Pubblicato su Iustitia, marzo 2007
Sommario
1. Che cosa non ha funzionato nelle riforme degli anni ’90?
2. L’opzione exit: introdurre nel rapporto fra utenti e amministrazioni pubbliche meccanismi di mercato, dove questi possono funzionare.
3. L’opzione voice e il “tesoro nascosto” del civic auditing.
4. Perché (e come) una authority per la garanzia della trasparenza e della valutabilità delle amministrazioni pubbliche.
5. Perché il sindacato confederale non può defilarsi.
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TRASPARENZA, VALUTAZIONE, BENCHMARKING SONO I PUNTI DI FORZA DELL’INIZIATIVA CON CUI LA REGIONE “MAGLIA NERA” VUOLE TRASFORMARSI IN LABORATORIO D’AVANGUARDIA DEL MIGLIORAMENTO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
Progetto elaborato dal Dipartimento di Studi del Lavoro e del Welfare dell’Università degli Studi di Milano su incarico della Presidenza della Regione Lazio. Hanno collaborato, sotto la direzione di Pietro Ichino, il gruppo romano composto da Riccardo Sisti, Andrea Tardiola e Simone Ursini, e il gruppo milanese composto da Lorenzo Bordogna, Massimo Pallini e Luca Solari – 19 gennaio 2008
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Diario minimo del lavoro
La serie di articoli pubblicati dal Corriere della Sera nell’estate 2006, dai quali è nato il libro I Nullafacenti. Perché e come reagire alla più grave ingiustizia della amministrazione pubblica.
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La serie di articoli in materia di politica del lavoro pubblicati dal Corriere della Sera nell’estate 2007
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Pubblicato in Guida al Lavoro – Il Sole 24 Ore, n.11, 11 marzo 2008
Perché e come sinistra e destra italiane hanno interiorizzato la parola d’ordine per cui “chi tocca l’articolo 18 muore” (politicamente, s’intende)
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Le parole, le pallottole e la cornice
L’appello rivolto da Pietro Ichino ai terroristi delle Brigate Rosse il 27 febbraio 2003 dalle pagine del Corriere della sera
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Le nuove frontiere delle politiche del lavoro nell’era della globalizzazione
Relazione di Pietro Ichino al convegno su “Il lavoro: valore, significato, identità, regole”
Bologna, 20-21 giugno 2007
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SOMMARIO ‑ 1. La protezione migliore contro lo sfruttamento e l’arbitrio del più forte. – 2. Rovesciare la regola di Marshall-Hicks. – 3. Una nuova chiave di lettura del mercato del lavoro nella quale sono (anche) i lavoratori a scegliere e “ingaggiare” l’imprenditore. – 4. Le obiezioni all’idea dei lavoratori che ingaggiano l’imprenditore. Il limite del divieto di concorrenza. Il tramonto del divieto dello storno di dipendenti. – 5. Breve censimento delle forme possibili dell’“ingaggio” dell’imprenditore da parte dei lavoratori. ‑ 6. La grande contraddizione tra l’insoddisfazione per l’imprenditoria indigena e la chiusura nei confronti delle alternative che si offrono su scala mondiale. – 7. Alfa e omega: due modelli di sindacato e di politiche del lavoro. – 8. Quando i lavoratori si precludono l’ingaggio dell’imprenditore migliore: il caso delle ferrovie. – 9. Segue. Il caso Alitalia. ‑ 10. Segue. Il caso dell’Alfa Romeo di Arese. – 11. Segue. I casi analoghi verificatisi di recente per la gestione delle autostrade, nel settore bancario, nella vicenda Telecom. – 12. Importanza della volontà e dell’attitudine a valutare il piano industriale e, se del caso, a scommettere su di esso. – 13. Poter negoziare a 360 gradi anche al livello aziendale, per poter “ingaggiare” l’imprenditore migliore. – 14. I “paletti” a difesa del vecchio modello standard nazionale contro i modelli nuovi di impresa. ‑ 15. Un modo diverso di guardare alla questione dello sviluppo del lavoro regolare nel Mezzogiorno. – 16. Il vero problema: l’enorme aumento delle disuguaglianze di produttività e quindi di reddito tra i lavoratori. – 17. Perché può essere pericolosa l’idea di una minorità ontologicamente propria del lavoro subordinato.
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New labour policies frontiers in the globalization era
January 2008
SUMMARY
1. Reversing the Marshall-Hicks rule. – 2. Where workers have an interest in competition between entrepreneurs in the labour market ‑ 3. A new key to the interpretation of the labour market: the workers, too, choose and hire their employer. – 4. The objections to the idea of workers hiring the employer. The limit of the prohibition of competition. The sunset of the prohibition of approaching and hiring the competitor’s employees – 5. The great contradiction between the discontent with domestic entrepreneurs and the refusal of the alternatives available on a global scale. – 6. Alpha and Omega: two models of trade-union and of labour policies. – 7. When workers prevent themselves from hiring the best employer: the cases of Italian railways and of Alitalia. The case of Alfa Romeo and some other Italian cases. – 8. The importance of the attitude to evaluating the industrial plan and, if suitable, to betting on it. – 9. Bargaining at the plant level, without limits and boundaries, as an indispensable means for the hiring of the best employer by workers and their benefiting from innovation. – 10. The logic of the centralizing strategy and the fences protecting the old national standard pattern against new enterprise models. – 11. A new way to look at the development of regular employment in depressed areas. – 12. The main problem: the huge increase in workers’ income and productivity inequality. – 13. Why the idea of a subordinate worker’s legal incapacity can be harmful.
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Intervento di Pietro Ichino al convegno dell’Associazione Italiana di Diritto del Lavoro e della Sicurezza Sociale – Venezia, 25 maggio 2007
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1. ‑ Delle tre belle relazioni introduttive, mi sollecita a intervenire soprattutto quella sulla disciplina del licenziamento e soprattutto la parte di essa in cui Luca Nogler si propone di definire l’ambito e i limiti del controllo giudiziale sul recesso per motivo oggettivo. Secondo questa costruzione il giudice deve, innanzitutto, controllare che l’atto non contrasti con un divieto posto da una legge speciale; deve inoltre controllare che esso sia “veritiero”, cioè veramente motivato da scelte organizzative effettive, corrispondenti a quelle enunciate.
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Uno studio sulle possibili tecniche di protezione della stabilità del posto di lavoro, alla luce della giurisprudenza costituzionale.
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