendo i punti di una pista cifrata, scoprendo che sotto l’apparenza di una loro disposizione casuale si nasconde un’immagine con un significato preciso.
Anche il gioco del cruciverba si fonda largamente sul doppio significato di molte espressioni verbali, sulla sfida a coglierne il secondo, non immediatamente apparente. E qualche cosa di analogo può dirsi anche per gli anagrammi, così come per il gioco del vero o falso? nel quale si scopre come le notizie più incredibili possano appartenere al mondo reale e viceversa le più verosimili possano essere ingannevoli.

Questo numero unico della Settimana Complottistica che esce in occasione della Mostra Complottismo, fake news e altre trappole mentali vuole sottolineare proprio questa analogia: esso propone questi giochi enigmistici per far rivivere sulla carta una dialettica tra la verità apparente e quella sottostante, simile a quella che tanto appassiona i complottisti. I quattro cruciverba sono costruiti prevalentemente con definizioni criptiche di parole italiane e inglesi che compaiono sempre più frequentemente nei media, attinenti alla sfera del complottismo e della disinformazione. I cinque rebus – realizzati con la collaborazione dell’Associazione Rebussistica Italiana – appartengono alla categoria dei cosiddetti “rebus autodefinenti”, cioè di quelli la cui immagine immette subito il solutore nell’ambiente tematico cui appartiene la frase risolutiva, anche se questa resta, ovviamente, nascosta e in attesa di essere scoperta.

La soluzione verrà indicata a gennaio, con la presentazione
degli altri rebus contenuti ne
La Settimana Complottistica

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