PUÒ UN CODICE CHIARO USCIRE DA UNA DELEGA ERMETICA?

IL TESTO IN DISCUSSIONE ALLA CAMERA NON È FORSE ESSO STESSO LA NEGAZIONE DELLE QUALITÀ CHE SI VORREBBE CARATTERIZZASSERO LA NUOVA LEGISLAZIONE SEMPLIFICATA DEL LAVORO?

Secondo ditoriale telegrafico per la Nwsl n. 316, 20 ottobre 2014 2014

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È la domanda che mi pongono in molti, da quando la legge-delega è stata approvata in prima lettura dal Senato. Immagino che più o meno esplicitamente la stessa domanda se la pongano tutti quelli che si avventurano a leggere questo testo, così omogeneo per oscurità diffuse e linguaggio buro-politichese al resto della nostra ipertrofica e caotica legislazione del lavoro dell’ultimo decennio. E Dio sa se non me la pongo anch’io, questa domanda, nella fervida vigilia dell’approvazione definitiva del disegno di legge da parte della Camera. Una cosa, però, dalla formulazione della delega risulta in modo indiscutibile: il Governo è chiamato a sostituire l’intera legislazione del lavoro di fonte nazionale con un codice semplificato, che dovrà voltar pagina rispetto alle rigidità del vecchio regime di job property, per impostare la protezione del lavoro sui cardini della flexsecurity, cioè costruire la sicurezza economica e professionale della persona che lavora non sull’ingessatura del suo posto di lavoro, ma sulla sua capacità di usare il mercato del lavoro. Riuscirà il Governo a farlo in modo incisivo, semplice e chiaro? È possibile, nonostante il modo in cui è scritta la delega. Ed è possibile proprio perché non è il Parlamento a farlo con le sue 950 penne, ma il Governo con una penna sola. Le deleghe legislative – anche quelle scritte male – servono proprio a questo.

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