ESODATI, PUNTO E A CAPO: ORA È IL MOMENTO DI PROMUOVERE L’ACTIVE AGEING

DOBBIAMO LIMITARE L’APPLICAZIONE DELLA VECCHIA DISCIPLINA AI SOLI CASI DI CONTIGUITÀ TRA CESSAZIONE CONCORDATA DEL RAPPORTO E PENSIONAMENTO ATTESO – ADESSO DOBBIAMO AVVIARE LE POLITICHE DI PROMOZIONE DELL’INVECCHIAMENTO ATTIVO

Ordine del giorno presentato dai gruppi di maggioranza, nel testo approvato e fatto proprio dal Governo al Senato in Commissione Lavoro il 24 settembre 2014 in relazione al disegno di legge n. 1558/2014 recante la sesta “salvaguardia” in favore di “esodati” e “contributori volontari”: le parti nuove sono evidenziate in grassetto – Segue il testo originario dello stesso Ordine del giorno presentato in Commissione Lavoro al Senato il 16 settembre 2014: l’alinea sostituito è evidenziato in blu – Le misure per la promozione dell’invecchiamento attivo sono oggetto del mio disegno di legge n. 199/2013, che riprende e aggiorna i contenuti del disegno di legge n. 3515/2012, elaborato e presentato alla fine della XVI legislatura con il contributo di Tiziano Treu 

ORDINE DEL GIORNO
(testo approvato il 24 settembre 2014: parti nuove evidenziate in grassetto)
sul d.d.l. n. 1558/2014
presentato dai senatori Pietro Ichino, Hans Berger (SVP), Nicoletta Favero (PD),
Giuseppe Pagano (NCD), Annamaria Parente (PD), Maria Spilabotte (PD)

Il Senato,

considerato che

– con i cinque provvedimenti di salvaguardia emanati dalla riforma del dicembre 2011 a oggi, cui si aggiunge il sesto, contenuto nel disegno di legge in esame, è stata assicurata l’applicazione della disciplina previgente del pensionamento per tutti coloro che, avendo perso involontariamente l’occupazione nel periodo immediatamente precedente o immediatamente successivo alla riforma stessa, si attendevano il pensionamento entro il quadriennio successivo (2012-2015), nonché tutti i lavoratori in carico da prima della riforma a “fondi di solidarietà” istituiti in funzione della soluzione di crisi occupazionali aziendali o di settore;

– con gli stessi provvedimenti di salvaguardia è stata inoltre assicurata l’applicazione della disciplina previgente del pensionamento per coloro che fossero stati autorizzati alla prosecuzione volontaria prima della riforma, in attesa di maturare i requisiti per il pensionamento entro il quadriennio successivo (2012-2015);

– salvi i casi residui di persone private del posto di lavoro in forza di accordi di incentivazione all’esodo stipulati prima della riforma pensionistica, che all’esito di una approfondita indagine di questa Commissione Lavoro risultino meritevoli di salvaguardia, gli altri casi di disoccupazione di sessantenni non ancora in età di pensionamento devono essere affrontati con misure di sostegno nel mercato del lavoro e non con l’estromissione permanente da esso;

– occorre ora voltar pagina rispetto a una prassi che ha visto troppo diffusamente utilizzato il sistema pensionistico come strumento di politica del lavoro, per risolvere problemi di disoccupazione con l’espulsione precoce dei lavoratori interessati dal mercato del lavoro;

– è necessario, per altro verso, evitare che l’attesa di provvedimenti ulteriori di salvaguardia induca una parte dei potenziali interessati ad astenersi da possibili opportunità di occupazione;

– è invece tempo di incominciare a operare in modo efficace e incisivo per l’aumento del tasso di occupazione della popolazione italiana in età superiore ai 50 anni;

sulla base di queste considerazioni impegna il Governo

–          a sviluppare – anche sulla scorta delle migliori esperienze straniere di politiche di active ageing – un insieme organico di interventi volti a incentivare e facilitare la permanenza e/o il reinserimento dei cinquantenni e dei sessantenni nel tessuto produttivo, con forme di flessibilizzazione dell’età del pensionamento, di combinazione del lavoro a tempo parziale con pensionamento parziale, di incentivo economico alle iniziative delle imprese volte a ridisegnare le posizioni di lavoro in funzione della migliore valorizzazione delle doti di esperienza, equilibrio e affidabilità delle persone nell’ultima fase della loro vita attiva, nonché a integrare queste misure con l’attivazione di versamenti volontari per il recupero di periodi non lavorati o di studio, a carico del lavoratore anziano e del suo datore di lavoro; inoltre, laddove nessuna delle anzidette misure di promozione dell’invecchiamento attivo possa essere adottata o risulti sufficiente a risolvere il problema occupazionale,

