LA SCELTA CHE SI IMPONE OGGI PER SALVARE L’ITALIA NON È FRA DESTRA E SINISTRA

RISPOSTA A GALLI DELLA LOGGIA, CHE SUL CORRIERE DELLA SERA DI DOMENICA ACCUSA SCELTA CIVICA DI SNOBISMO POLITICO, DI ESSERE “NÉ CARNE NÉ PESCE”

Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 242, 25 marzo 2013

Sul Corriere della Sera di ieri Ernesto Galli Della Loggia imputa, sostanzialmente, a Scelta Civica di essere una forza politica snob: un partito che critica la sinistra, ma non vuole avere a che fare con la destra, quella che sa parlare per davvero alla maggioranza silenziosa dell’opinione pubblica. Il problema è che l’inconcludenza della politica italiana, negli ultimi vent’anni, nasce proprio da una linea di confine, quella tra la nostra sinistra e la nostra destra, che non corrisponde alle alternative di fondo di fronte alle quali il Paese si è trovato e – oggi più che mai – si trova. Col risultato che sia quella sinistra, sia quella destra, nei fatti finiscono col comportarsi allo stesso modo, nascondendo dietro lo sventolio delle rispettive bandiere la loro simmetrica incapacità di curare incisivamente i mali che bloccano il Paese. E quando sono al governo finiscono col commettere esattamente gli stessi errori e le stesse omissioni.
Vorrei chiedere, per esempio, a Galli Della Loggia: è “di destra” o “di sinistra” conservare – come hanno fatto negli ultimi vent’anni sia il centrodestra sia il centrosinistra – un diritto del lavoro che esclude dal proprio campo di applicazione l’intera nuova generazione? È “di destra” o  “di sinistra” continuare a mandare in pensione i cinquantenni a spese delle generazioni future che andranno in pensione soltanto quando di anni ne avranno 70 o quasi?
L’editorialista del Corriere ha ragione quando imputa a Scelta Civica di non aver saputo fin qui comunicare in modo politicamente efficace le proprie idee-forza; ma la colpa di Scelta Civica è solo questa, non certo lo snobismo. Da parte di un imprenditore, di un professore, di un giornalista, di un professionista affermato, il vero snobismo è criticare la politica tenendosene a distanza di sicurezza; non certo sporcarsi le mani con la candidatura al Parlamento in una lista che propone le cose giuste da fare per salvare il Paese. Né di destra né di sinistra: semplicemente le cose che il buon senso e le circostanze oggi ci impongono urgentemente di fare.

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