L’ENIGMISTICA AL SERVIZIO DEI VALORI CIVILI

I rebus c.d. “autodefinenti”, cioè quelli la cui immagine aiuta il solutore introducendolo nell’area tematica cui appartiene la soluzione, ricorrono soprattutto quando il gioco è utilizzato per sostenere messaggi di utilità sociale, o per promuovere dei valori civili

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Articolo pubblicato sulla Gazzetta di Parma il 31 dicembre 2023 – Gli altri articoli precedenti dedicati a questa area tematica sono raccolti nella sezione
Rebus di questo sito 

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I lettori che hanno seguito il corso sul gioco del rebus pubblicato su queste pagine tra il 2022 e il 2023 sono abituati a considerare che quanto è rappresentato nell’immagine proposta dall’autore sia qualche cosa di totalmente diverso rispetto a quanto sotto l’immagine si cela, cioè la “verità nascosta” rivelata dalla metamorfosi che trasforma la “prima lettura” nella soluzione. In alcuni (pochi) casi, però, accade il contrario: l’immagine del rebus aiuta il solutore, introducendolo proprio nell’area tematica cui appartiene la soluzione. In questo caso si parla di “rebus autodefinente”.

Questo accade soprattutto quando il gioco è utilizzato in circostanze particolari, per festeggiare un anniversario, per lanciare un messaggio di utilità sociale o un appello politico, o per altra finalità analoga. È questo il caso dei rebus che verranno presentati nella “sezione enigmistica” della Mostra su Complottismo, fake news e altre trappole mentali, ideata e allestita dal Dipartimento di Filosofia dell’Università Statale di Milano e destinata ad aprire i battenti il 5 febbraio prossimo. L’idea ispiratrice di questa sezione della Mostra è che, tra i motivi inconsapevoli da cui una persona può essere spinta a elaborare o a far propria una teoria del complotto per spiegare un fatto straordinario, ci sia anche un piacere simile a quello che si prova individuando e unendo gli indizi emergenti dall’immagine di un rebus in un insieme organico, che consenta di pervenire alla soluzione: cioè il piacere di scovare e portare alla luce la verità che si nasconde sotto l’apparenza.

Uno dei cinque rebus della Mostra è questo di Matt (Matteo Altavilla), disegnato da Laura Neri, ambientato nella sede dell’associazione “Il mondo non è tondo”, con tanto di immagine affissa al muro che mostra il nostro pianeta in forma di disco invece che di sfera. Come vedremo, nella stessa identica area tematica, anche se con parole totalmente diverse, si colloca la soluzione.

Sulla sinistra compare la presidente dell’associazione, contrassegnata con PI, alla quale – apprendiamo dalla frase pronunciata dalla ragazza collocata al centro – verranno affidati i verbali di un convegno; sulla destra un altro protagonista, contrassegnato con ITO, sta partecipando a una videoconferenza sullo stesso tema. Con l’aiuto del diagramma, che per facilitare le cose fornisce anche la scansione della prima lettura, troviamo agevolmente la soluzione: terrà PI atti; sta in call ITO = Terrapiattista incallito. Come si vede, dunque, pur nel rigoroso rispetto del divieto di qualsiasi affinità tra le parole della prima lettura e quelle della soluzione, il tema dell’immagine è lo stesso della frase risolutiva.

Un altro esempio di rebus autodefinente – questa volta di argomento giudiziale, ideato in funzione di una pubblicazione sul tema della violenza contro le donne – è il seguente, anch’esso disegnato da Laura Neri, appartenente alla categoria dei rebus stereoscopici: le due immagini, come due fotogrammi di un film, rappresentano altrettanti momenti diversi della stessa vicenda.

La prima immagine rappresenta l’aula di un tribunale penale, nella quale il giudice ha appena pronunciato la sentenza, che assolve l’imputata in stato di arresto, mentre condanna i tre imputati a piede libero. Nella seconda immagine, in esecuzione della sentenza, l’imputata D se ne va, libera; l’agente di polizia S, invece, arresta i tre imputati N, T ed E. Con l’aiuto del diagramma – nel quale, anche qui, è indicata la scansione della prima lettura accanto a quella della soluzione – troviamo abbastanza facilmente la prima chiave: D è libera; e subito dopo la seconda, nella quale l’agente S è evidentemente il soggetto, mentre gli imputati N, T ed E sono il complemento oggetto: S or prende N, T, E. Per la soluzione: Delibera sorprendente.

Anche qui è evidente l’affinità tematica – inconsueta, nel mondo dei rebus – tra la vicenda descritta nelle immagini del rebus, ovvero la pronuncia di una sentenza che in qualche modo ribalta la situazione, e la soluzione.

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