–          ad affrontare il problema degli ultrasessantenni che abbiano perduto l’occupazione senza avere ancora i requisiti per il pensionamento e che si trovino in difficoltà nella ricerca di una nuova occupazione, attivando strumenti di sostegno del reddito, di assistenza intensiva nella ricerca e di contributo economico per l’assunzione, mirati a incentivare il loro reinserimento nel tessuto produttivo e non la loro uscita dal mercato del lavoro;

–           infine a dare tutta la possibile collaborazione a questa Commissione nell’espletamento dell’indagine di cui in premessa, al fine di un definitivo, soddisfacente e tempestivo completamento della necessaria salvaguardia delle persone che abbiano perso il posto per effetto di accordi di incentivazione all’esodo stipulati prima della riforma pensionistica sulla base della prospettiva di un pensionamento ragionevolmente prossimo.

 

ORDINE DEL GIORNO
(testo originario: l’alinea sostituito è evidenziato in blu)
sul d.d.l. n. 1558/2014
presentato dai senatori Pietro Ichino, Hans Berger (SVP), Nicoletta Favero (PD),
Giuseppe Pagano (NCD), Annamaria Parente (PD), Maria Spilabotte (PD)

Il Senato,

considerato che

– con i cinque provvedimenti di salvaguardia emanati dalla riforma del dicembre 2011 a oggi, cui si aggiunge il sesto, contenuto nel disegno di legge in esame, è stata assicurata l’applicazione della disciplina previgente del pensionamento per tutti coloro che, avendo perso involontariamente l’occupazione nel periodo immediatamente precedente o immediatamente successivo alla riforma stessa, si attendevano il pensionamento entro il quadriennio successivo (2012-2015), nonché tutti i lavoratori in carico da prima della riforma a “fondi di solidarietà” istituiti in funzione della soluzione di crisi occupazionali aziendali o di settore;

– con gli stessi provvedimenti di salvaguardia è stata inoltre assicurata l’applicazione della disciplina previgente del pensionamento per coloro che fossero stati autorizzati alla prosecuzione volontaria prima della riforma, in attesa di maturare i requisiti per il pensionamento entro il quadriennio successivo (2012-2015);

– salvi alcuni casi, numericamente assai limitati, che soltanto per circostanze particolari e peculiari non rientrano tra quelli salvaguardati e ai quali dovrà essere dedicata la necessaria attenzione in funzione di soluzioni ad essi rigorosamente circoscritte, con quest’ultimo provvedimento di salvaguardia deve  considerarsi conclusa la fase degli interventi legislativi volti a risolvere problemi transitori di applicazione della riforma con l’esenzione dalla nuova disciplina pensionistica in favore di persone interessate da accordi di scioglimento dei rapporti di lavoro in prossimità del pensionamento;

– occorre ora voltar pagina rispetto a una prassi che ha visto troppo diffusamente utilizzato il sistema pensionistico come strumento di politica del lavoro, per risolvere problemi di disoccupazione con l’espulsione precoce dei lavoratori interessati dal mercato del lavoro;

– è necessario, per altro verso, evitare che l’attesa di provvedimenti ulteriori di salvaguardia induca una parte dei potenziali interessati ad astenersi da possibili opportunità di occupazione;

– è invece tempo di incominciare a operare in modo efficace e incisivo per l’aumento del tasso di occupazione della popolazione italiana in età superiore ai 50 anni;

sulla base di queste considerazioni impegna il Governo

–          a sviluppare – anche sulla scorta delle migliori esperienze straniere di politiche di active ageing – un insieme organico di interventi volti a incentivare e facilitare la permanenza e/o il reinserimento dei cinquantenni e dei sessantenni nel tessuto produttivo, con forme di flessibilizzazione dell’età del pensionamento, di combinazione del lavoro a tempo parziale con pensionamento parziale, di incentivo economico alle iniziative delle imprese volte a ridisegnare le posizioni di lavoro in funzione della migliore valorizzazione delle doti di esperienza, equilibrio e affidabilità delle persone nell’ultima fase della loro vita attiva; inoltre, laddove nessuna delle anzidette misure di promozione dell’invecchiamento attivo possa essere adottata,

–          ad affrontare il problema degli ultrasessantenni che abbiano perduto l’occupazione senza avere ancora i requisiti per il pensionamento e che si trovino in difficoltà nella ricerca di una nuova occupazione, attivando strumenti di sostegno del reddito, di assistenza intensiva nella ricerca e di contributo economico per l’assunzione, mirati a incentivare il loro reinserimento nel tessuto produttivo e non la loro uscita dal mercato del lavoro.

 

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